Ogni anno la serie A ci regala qualche emozione speciale legata alle squadre più “piccole”, esponenti di una provincia che, pur con un organico inferiore a quello delle grandi rappresentanze, riesce a lasciare il segno nel nostro campionato.

Lo scorso anno abbiamo assistito, ad esempio, alla splendida cavalcata della Dea Atalanta, e abbiamo gioito tutti per la salvezza rocambolesca di un Crotone che, con
incredibile tenacia, ha ribaltato un risultato che sapeva già di condanna.

Di recente, il Sassuolo ha brillato di una piccola luce propria, ottenendo risultati spesso insperati. La squadra emiliana, dalla promozione in A ottenuta nel 2013, ha mostrato un crescendo di prestazioni culminate nel 2016 con l’accesso ai preliminari di Europa League sotto la guida del tecnico Eusebio Di Francesco.
Proprio Di Francesco a fine gennaio 2014 era stato esonerato per Alberto Malesani, il cui impatto in panchina però non aveva sortito l’effetto desiderato e, dopo solo 5 gare, l’allenatore pescarese venne richiamato, portando infine i suoi alla salvezza. Sempre lui ha ottenuto lo scorso anno un discreto dodicesimo posto, malgrado una rosa falcidiata dagli infortuni, primo fra tutti quello del diamante di casa, Domenico Berardi.
In questa nuova stagione il cammino del Sassuolo appare in salita. E’ evidente che aver trattenuto Berardi nonostante le velleità della Roma, e soprattutto del Napoli, sia un ottimo colpo; tuttavia, rischia di non essere sufficiente… In primis, per l’arrivo in panchina dell’ex allenatore del Perugia Cristian Bucchi, del tutto digiuno di serie A, a rappresentare una grossa incognita; inoltre, il mercato degli emiliani non ha soddisfatto appieno le aspettative, comprese quelle dei tifosi che a lungo hanno sperato nell’arrivo di Pazzini e di Pavoletti, quest’ ultimo conteso al Cagliari. All’inizio dell’estate era stata annunciata una campagna acquisti che puntasse almeno all’Europa League, ma dopo le prime due di campionato i supporters sono già amareggiati e scoraggiati ed esprimono a gran voce sui social i loro timori per un campionato in zona retrocessione.

Più critica appare, forse, la situazione dell’Udinese, che ci ha abituati negli anni a prestazioni di tutto rispetto.
In molti ricorderanno i tempi di Zico prima, di QuagliarellaDi Natale poi, un’Udinese che dava filo da torcere a tutte le più grandi con gioco e risultati brillanti. Nel 2005, con Luciano Spalletti, i veneti raggiunsero il quarto posto, qualificandosi per la Champions; stesso risultato otterrà Francesco Guidolin sei anni dopo, nel 2011, annata in cui l’Udinese stabilisce anche il record personale di 66 punti in serie A, mentre Antonio Di Natale vince la classifica marcatori con ben 28 reti messe a segno.

Quella di Guidolin rappresenta una vera e propria “età dell’oro”: seguono infatti un terzo posto nel 2012 e un quinto nel 2013; l’Udinese ogni anno fa capolino in Europa e continua a far parlar di sé, come di un vero, piccolo fenomeno. Dopo il veneto, purtroppo, i bianconeri non hanno più trovato un tecnico tanto ispirato: la panchina bianconera è un susseguirsi di allenatori, ultimo Luigi Del Neri, arrivato in corsa nella stagione passata.
Ad oggi il mister, rispondendo alle polemiche fioccate dopo la chiusura della finestra di mercato, ha scongiurato il timore di un’ eventuale serie B, malgrado perdite importanti, come Thereau e Zapata, e l’arrivo alquanto discusso di Lopez. Del Neri ha ridimensionato il “dramma” delle prime due sconfitte- “I drammi sono altri”, sostiene- e si è detto assai
meno preoccupato dello scorso anno. La sua resta comunque una voce fuori dal coro rispetto ai tanti, tifosi compresi, che giudicano la campagna acquisti assolutamente inadeguata.

Con questo, non sta a noi voler fare allarmismo; altre squadre, prima di Sassuolo e Udinese, sembrano in qualche modo destinate ad avere vita breve in questa serie A: tuttavia, dispiace vedere due belle principesse rischiare l’anonimato in un campionato già poco appetibile…Auguriamo loro un veloce ritorno in auge!

Daniela Russo