La sconfitta contro l’Hellas conclama ufficialmente la crisi del Chievo, una crisi tanto profonda quanto inspiegabile

Un’altra sconfitta. Di misura, come quella a Firenze. Ancora quel senso di impotenza quasi soprannaturale. Il Chievo perde anche il Derby della Scala e fallisce il primo dei due scontri diretti (l’altro, con il Sassuolo, è da recuperare dopo il rinvio di domenica scorsa) che l’avrebbe potuto allontanare dalla parte bassa della classifica; invece, dopo ieri, quella zona si avvicina pericolosamente.      (immagine da tggialloblu.it)

Ormai le partite dei clivensi si assomigliano tutte in una maniera impressionante e non tanto per gli interpreti che puntualmente ruotano causa la frequenza degli infortuni, ma quanto per quella sorta di incertezza che aleggia tra le fila gialloblu. Un’ incertezza di risultati, di fiducia in se stessi, quasi un pessimismo sottile e serpeggiante che mina dalle fondamenta le prestazioni del Chievo. Non è un caso che le sconfitte siano per una sola rete: testimoniano l’incapacità sempre maggiore di questa squadra a reagire alle difficoltà.

(immagine da corrieredellosport.it)

L’Hellas delle ultime gare è esattamente l’opposto: è l’esempio di come la paura possa portare a una reazione di carattere, di nervi e anche di cuore. Il Chievo al contrario, da quella stessa paura sembra essere sopraffatto e rischia che la situazione gli scivoli veramente di mano.

La società ha ribadito il supporto a mister Maran, tuttavia la sensazione è che in questo Chievo possa veramente succedere di tutto e questo tutto non esclude l’esonero. Certo è che la prossima partita è contro il Milan, non esattamente l’avversario più agevole contro cui fare punti. Ma tant’è…a questo punto che siano i rossoneri o chiunque altro, sta di fatto che per il Chievo resta una sola, inequivocabile soluzione: scappare, il prima possibile, dalla zona retrocessione.

Daniela Russo