Si è appena conclusa la prima giornata in bianconero di Manuel Locatelli.

All’insegna di un entusiamo benefico, da parte dei tifosi che, numerosi, lo hanno atteso al J Medical per le consuete visite.

Da parte della tifoseria social, altrettanto numerosa, che non ha fatto altro che twittare gioiosa tutto il giorno.

Ma soprattutto da parte sua, il nuovo numero 27 bianconero, Manuel Locatelli, centrocampista classe ’98.

Il giovane ex Sassuolo, laureatosi da poco Campione d’Europa con la Nazionale azzurra, non ha potuto fare a meno di manifestare tutta la sua felicità per la realizzazione di un sogno alimentato sin dall’infanzia.

Una trattativa lunga, a momenti snervante, tra la Juventus e il Sassuolo. Sembrava quasi che, a un certo punto, le strade di Locatelli portassero in qualsiasi posto tranne che a Torino.

Nel giorno più inaspettato, i due club italiani hanno trovato l’accordo.

La storia dell’approdo di Manuel Locatelli in bianconero riecheggia molto quella (forse più sofferta) di Federico Chiesa tra il 2019 e il 2020.

Manuel Locatelli
Fonte immagine pagina Twitter Juventus FC

Entrambi i ragazzi non hanno nascosto le loro ambizioni e i loro desideri di indossare la maglia della Vecchia Signora e le loro volontà sono state oltremodo determinati nell’indirizzare le trattative.

Entrambi hanno indossato sempre la suddetta maglia come una sorta di ricompensa per una lunga e trepidante attesa.

Nel caso di Federico Chiesa tale sentimento si è tradotto in campo con una stagione a altissimi livelli.

Mi aspetto – con le dovute differenze, s’intende – la stessa cosa da Manuel Locatelli.

Ma c’è di più.

In questo momento storico difficile per la Juventus ( inutile negarlo), la presenza di giocatori che, pur non essendo nomi altisonanti, manifestano attaccamento e dedizione al club è un balsamo toccasana.

Servono uomini che riscoprano genuinamente il piacere e l’orgoglio di fare parte della Juve.

Servono alla squadra, che necessità di ritrovare motivazioni ancor prima che titoli, voglia di scarificarsi ancor prima che meriti personali. Servono a questa squadra, che soprattutto nelle ultime stagione ha dimenticato come essere squadra.

Servono ai tifosi, che, appassionati, hanno bisogno di sentirsi scelti, desiderati, come per ogni passione che conta.

Soprattutto in questo periodo dove il Covid 19 ha isolato le tifoserie e i club.

In questo periodo in cui il calcio viaggia verso l’asetticità e la normalizzazione dei sentimenti sotto il controllo assoluto dell’interesse.

Permettetemi di dire che quel pizzico di piacere in più, per me, deriva dal fatto che si tratta di ragazzi italiani. Che alla Juventus hanno sempre saputo trovare il loro onorevole posto malgrado i campionissimi provenienti dall’estero.

Con l’orgoglio di pensare che, per il prossimo Mondiale, ci sarà ancora una volta un piccolo “zoccolo duro” tutto Made in Vecchia Signora. 

Ovviamente la Juve dovrà ricambiare questo slancio con fiducia, dando al giovane di Lecco lo spazio e il tempo giusti per diventare importante, proprio come è accaduto con il figlio di Enrico.

Ebbene sì, mi sento proprio di dire che questa Juventus ha bisogno di gente come Manuel Locatelli, forse molto di più di nomi luccicanti come Cristiano Ronaldo.

Daniela Russo