Il celebre ex attaccante rossonero, tra i più forti e vincenti al mondo, torna in Italia nelle vesti di allenatore dei grifoni.

Obiettivo: la salvezza.

La nuova sfida di Andriy Shevchenko

Nel mondo dello sport ci sono uomini che ne hanno marchiato a fuoco il proprio nome alla storia di una squadra, di una disciplina individuale.

Ci sono uomini il cui nome lo riconosci subito, lo abbini in un attimo ad un volto e davanti agli occhi un’immagine simbolo che rappresenta quell’uomo, si fa avanti.

Ecco, per Andriy Shevchenko è così.

Chi ama il calcio e come età si trova in quella sorta di “terra di mezzo” in cui ci si è nutriti di emozioni calcistiche davvero forti, non può non trovare questo nome familiare.

E questa cosa non riguarda solo i tifosi del Milan, club in cui il fortissimo attaccante ucraino, vincitore anche del Pallone D’Oro nel 2004, ha militato dal 1999 al 2006 e poi dal 2008 al 2009 e con il quale ha vinto un campionato, una Champions League, una Supercoppa europea, una Supercoppa italiana e una Coppa Italia.

Quello di Sheva è un nome che non si dimentica, come non dimenticano le sue giocate, i gol, i successi, la sua faccia da eterno ragazzo e da bravo ragazzo.

 

Dopo aver salutato il calcio giocato (oltre al Milan, ha giocato nella Dinamo Kiev e nel Chelsea) ed aver intrapreso una non brillante strada politica nel paese natale, ha iniziato a percorrere il lungo cammino che lo ha portato a diventare allenatore.

Il mondo del pallone se l’è ritrovato allenatore della Nazionale ucraina, con la quale, di recente, è arrivato fino ai quarti di finale del campionato europeo poi vinto dagli azzurri di Mancini.

L’importante esperienza sulla panchina della Nazionale è stata una vetrina più che prestigiosa per Shevchenko che, dopo qualche mese di stop, è rientrato in pista e lo ha fatto in grande stile.

Dal 7 novembre è infatti, il nuovo allenatore del Genoa, squadra storica dell’italico pallone che attualmente naviga nelle cattive acque della classifica della Serie A e che, dopo un inizio di stagione non certo felice, ha esonerato uno dei suoi allenatori più amati e celebri, Davide Ballardini.

A Sheva l’arduo compito di riportare la squadra alla vittoria, di acciuffare la salvezza e ridare prestigio ad un club che rappresenta una fetta notevole della storia del calcio nel nostro Paese.

Un compito non facile per l’ex fuoriclasse ucraino, alla luce di una classifica che vede di fatto i rossoblù lottare a ridosso degli attuali tre fanalini di coda.

La salvezza è più che possibile per il Genoa, ma l’aver in itinere cambiato allenatore ed avere anche, da meno di due mesi, una nuova proprietà (la società statunitense 777Partners) dopo ben diciotto anni di dominio incontrastato di Enrico Preziosi, rappresenta di fatto, un cambiamento notevole per la squadra genovese.

Forse è il caso più di parlare di stravolgimento che di cambiamento.

Genoa, Preziosi lascia: inizia una nuova era del Grifone

Fatto sta che questo nuovo corso per il Grifone può realmente rappresentare una rinascita e dare il via alla cavalcata verso i lidi sicuri della classifica del campionato.

In tutto questo, l’apporto di uno come Shevchenko non mancherà, fosse solo per il pesante e prestigioso bagaglio che porta con sé della sua esperienza come calciatore.

Al Genoa, ai suoi tifosi, a quella bella fetta rossoblù di una città meravigliosa come Genova e naturalmente a Sheva, un enorme in bocca al lupo per questa difficile ma non impossibile impresa.

Il calcio non è una scienza esatta, anzi, della sua stupefacente inesattezza, nutre le passioni, le speranze e i sogni di chiunque lo viva, di chiunque lo ami.

 

Simona Cannaò