Si è sofferto tanto, veramente tanto, al Meazza domenica sera: un Milan così non ce lo si aspettava proprio. Così aggressivo, sceso in campo con il coltello tra i denti.

Nei primi cinque minuti la squadra di Antonio Conte ha fatto fatica a toccare il pallone. Si è sofferto veramente tanto al nono minuto quando Calhanoglu ha tirato un destro terrificante, ci ha pensato il palo a salvare i nerazzurri. Si è sofferto abbastanza quando Godin, di testa, ha fallito, quando Vecino si è mangiato la seconda occasione da gol. E al 40’ si è sofferto pesantemente, quando Padelli si è buttato a vuoto su Rebic che ha gonfiato la rete. E si è sofferto ancora di più al 46’ con il gol dell’ex, del più atteso, quello di Zlatan Ibrahimovic che ha messo in ginocchio la Milano nerazzurra. 

Si è maledetto Padelli e è maledetto ancor di più Handanovic perché gli infortuni ci possono stare ma non in vista derby. Si è maledetto anche Lautaro per il rosso preso due giornate prima, perché la sua assenza, almeno inizialmente, si è sentita parecchio. Poi ci hanno pensato Brozovic e Vecino a far tornare il sorriso alla Milano nerazzurra all’inizio del secondo tempo. 

Ma chi ha trasformato l’incubo in un’indimenticabile serata è stato Stefan De Vrij: al 70’ ha fatto esplodere i tifosi con la sciarpa nerazzurra presenti al Meazza, i restanti a casa hanno saltato sul divano e spaventato i vicini. Gol di testa, incredibile. Per pochi. O meglio: Not For Everyone, come recita la campagna dell’Inter. È l’eroe del duello più acceso della città milanese.

Ha sbloccato la situazione, dimostrando ai tifosi che il primo tempo è stato solo un brutto primo tempo. Una situazione inaspettata e deludente, ma momentanea. Che l’Inter c’era e non era disposta a perdere. Poi è arrivato Lukaku a segnare il 4-2 e proclamare un nuovo Re in città. 

Avevo già segnato contro il Milan (marzo 2019, ndr) ma questo ha spazzato lo 0-2 del primo tempo, momento importante in un match importante. Mi ha dato una sensazione enorme. Siamo convinti della nostra forza, lo dimostra la rimonta nel derby, ma bisogna dimostrarlo ogni settimana. Ricorderò sempre questo gol: un momento davvero importante in un match davvero importante. Un’emozione unica mi ha attraversato: il cross di Antonio (Candreva, ndr) era eccellente, mi sono tuffato verso la palla e quando mi son girato l’ho vista in rete, mi ha dato una sensazione enorme.

In Olanda, la copertina di AD SportWereld lo ha celebrato, il giorno dopo, come “Il Grande”. La bellezza del suo gol è arrivata anche in terra madre. L’olandese per Antonio Conte è insostituibile: in Italia da sei anni, arrivato all’Inter durante l’era spallettiana, De Vrij è il migliore nel confronto investimento – rendimento. Due gol in quattro derby. Tutti di testa.

Si è fatto amare subito dal popolo nerazzurro, quando vestiva ancora la casacca biancoceleste. In quel match che decideva la qualificazione in Champions, un rigore concesso all’Inter causato dall’olandese, ricoperto poi di insulti e critiche sui social per aver agito pensando al suo futuro con la maglia nerazzurra.

 

Ora la Lazio è un ricordo, un temutissimo ricordo perché è alle calcagna in classifica e se la troverà di fronte domenica sera in un importantissimo match. De Vrij si è preso l’Inter con le unghie e con i denti. Antonio Conte non può e non vuole più fare a meno di lui. I tifosi lo amano, l’Europa comincia a puntargli gli occhi addosso. Per ora Milano continua a godersi uno dei difensori tra i più forte del continente. Quel “Grande” olandese con la Garra Charrua. 

Sara Montanelli