L’Inter travolge lo Shakhtar Donetsk e vola in finale di Europa League.

Cinque le reti messe a segno dalla formazione di Antonio Conte, che ha preparato alla perfezione il match.

Un successo netto, un gruppo coeso e determinato: il sogno  più grande per il tecnico salentino. Una serata magistrale che sigla anche il ritorno della coppia magica Lautaro-Lukaku. 

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Doppietta per l’argentino e doppietta per il belga, i due bomber nerazzurri illuminano la serata dell’ESPRIT Arena e dei tifosi nerazzurri. Lautaro, dopo un periodo incerto, è rinato, ha risposto presente e l’ha fatto nel momento determinante della stagione, giunta quasi al capolinea. 

“Era da tempo che non giocavo una partita del genere. Abbiamo dimostrato che l’Inter è pronta per grandi cose. Siamo felicissimi di essere in finale. Mi sono sbloccato dopo un momento difficile, in cui non ero ai miei livelli”. 

Conte ringrazia, ma gioisce anche per lo slancio, nel finale, del suo pupillo Lukaku. Il 27enne, grazie alle due reti contro gli ucraini, sale a quota 33 gol in stagione e diventa anche l’unico giocatore a disputare almeno 50 partite in stagione tra quelli della Serie A.

Una prestazione opaca per il belga, che si riscatta mettendo a segno una doppietta strabiliante. 

L’Inter raggiunge così la sua decima finale europea dopo 10 anni dall’ultima, 21 anni dopo l’ultima finale di Coppa Uefa giocata da una squadra italiana.

Ad attenderla c’è ora il Siviglia, che ha superato in semifinale il Manchester United. Il merito però, bisogna dirlo, non è solo della coppia magica Lautaro-Lukaku. 

D’Ambrosio Twitter
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C’è anche un D’Ambrosio da urlo, che segna il secondo gol della serata. C’è un incontenibile Barella che inventa il cross perfetto per Lautaro nel gol del vantaggio nerazzurro, ma che è presente a tutto campo. Ma sopratutto, c’è il gruppo, che rende questa Inter una vera meraviglia. 

L’appuntamento è ora per il 21 agosto. E siamo sicure che con la giusta mentalità, una buona dose di determinazione e un pizzico di sana pazzia, l’Inter possa raggiungere il suo traguardo.

Alessandra Cangialosi