Con il calcio nel sangue e il padre ex giocatore e allenatore, Thomas Soucek non poteva che crescere con un pallone tra i piedi.

Il protagonista del West Ham e fulcro nella nazionale ceca ne ha fatta di strada sin da quando, a 10 anni, entrò a far parte delle giovanili dello Slavia Praga e percorreva più di 200 chilometri pur di andare al campo di allenamento.

Sforzi senza dubbio ripagati dal tempo, visto che a soli vent’anni si è ritrovato ad essere titolare nello Slavia, mentre lo scorso anno David Moyes, allenatore del West Ham, scelse proprio lui come arma in più per risollevare una squadra in piena lotta retrocessione.

E Soucek, nonostante sia un mediano e i suoi compiti siano principalmente quelli di “fare legna” come si è soliti dire, il suo lo ha fatto eccome: tre gol in tredici partite, ognuno importante per permettere al West Ham di raggiungere la salvezza.

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fonte immagine: profilo twitter uff del calciatore

Si tratta di tutte reti arrivate dopo la pausa per via del coronavirus.

Il centrocampista ceco era stato acquistato negli ultimi giorni di mercato di gennaio 2020, aveva giocato solo poche partite e lo stop del campionato lo ha aiutato a mettersi in forma, ambientarsi e a farsi trovare pronto per la ripresa.

Non era mai stato così tanto lontano da casa, e farlo durante una pandemia e in una situazione così surreale non è stato facile. Tomas ha raccontato che durante quei mesi andava spesso ad allenarsi ad Hackey Marshes, zona che ospita il campionato amatoriale. Portava qualche pallone, un paio di coni e svolgeva un semplice allenamento personale.

Doveva fare di tutto per essere all’altezza.

Il West Ham aveva puntato molto su di lui, la responsabilità era tanta esattamente come lo scetticismo da parte dei tifosi.

Perché se è pur vero che era reduce da una stagione da 18 gol, 9 assist e il premio come migliore giocatore della Fortuna Liga, è altrettanto importante considerare che sono tutti dati provenienti da un campionato di livello più basso. La domanda da parte dei tifosi era lecita: sarà sufficiente?

È stato il tempo a rispondere: reti fondamentali per l’obiettivo salvezza a luglio e, dei dieci gol stagionali l’anno successivo, ben nove hanno portato punti al West Ham.

A questo si aggiunge un ritorno da parte degli Hammers in Europa League e una serie di dati, come l’essere il primo giocatore per duelli aerei vinti in Premier League o figurare tra i primi centrocampisti del campionato per tiri totali, gol, tocchi nell’area di rigore avversaria, salvataggi.

L’arte dell’inventare, la fantasia in campo e la tecnica dei passaggi, però, non sono propriamente la sua forza, a quello ci pensa il suo compagno di reparto Rice con cui forma un duo ormai collaudato.

Soucek è invece un centrocampista box to box, difende quando necessario e attacca quando può, risultando sempre tra i primi per chilometri percorsi.

Lui stesso ha raccontato che deve questa resistenza nella corsa in parte alla madre, maratoneta amatoriale, e in parte alla sua scuola, con cui spesso partecipava a gare di corsa al parco o nelle foreste.

Mourinho lo ha definito (sempre con i suoi modi taglienti) come il nuovo Fellaini, dopo una rimonta rocambolesca nei minuti finali da parte del West Ham contro il Tottenham in cui Soucek fu tra i migliori in campo.

In parte è vero, lo ricorda, ma esclusivamente per l’abilità nel dominare il gioco aereo.

In Italia chi sicuramente non dimenticherà il centrocampista ceco sono i tifosi nerazzurri, che oltre ad averlo visto segnare contro di loro con la maglia dello Slavia Praga nella Champions League 2018/2019, sono stati anche testimoni di quanto sia stato determinante in ogni zona del campo in entrambi gli scontri.

Ed è proprio lo Slavia ad essergli rimasto nel cuore.

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fonte immagine: profilo twitter uff del calciatore

Sedici anni nella stessa squadra non si scordano facilmente, e allora quando nel febbraio scorso la sua ex squadra ha eliminato, contro ogni pronostico, il Leicester dall’Europa League i giocatori erano ovviamente in campo a festeggiare.

L’ospite d’onore?

Proprio Tomas Soucek, che in videochiamata e con una maglietta bianca e rossa indosso ha esultato come se fosse stato in campo. E loro, di tutta risposta, hanno anche intonato dei cori con il suo nome.

E chi può essere la colonna portante della Repubblica Ceca e idolo dei tifosi, se non un centrocampista alto 1.92, che domina il gioco aereo, contrasta ogni volta che può e non molla mai neanche di un centimetro?

Perché Tomas Soucek, quando c’è da dare battaglia, è sempre in prima fila e di tirarsi indietro non ne ha la minima voglia.

Il prototipo perfetto del giocatore che dà tutto sé stesso. E di cui molte nazionali (e club) per grinta, impegno e dedizione avrebbero certamente bisogno.

 

Lidia Ludovisi