Due gol e un assist, oggi è il personaggio indiscusso della finale di Europa League, Carlos Bacca, oggi è il Re di Siviglia.

Una storia da favola: nato in Colombia, a Baranquilla, fino a cinque anni fa aiutava il padre pescivendolo al mercato e faceva il controllore su un bus di linea, ma per coltivare la sua passione si allenava di sera nel Junior de Baranquilla.
Anni di sacrifici prima della realizzazione di un sogno: nel gennaio 2012 lo acquistò il Club Bruges. L’esperienza in Belgio era solo l’inizio di una vita fatta di solo calcio.
“Il passaggio tra i professionisti avvenne a 22 anni nel 2009. Mi diede l’opportunità il professor  Comesaña nel Junior. Nel giorno del mio debutto mancavano 20 minuti alla fine e il match era bloccato sullo zero a zero. Quando Comesaña mi fece entrare, i tifosi fischiavano perché non capivano il cambio. Nessuno conosceva Bacca ma appena toccai palla, feci gol. Questo è il giorno che mi ha cambiato la vita. Entrai a far parte del mondo del professionismo e smisi di lavorare nell’autobus di linea tra Barranquilla e Puerto Colombia. La vita non è facile per una famiglia umile e dovevo collaborare in casa”, ricordava in un’intervista di Rafael Pineda al “El Pais”.Il 10 luglio 2013 passa al Siviglia per una cifra intorno ai 7 milioni di euro.

Bacca, soprannominato “El Peluca” (il parrucca) è sbocciato tardi, ma oggi è uno dei protagonisti della Liga. Alla soglia dei 29 anni ha vinto due coppe d’Europa League di fila con la maglia del Siviglia e oggi è corteggiassimo da molti club.

Religiosissimo, ogni volta che segna si inginocchia e alza le mani al cielo per ringraziare Dio;  nella stessa intervista rilasciata al “El Pais” ha spiegato: “Credo in Dio e lo amo con tutto il mio cuore. Lui mi ha dato le qualità per giocare a calcio e per questo ogni volta che segno alzo le braccia al cielo. Quando iniziai la mia carriera, ho avuto qualche incidente che poteva farmi smettere di giocare. Ho commesso gravi errori. Dio, però, mi ha mostrato la strada. Mi è costato tanto arrivare fin qui, ma ne è valsa la pena. Ho lottato sempre per essere un buon calciatore”.

Un calciatore sulla cresta dell’onda ma che non indossa “creste”; profilo baso, tanto lavoro, amore per la famiglia, i suoi tweet, il suo profilo social, ogni sua dichiarazione è un ringraziamento a Dio: umiltà e fede sono gli ingredienti di Carlos Bacca.

Caterina Autiero