Non è stato un gesto volontario, ho perso l’equilibrio“. Polemiche, polemiche, polemiche. E dopo il polverone iniziale, Suarez si butta sulla difensiva. Il suo morso sta diventando un vero e proprio caso mediatico, al pari di quella famosa e alquanto inaspettata testata di Zidane dritta dritta contro il petto di Materazzi nella finale Italia-Francia di Germania 2006. Sono episodi, questi, che non possono certo cadere nel dimenticatoio, e che generano ironia, rabbia, proteste, rivendicazioni… e “scomuniche”: vignette satiriche con il calciatore uruguaiano protetto da apposita “museruola”, titoli di giornale significativi che lo paragonano ad Hannibal Lecter, il cannibale cinematografico più noto di tutti i tempi, immagini di Giorgio Chiellini dilaniato dai denti famelici del suo avversario sudamericano. Poi, una meritata sanzione da parte della Fifa, che consiste in nove partite internazionali e quattro mesi di sospensione da ogni attività calcistica.

Insomma, a Suarez, sfoderare la dentatura aguzza e fiondarsi sulla spalla del calciatore azzurro, non è poi tanto convenuto. Nonostante non sia stata “la sua prima volta”, nonostante alcuni scommettitori norvegesi avessero puntato proprio sul suo morso, nonostante un noto psicologo avesse rivelato “Presto lo rifarai“, il giocatore uruguaiano ha tentato di difendersi: “In nessun modo è andata com’è stato descritto, ovvero un morso o un’intenzione di mordere“, ha scritto Suarez in una lettera in spagnolo, datata 25 giugno, e consegnata alla Fifa. E così la Nazionale uruguaiana ha preannunciato un ricorso, ancora non depositato. Povero Suarez, lui in fondo non voleva lasciare il segno della sua dentatura su Chiellini… è stato solo un incidente. Può capitare a tutti di cadere con la bocca aperta sulla spalla di qualcuno, o no? Che Suarez si stia solo arrampicando sugli specchi? Ognuno tragga le proprie conclusioni a riguardo. Fatto sta che l’asso sudamericano ci ha tenuto a spiegare la sua versione dei fatti: “Dopo l’impatto ho perso l’equilibrio – si legge ancora nella lettera –, rendendo il mio corpo instabile e cadendo sulla parte superiore del mio avversario. In quel momento, ho sbattuto la mia faccia contro il giocatore, procurandomi un piccolo livido sulla guancia e un forte dolore tra i denti“. Il direttore di gara, evidentemente, gli ha creduto. E noi?

Eleonora Tesconi