Mamadou ha 14, e dopo un lungo viaggio che ha avuto le sue origini in Africa è diventato uno dei tanti vuccumprà che popolano il nostro stivale. Vive a Sesto Fiorentino, un piccolo comune alle porte del capoluogo toscano, e per pagarsi mensilmente un posto dove dormire si sveglia presto con il suo borsone e tenta di vendere con tanto coraggio accendini, calzini o i cappellini della sua squadra del cuore, la Fiorentina, agli avventori che circolano nei pressi del bar Nepentha. Per tanti passanti Mamadou non è che un venditore ambulante, ma per qualcun altro è diventato invece una specie di idolo, un giovane che non può andare a scuola, ma ha in sé la stoffa del campione, il sangue calcistico che gli scorre nelle vene.

Il sogno di Mamadou infatti è quello di giocare a pallone, ma le regole della Figc in merito ai minori stranieri glielo impediscono: i calciatori stranieri minorenni che richiedono il tesseramento per una società della Lega Nazionale Dilettanti devono presentare “il certificato di residenza anagrafica attestante la residenza in Italia e il permesso di soggiorno che dovrà avere scadenza non anteriore al 31 gennaio dell’anno in cui termina la stagione sportiva per la quale il calciatore richiede il tesseramento“. Così, il suo talento può solo mostrarlo in allenamento, e durante le partite non gli resta altro che tifare dagli spalti, quindi da lontano, i compagni che giocano.

Proprio come i suoi idoli Balotelli e Babacar, anche Mamadou è attaccante e in allenamento dà spettacolo: “Ho già segnato più di cinquanta gol“. La Virtus Firenze l’ha accolto a braccia aperte, si allena sui campi della società per due volte a settimana, ma per lui niente partita: “Sarebbe bellissimo poter scendere in campo in una gara ufficiale insieme ai miei compagni“. “Sono costretto a lavorare, vorrei andare a scuola ma se vado a scuola come faccio a guadagnare i soldi per pagare l’affitto?”. All’inizio di dicembre, Ciro Carotti, presidente della Virtus Firenze, ha segnalato la situazione del giovane africano ai servizi sociali del Comune di Sesto Fiorentino, e per lui si sta aprendo la possibilità dell’ingresso in una casa famiglia, una struttura protetta dove potrà passare le giornate lontano dalla strada e, magari, realizzare il suo sogno nel cassetto: quello di scendere in campo insieme ai suoi compagni di squadra.

Eleonora Tesconi