Maxence Caqueret.

Un nome imponente (Maxence deriva dal latino “massimo”, ovvero “più grande”) che farebbe pensare a un omone, a un ragazzo  di notevole prestanza fisica.

Caqueret invece, nato a Vénissieux il 15 febbraio 2000, è  un furetto di 1, 74 per poco più di 60 kg, gracile e flessuoso come un giunco, con dei capelli impomatati che ricordano i divi del cinema degli anni Trenta.

Maxence Caqueret
Fonte immagine Profilo Twitter MatthiasDesign

Il viso furbo e intelligente di chi ha già perfettamente capito cosa vuole dalla sua vita, sebbene il ragazzo francese abbia solo 21 anni compiuti da qualche mese.

Solare e spigliato nel parlare, disinvolto nelle interviste, dice di essere stato da piccolo un “enfant model” e che il soprannome datogli da sua madre ( gros, ossia “grande”) già dalla tenera età sembrava quasi anticipare il suo futuro.

Piccolo di stazza, grande nell’intelligenza e nelle ambizioni.

La prima cosa che colpisce di questo centrocampista, prodotto della cantera dell’ Olympique Lyonnais (del resto il giovane è nato in provincia di Lione e lì è cresciuto, anche calcisticamente),  è la straordinaria eleganza con cui si muove.

Un’eleganza che spicca sin dal primo tocco di palla e che si associa a un dinamismo che potrebbe sembrare in contrasto con essa, ma che invece la esalta ancora di più.

La natura, che non lo ha dotato di grandi doti fisiche, ha compensato Maxence con un notevole bagaglio tecnico.

Grazie a esso conta di abbattere le riserve di coloro che lo vedono limitato dalla sua gracilità:

Non penso che il mio fisico mi impedisca di essere efficace. Certo, ci devo lavorare sopra, ma penso che mi sia d’aiuto, ad esempio, per essere più tecnico. Io penso sia un vantaggio.

Il francese, scaltro, ha già capito come compensare con il suo talento naturale quella che nel calcio moderno è considerata una debolezza.

Caqueret è un centrocampista che si guarda sempre intorno, a testa alta, per capire -rapidamente – cosa fare della palla: per questo motivo, è adatto a giocare a copertura della difesa e a impostare il pallino del gioco.

Il suo primo mister diceva di lui che era “come un bambino appena entrato a scuola ma che già conosce l’alfabeto: sa controllare, passare, condurre la palla”.

Gioca  già sicuro di sé, cosciente di essere già in grado di far giocare meglio i compagni, con l’intensità e le energie tipiche di un ventenne consapevole di dover andare contro i luoghi comuni.

Con un aggressività che nulla toglie alla bellezza dei suoi movimenti.

Sebbene, talvolta, l’irruenza della gioventù lo porti a strafare, è questo un difetto che la maturità potrà correggere senza drammi.

Un breve passato da attaccante, perché i suoi allenatori si accorgono subito della sua bravura nella visione d’insieme.

Abile, molto abile in fase di rifinitura, ama (come tutto il Lione,  del resto) giocare in verticale.

È capace di saltare l’uomo già al primo controllo di palla ma, contrariamente a quanto detto fino a ora, non disdegna la copertura difensiva, che sa fare molto bene a dispetto della sua stazza piccola.

A dimostrazione che  non è indispensabile avere una corporatura imponente per fare interdizione, soprattutto se aiutati da un elevato quoziente intellettivo.

Il video che segue mostra molto bene quanto appena esposto:

Pochi minuti, una manciata di azioni che mostrano come Caqueret si posizioni in campo – in relazione sia ai compagni, sia agli avversari – con fine intelligenza, mostrando un atteggiamento, oseremo dire, da veterano.

Con doti complete che vanno dal pressing alla copertura, dalla lettura all’anticipo dell’avversario.

Appare ancora deficitario nel tiro: anche qui il tempo è dalla sua parte perché può assolutamente migliorare.

Maxence Caqueret sembra quasi predestinato a continuare la scia – sempre più “fuori moda” – di Modric, di un centrocampista totale,  che si affida al suo talento prima che alle sue doti atletiche.

Centrocampisti che si infilano come per magia in mezzo alle imponenti maglie avversarie consapevoli che i loro mezzi sono altri, differenti ma non meno efficaci, anche se la narrativa vorrebbe il contrario.

Il giovane Maxence ha le idee chiare e non vede l’ora di poter conquistare la Nazionale Maggiore.

Ed è per questo che è pronto a far innamorare tutta la Francia ( e anche noi qui in Italia).

 

 

Daniela Russo