Gianluca Pagliuca, ex portiere dell’Inter e della Nazionale, ha parlato in esclusiva ai microfoni di Gol di Tacco a Spillo. L’ex calciatore ci ha raccontato il suo punto di vista sull’attuale situazione dell’Inter, reduce da due vittorie e un importante pareggio, e le sue sensazioni in vista di un Mondiale che lascia nuovamente a bocca asciutta. Si è sottolineata l’importanza di puntare sui giovani talenti e indirizzarli nel modo giusto verso le grandi competizioni. Ci ha poi anche svelato chi tra i portieri emergenti lo sta sorprendendo positivamente.

  1. La vittoria all’andata contro il Barcellona, il successo di Reggio Emilia contro il Sassuolo ed il pareggio al Camp Nou. Secondo lei, è il caso di dire che l’Inter sta tornando sui propri passi?

Sì. Diciamo che l’Inter adesso è tornata ai suoi livelli anche come prestazioni, e ovviamente quella di Barcellona è stata fondamentale. Ho visto veramente un squadra diversa, una squadra che può sicuramente dire la sua in campionato.

  1. Finora sono state spesso criticate le scelte di Inzaghi, ma adesso sembra che stiano funzionando. Cosa ne pensa del lavoro del tecnico nerazzurro – che sta facendo i conti anche con una rosa non completa – soprattutto in un periodo così delicato per la squadra?

Più che le formazioni sono i cambi che mi hanno lasciato un po’ perplesso. Soprattutto il fatto che quando un giocatore è ammonito decide di cambiarlo immediatamente, quasi subito, nonostante magari sia il migliore in campo. Quindi forse in quel caso qualche errore l’ha fatto, ma sulle scelte di Inzaghi dall’inizio sono abbastanza convinto.

  1. Tutti attendono il ritorno di Lukaku e Brozović, ma oggettivamente in queste ultime partite la loro assenza si è percepita meno, grazie alle buone prestazioni dei sostituti. Pensa che questo possa portare sul lungo periodo a dei cambi nelle gerarchie? 

Sì, ci sono state buone prestazioni da parte dei sostituti. Dzeko ha fatto una partita straordinaria contro il Barcellona, così come Lautaro. Quindi diciamo che Lukaku ha più tempo per recuperare. Brozović mancherà ancora per qualche partita, ma il sostituto sta facendo pienamente il suo lavoro.

  1. A proposito di gerarchie. L’alternanza Handanovič -Onana prosegue. Il camerunense ha ufficialmente il suo posto nelle partite di Champions League e rischia di avere la meglio anche in campionato. Qual è il suo parere sui due portieri?

Secondo il mio punto di vista se Handanovič non fosse incappato in qualche giornata storta probabilmente avrebbe continuato lui a giocare in campionato, poi invece ci sono state delle prestazioni meno buone e Inzaghi si è deciso a puntare tutto su Onana. Diciamo che i risultati si stanno vedendo, anche se secondo me deve migliorare tanto, in tanti aspetti, però sicuramente è un portiere molto più reattivo di Handanovič. Comunque non dimentichiamo cosa ha fatto Handanovič nell’Inter, degli anni strepitosi. Purtroppo, l’età avanza anche per lui, come è avanzata per me e per tutti.

  1. Parliamo di Nazionale. Da vicecampione del mondo credo che non vedere l’Italia per la seconda volta al Mondiale sia una delusione. Quali potrebbero essere, secondo lei, le cause della debacle azzurra?

Non vedere l’Italia ai Mondiali mi ha fatto molto male, anche perché per la seconda volta non ci siamo qualificati ed è davvero brutto pensare ad un Mondiale senza la squadra campione d’Europa. Purtroppo, siamo incappati in un mese di crisi dopo la vittoria dell’Europeo e ne abbiamo pagato le conseguenze. Ahimè, due rigori sbagliati ci hanno tagliato le gambe.

  1. Concentriamoci sul ruolo che lei più conosce meglio. Da esperto, come pensa stia cambiando il ruolo del portiere rispetto alla sua generazione?

Il ruolo del portiere sta cambiando ed è cambiato molto. Adesso tutti gli allenatori preferiscono un portiere bravo coi piedi piuttosto che uno che para, io invece rimango ancora della mia vecchia opinione che la priorità è sempre non incassare gol. Poi è ovvio che adesso pretendano di più dai portieri e che sappiano giocare con i piedi, ma va bene, ci sta, però la priorità è sempre quella di parare. E bene. È ovvio che la perfezione sarebbe un portiere che para, con dei bei piedi. E qualche portiere così c’è in giro.

  1. Lei ha seguito i portieri delle giovanili del Bologna e ha allenato i Giovanissimi Nazionali. È stato poi preparatore dei portieri della Primavera dei rossoblù. Quali sono, nel panorama italiano, i giovani di talento che meriterebbero di emergere? 

Ci sono dei portieri italiani buoni. Adesso stanno venendo fuori Vicario, Provedel, Meret che stanno facendo bene. Sono tre prospetti molto molto interessanti – oltre a Donnarumma ovviamente, che sappiamo tutti il valore che ha – questi tre portieri stanno venendo fuori molto bene. Provedel mi sta veramente stupendo, non credevo diventasse così bravo e non pensavo fosse un portiere adatto alla Lazio, invece sta facendo bene.

  1. In Nations League sembra che le cose si stiano mettendo meglio, anche grazie al grande impegno dei giovani. Per lei, su chi deve puntare maggiormente Mancini per proseguire su questa linea?

Essendo la Nations League un torneo amichevole non c’è cosa migliore che giocare con i giovani. Io gli ultratrentenni in questo caso li lascerei a casa, anche perché è importante giocare con i giovani per prepararli ad un Mondiale, ad un Europeo, a competizioni ben più importanti della Nations League.

Romina Sorbelli