Tra scandali e polemiche, quali sono gli stadi che sono costati la vita a migliaia di cittadini in Qatar per i Mondiali 2022.

Non è un segreto che l’organizzazione dei Mondiali in Qatar abbia causato la morte di numerosi cittadini innocenti, molti dei quali letteralmente sfruttati per promuovere la costruzione di questi stadi in mezzo al deserto.

A fare da macabra cornice a questa insolita Coppa del Mondo, ecco gli stadi di calcio che in una superficie di 70 chilometri ospiteranno le nazionali.

Si contano 8 arene diverse, il fiore all’occhiello della modernità, ma ci importa davvero dell’avanguardismo quando ad edificare questi stadi sono state lacrime e sangue? 

Solo un impianto è antecedente alla decisione di disputare i Mondiali in Qatar: lo Stadio Internazionale Khalifa, storica struttura di Doha risalente al 1978. Ciò non ha comunque impedito di destinargli una grande ristrutturazione 5 anni fa, adesso lo stadio è pronto per ospitare tra le varie partite anche la finale per il terzo e quarto posto.

Al Janoub Stadium
Foto: Flickr (https://live.staticflickr.com/65535/32925404357_7a9acb3cc5_b.jpg)

Nell’Al Janoub Stadium, poco distante dalla capitale, si disputeranno gare dei gironi e degli ottavi. Terminato nel 2019 con una capienza di circa 40mila spettatori ha un progetto ispirato al mondo navale, con il legno come elemento predominante.

Ancora più vicino a Doha c’è l’Educazione City Stadium, soprannominato “il diamante del deserto” e definito lo stadio più ecosostenibile al mondo…

Poi il paradosso: l’Ar Rayann Stadium, che sorge sulle fondamenta del “vecchio” stadio Ahmad Bin Ali, il quale dopo appena 12 anni dalla sua costruzione è stato demolito appositamente per questa competizione. Qui di sostenibile non c’è proprio nulla.

Dopo c’è lo stadio Al-Thumana, il cui design è ispirato al copricapo kefiah indossato dagli uomini arabi. Un’altra chicca di questi Mondiali poco democratici: ci sarà un dress code imposto agli spettatori e legato alle leggi politiche e religiose del Qatar.

Lo Stadium 974 ha a sua volta la nomea di essere tra i più sostenibili. I 974 container in esso contenuti e che consentiranno dopo la competizione di smantellarlo. Se non fossero morte così tante persone per costruire uno stadio usa-e-getta le intenzioni sarebbero state perfino nobili.

Un’architettura particolare è anche quella dell’Al Bayt Stadium, che vuole ricordare le tende dei beduini. Rispetto agli altri stadi citati fino ad ora, che si muovevano sulla soglia dei 40-45mila spettatori, l’Al Bayt conta ben 60mila posti a sedere ed ospiterà una delle semifinali.

Ma il vero colosso è il Lusail Stadium, con la sua capienza da 80mila persone. Fresco di inaugurazione – nel 2021 – aprirà e chiuderà, con la finale, l’edizione dei Mondiali 2022.

Non mancherà di certo il grande stile e l’imponenza che solo le costruzioni mediorientali posseggono, laddove modernità, lusso ed esotismo si incontrano.

Vietato però perdersi in questa maestosità e dimenticarsi chi ha pagato le conseguenze di queste imponenti costruzioni.

 

Federica Vitali