Caro Andrea, Caro Presidente, 

mi scuserai se solo stamattina ho ascoltato le tue parole: comprenderai che il mio stato d’animo non fosse dei migliori.

Soprattutto dopo aver appena sentito il “tuo” Capitano – tuo, non mio – Leonardo Bonucci dire che avevano fatto tutto il possibile.

Caro Andrea, come mai ieri non ti sei precipitato davanti alle telecamere per difendere a spada tratta l’operato del tuo Mister, come hai fatto la scorsa stagione, dopo che l’Ajax di Matthijs de Ligt ci ha preso a pallonate?

Avevi già deciso l’addio, certo.

Come mai parli di entusiasmo da ritrovare, di secondi posti che non restano scritti negli annali, di rosa vecchia SOLTANTO OGGI?

Scusami Andrea, ma sai cosa sembra?

Che tu ti sia svegliato solo ora da un lungo sonno.

Un sonno che ti ha colpito nell’ormai lontano giugno 2017, quando tu e la tua équipe dirigenziale avete dato il via a una serie di errori in perfetto stile domino.

Dirigenza Juve
Fonte immagine Twitter

Un sonno che non ti ha permesso di vedere come i tuoi collaboratori avallassero  rinnovi senza senso,  operazioni di mercato senza senso, le falle di questa rosa incompleta, demotivata, falcidiata dagli infortuni.

Gli ultimi parametri zero di cui uno non ha mai – MAI!! – giocato una partita dal primo al novantesimo minuto.

Giocatori come Khedira e Costa che giocano con il contagocce pur percependo fior di milioni.

Giocatori come Bernardeschi che sono a tutti gli effetti un  fallimento.

Un sonno che non ti ha permesso di progettare un cambio di panchina con i tempi e le modalità che necessitavano.

Un sonno che perdura allorché ci dici che per i futuri progetti bisogna rivolgersi all’area tecnica. Un’area tecnica a cui perseveri a fare i complimenti, malgrado le scelte scellerate. E alla quale rinnovi fiducia.

E allora non ti sei svegliato!

Caro Andrea, io capisco la politica: a ognuno il suo. Ma chi sbaglia deve pagare.

E qui a sbagliare c’è stato sicuramente Maurizio Sarri, ma prima di lui, altri e con più colpe.

Sarri Paratici
Immagine Twitter Juventus

Allora perdonami se mi permetto Andrea, ma qui bisogna svegliarsi, e in fretta. Perchè l’entusiasmo, con il quale intendi ripartire tra un mese e mezzo, non lo trovi al supermercato sotto casa.

È un entusiamo che richiede un prezzo – in senso letterale, di investimenti –  che devi essere disposto a mettere sul piatto.

Lo abbiamo perso anche noi l’entusiasmo, innamorati da tempo di una squadra che una volta faceva paura, oggi invece la puoi ferire così, con un nulla. 

E non sarà solo un cambio di guida a restituirlo.