“Nascerà qui al ristorante L’Orologio, ritrovo di artisti, e sarà per sempre una squadra di grande talento. Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo Fratelli del Mondo”.

Nasce così l’F.C.Internazionale Milano: da 44 dissidenti del Milan Football and Cricket Club che non condividevano le nuove regole virate dal Club di non tesserare più calciatori di nazionalità straniera. Il gruppo di quarantaquattro, riunitisi al ristorante l’Orologio, la notte del 9 marzo 1908, decide di confluire in un nuovo ‘sodalizio calcistico’ dando vita al Football Club Internazionale Milano.

Si narra quella fu una notte serena dal cielo stellato e che i colori scelti per disegnarne lo stemma furono ispirati a quella notte, seppur la scelta dell’azzurro trova origine nell’intento di scegliere un colore in contrapposizione al rosso, colore milanista per antonomasia.

Nessuna leggenda, invece, sulla scelta del nome che fu ‘Internazionale’ come quello che avevano deciso di essere: Fratelli del Mondo. L’Inter nasce con l’intento di abbracciare quei talenti provenienti dall’estero che trovavano improvvisamente veto al Milan, una regola che spinse alcuni a migrare verso l’altra sponda del Naviglio.

Nasce così una squadra che ha fatto dell’apertura verso l’altro e ‘lo straniero’ uno stile di vita che va ben oltre un discorso prettamente calcistico e strettamente di campo. Da quella notte di marzo sono trascorsi ben 111 anni e oggi come allora l’apertura verso l’altro, l’integrazione e la promozione di valori quali uguaglianza e fratellanza sono alla base dello spirito etico della Società stessa che ha fatto di esso una vera e propria missione.

Inter Campus, Messico
intercampus.it

Come una missione è diventata trasportare il nome Inter in tutto il mondo, con l’intento di portare un sorriso dove di sorrisi ce ne sono pochi, così come attesta l’impegno sociale espresso tramite Inter Campus, che dal 1997 si propone l’intento di promuovere il Diritto al gioco attraverso il calcio come strumento educativo.

Perché poi l’Inter è anche e soprattutto regalare emozioni da condividere con quanta più gente possibile, nel modo in cui è più bello farlo: giocando nel rispetto di valori anteposti a tutto, persino alla vittoria, all’alzare trofei e riempire bacheche. Giocando più che vincendo, soffrendo più che gioendo, laddove la sofferenza è alternata all’amore, uniti, mischiati e fusi nel turbinio di stranezze proprie di un corredo genetico tutto suo.

“Sempre sola nel senso di solitaria, staccata da tutto il resto, al confine; è sola nel senso di unica, nel modo di pensare, di agire e di rapportarsi con il mondo.

Non mi stancherò mai di ripeterlo, a costo di sembrare banale: l’Inter è una creatura diversa rispetto a tutte le altre squadre.

Nel nostro DNA c’è una piccola dose, o forse qualcosa di più, di sana, lucida follia; l’Inter è genio e sregolatezza, l’Inter è sofferenza, l’Inter è dolore, l’Inter è estasi.

Dall’Inter ci si può aspettare tutto e il contrario di tutto. Vittorie impossibili e tonfi clamorosi, partite della vita e passaggi a vuoto inimmaginabili. È così, storicamente”.

UEFA Champions League 2011/2012 - Inter vs. Olympique Marsiglia
-LaPresse

E non a caso è pazza – come l’inno recita – e non amarla, per chi la porta dentro, è impossibile malgrado tutto, tonfi, scivoloni, sconfitte persino quelle brutte e amare. Malgrado i periodi bui e i momenti ‘no’ che fanno venir voglia di mollare tutto e smetterla di seguirla in trasferta e giù in città. Ad ogni tonfo, però, succede una vittoria e una risalita a riveder le stelle, con quella dose di follia e velo di irrequietezza che solo lei può dare, perché stare domi con lei non si può mai, non è concesso.

inter-triplete-2010-

Lei così pazza e strana, addirittura a tratti borderline. Lei che perde a Catania ma vince a Londra, non vince nulla e vince tutto, dalle stelle precipita alle stalle ma poi ritorna su senza neppure lasciarti il tempo di prendere il respiro. Lei così bella ma maledettamente oscena. Elegante e mai in punta di piedi, che tutto ti dà e altrettanto ti toglie senza mai chiedere permesso, stancante e asfissiante, onerosa e difficile, da gestire quanto da comprendere in ogni sua logica, complicata come solo una Lei sa essere, ma bella da togliere il fiato.

Senza fiato come quell’ora e mezzo in cui niente è mai normale né sconfitta né vittoria, che tanto è sempre la stessa storia.

E allora, ‘a me che sono innamorato non venite a raccontare’ perché per noi, beh, per noi niente è mai normale. Per noi, eterni innamorati, inguaribili sentimentali, sempre incazzati ma mai disinnamorati, masochisti e temerari, caparbi e mai rassegnati in questo mondo fatto di incertezze, l’unica certezza resta quella notte di 111 anni fa quando a nascere fu un amore diventato eterno.

 

Buon compleanno a te, eterna squadra mia
111 anni nel nome degli 1nter1st1

Egle Patanè