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Sopportare 120 minuti di noia assoluta per gli amanti del calcio non deve essere stato facile. Però Argentina – Olanda metteva in palio più di una semplice vittoria, dato che la vincente andrà poi ad affrontare la Germania nell’attesissima finale del Maracanà. E così, tenendo a bada il sonno, i milioni di telespettatori incollati alla tv hanno cercato di restare lì a guardare fino alla fine per poi arrivare ad assistere ancora una volta alla spietata roulette dei rigori. Passa l’Argentina, passa Messi, ancora maledizione mondiale per l’Olanda che spesso arriva ad annusare il traguardo iridato senza mai conquistarlo.

Allo stadio di San Paolo, Sabella opta per un 3-5-2, con Perez in sostituzione di Di Marìa. Poche emozioni e pochi tiri in porta. Messi ci prova su calcio da fermo e poi Robben tenta dalla distanza. Nella ripresa è il “pipita” Higuaìn a provarci sfiorando l’esterno della rete, donando l’unico sussulto di tutta la gara. Degna di nota anche l’incursione di Robben nella fase finale che ha l’opportunità di spezzare l’equilibrio della partita prima di essere però fermato da Mascherano.

Si va ai supplementari, che forse regalano qualche emozione i più, senza però esagerare. Ci provano Palacio e Maxi Rodriguez senza successo, poi tocca a Kuyt che però viene fermato da un rimpallo. Quando sembra che la partita si stia finalmente infiammando arriva il triplice fischio dell’arbitro che sancisce l’approdo ai calci di rigore.

L’eroe tra i pali questa volta non è Krul, dato che per l’Olanda non ci sono più cambi, ma l’argentino Sergio Romero, autore di due super parate su Vlaar e Sneijder, unici due Orange a sbagliare dal dischetto. Per l’albiceleste vanno invece tutti in gol. Un intero paese ai piedi della propria nazionale: Argentina – Germania sarà la partita delle partite e finalmente Lionel Messi avrà l’opportunità di entrare nella storia proprio come anni fa fece un altro fuoriclasse argentino: Diego Armando Maradona.

Claudia Rosco