Era il 1 aprile del 2012, quando Giorgio se n’è andato.

Quando iniziarono ad arrivare le prime notizie, molti – se non tutti – hanno pensato fosse uno scherzo. La solita fake news che gira sui social e prende di mira un personaggio a caso che poi, prontamente, smentisce. La smentita da Giorgio non è mai arrivata. Era tutto vero.

Giorgio non c’era più, se n’era andato all’improvviso, lontano dalla sua gente e dalla sua Lazio.

Un ultimo “scherzo” che ha voluto farci nel giorno per antonomasia. Era il 1 aprile.

Era solo, nella sua casa di Naples in Florida, quella sera. Aveva appena finito di mangiare in un ristorante poco lontano ed era così stanco da addormentarsi completamente vestito. Un sonno dal quale non si è più risvegliato, lasciando nello sconforto un intero popolo che non era pronto a fare a meno del “suo” bomber.

Difficile raccontare un personaggio come lui, personalità da leader e carattere impossibile da sovrastare. Lui era quello che prendeva le partitelle in allenamento come se fossero una finale (e guai ad uscire dal campo senza la vittoria), quello che risolveva qualsiasi questione “alla sua maniera” negli anni in cui tutto era lecito. Giorgio era il bomber che piegava gli avversari, il più forte di tutti, il più laziale di tutti, il capo indiscusso della squadra più “pazza” della storia della Lazio.

La sconfitta, per lui, non esisteva. Non la accettava. Riusciva a vincere anche quando il campo non gli dava ragione.

Grande trascinatore della Lazio di Maestrelli, artefice della vittoria storica del ’74. Ancor più storico quel suo indice alzato verso la Sud, nel derby del 31 marzo 1974. Già nel prepartita, aveva iniziato a “punzecchiare” i tifosi romanisti, come era solito fare, dedicandogli poi quella storica esultanza, dopo aver segnato il calcio di rigore.

Chinaglia non è stato solo il bomber della Lazio, il trascinatore, la bandiera. Lui era molto di più e lo testimonia il fatto che gli occhi di ogni laziale brillano di una luce speciale ogni volta che il suo nome viene nominato o qualche sua immagine viene trasmessa in tv.

Amato da tutti i laziali, anche da chi non lo ha vissuto ma ha imparato a conoscerlo dai racconti tramandati “di padre in figlio”, l’invincibile guerriero, “Long John”, semplicemente.

Il grido di battaglia di ieri, di oggi e di domani. Un amore infinito ed intramontabile, nonostante le numerose vicissitudini che hanno provato a sporcare il suo nome, senza mai riuscirci. Nessuno è stato come lui, nessuno è amato quanto lui.

Lui era Giorgio Chinaglia, il più grande di tutti.

Non potevo esimermi dal ricordo di colui che ha fatto la storia della Lazio e continua a vivere nei cuori di ogni tifoso biancoceleste, dal più piccolo al più anziano. Giorgio Chinaglia è un amore trasversale, fatto di grandi gol e grandi scazzottate, provocazioni e fallimenti ma sempre, nel nome della sua Lazio.

Voglio ricordarlo con il video della sua canzone “I’m Football Crazy”, incisa nel 1974, simbolo di quel ragazzone dagli occhi buoni che farà sempre parte, indiscutibilmente, dell’Olimpo biancoceleste.

Micaela Monterosso