Quale finale di stagione attende il Cagliari dopo una partenza negativa, il cambio tecnico e un mercato riparatore che lascia a desiderare? Con Giancarlo Cornacchia, redattore di Calcio Casteddu, analizziamo la stagione dei sardi 

Mancano 8 giornate alla fine del campionato (9 considerando i recuperi): il cerchio si sta stringendo e da qui alla fine ogni partita assume un peso specifico importante per le sorti conclusive. Chi punta al tricolore, chi all’Europa e chi a salvarsi: si scende in campo per conquistare punti preziosi. Il Cagliari, al momento, può dormire sogni tranquilli ma non troppo… nelle parti basse la classifica è corta e coinvolge molte squadre: lì, in basso, tutto può cambiare da un turno all’altro.

 

E’ in questa fase delicata della stagione che tiriamo le somme di ciò che stato per indagare quel che potrebbe accadere. Analizziamo con Giancarlo Cornacchia, redattore di Calcio Casteddu , la stagione della squadra che fu di Rastelli e oggi è guidata da Lopez.

La stagione è cominciata negativamente e dopo otto giornate giocate e soli sei punti collezionati, Rastelli è stato esonerato. Reputa giusta e necessaria la scelta della società?

Purtroppo l’allenatore paga i risultati. Dopo 8 giornate il bilancio era di sei sconfitte e due vittorie: delle sconfitte, tre sono avvenute in casa con Sassuolo, Genoa e  Chievo, dirette  concorrenti per la retrocessione.  Questo è inammissibile, soprattutto perchè avvenute in casa,  nell’ Arena costruita per rappresentare il fortino per il raggiungimento della salvezza. Il cambio è stato doveroso.

Diego Lopez non era nuovo a Cagliari ed è arrivato in un momento particolare. Come giudica l’insediamento e l’operato del mister fino a questo momento?

Purtroppo, negativo. E’ vero che ha fatto diversi punti ma il Cagliari ha mancato appuntamenti importanti. Da tempo la squadra sembra aver perso l’entusiasmo iniziale. Contro Sassuolo e Chievo Verona nel girone di  ritorno e anche contro il Benevento, la squadra si è dimostrata molle e priva di idee e personalità. Escludiamo la vittoria contro il Benevento, attribuibile alla fortuna e non a  grandi meriti,  il Cagliari non gioca,  non attacca e non colleziona punti.

Ad oggi la classifica dice 29 punti: cinque di distacco dal terzultimo posto (con un turno da recuperare). Crede che la vittoria in pieno recupero durante l’ultima giornata possa rappresentare, metaforicamente, una ripartenza per il Cagliari?

Vincere aiuta a vincere e i tre punti sono quelli che contano. Il problema,  però,  è che la squadra  non gioca, non attacca. Il risultato a  Benevento è stato un grandissimo colpo di fortuna. Servono  gioco e fase offensiva. Certo,  i punti di distacco fanno al momento dormire sonni tranquilli ma attenzione alla Spal che  sta correndo e che  a mio avviso si salverà. Escludendo il Benevento che sembra oramai quasi destinato alla  retrocessione, Crotone e Verona alternano prestazioni incoraggianti ad altre dove è come se non  scendessero in campo. Si devono mantenere i denti saldi, il  calendario è impegnativo e il Cagliari è atteso da difficili scontri fuori casa. E’ necessario “darsi una svegliata”.

In 28 partite i gol realizzati sono solo 27 mentre le reti incassate ben 44. E’ la fase difensiva il fattore determinante di questo andamento altalenante?

Mah, no. Il Cagliari ha risentito dell’assenza di  Cigarini, faro del gioco dei rossoblù. La fase difensiva  ha alternato momenti importanti di solidità a momenti di totale appannamento. Rispetto allo scorso anno, però,  quando i gol totali incassati sono stati ben 82, questo reparto con la difesa a tre è migliorato anche se si può comunque fare meglio. C’è stata l’esplosione calcistica di Romagna di cui la società è molto contenta. Si spera, quindi che insieme a  Castan e Ceppitelli si migliori ancora di più.

A gennaio il club ha cercato di intervenire sulla fase difensiva, ad esempio con l’arrivo di Castan dalla Roma. Reputa che il ds si sia mosso bene in tal senso o crede si potesse azzardare di più durante il mercato riparatore?

Il ds si è mosso malissimo. Rossi ha, insieme alla società, fatto un mercato pessimo. Non solo questo inverno ma anche la scorsa estate. Noi, come redazione anche, abbiamo cercato di sottolineare che serviva un sostituto di Cigarini: c’era Santiago Colombato,  21 anni, che era reduce dalla Serie b ed è stato mandato nuovamente in prestito nella medesima serie per “fare esperienza”. A 21 anni l’esperienza un giocatore già la ha e deve essere mantenuto nell’ambiente della serie A, con la propria squadra.  Il Cagliari ha una panchina di giocatori non pronti per la massima serie: una rosa scarna e stando ai numeri, escludendo  l’undici iniziale, molti si stanno dimostrando inadatti. La responsabilità, in tal senso, è  del ds della  stessa società.

Restando in tema mercato. Barella sta dimostrando tutto il proprio potenziale e già figura sulle agende di molti club. Riuscirà il Cagliari a trattenerlo a casa, magari facendo di lui una bandiera?

Assolutamente no, non rimarrà a Cagliari. Ha dimostrato la sua piena maturità (esemplare la responsabilità che si è preso al 97’ di tirare un calcio di rigore decisivo per il risultato). È un ragazzo maturo e potrebbe fare bene in una squadra dal blasone maggiore. Il Cagliari vuole fare anche cassa con la sua cessione, a seguito  delle spese ingenti inerenti lo stadio nuovo  e i  13  milioni  spesi per Pavoletti che, per una squadra che lotta per retrocedere, sono molti. La società, dunque, punta a ripianare le spese e a ad utilizzare i soldi dell’eventuale vendita per affrontare meglio la prossima stagione. Certo è che tutto ciò sarebbe possibile soltanto in caso di salvezza.

Un altro giocatore è stato centro di discussione in queste ultime settimane e per ben altre ragioni: Joao Pedro. Lei che vive la piazza ci illustra come è stata vissuta questa situazione dalla tifoseria?

Male, molto male. È vero che dopo  i 5 gol realizzati, negli ultimi mesi non rendeva come ha fatto in precedenza. Un esempio è rappresentato dal calcione dato a Chiesa che gli è costato con 4 giornate di squalifica. Adesso  questa ciliegina sulla torta.  Al momento si attendono ancora i risultati definitivi delle analisi, però ha terminato  la stagione. Si dovrà pronunciare il tribunale sportivo e come ha detto anche il suo legale,  si punta ad una squalifica di sei mesi anche se, a mio avviso,  il rapporto con il Cagliari si è inclinato definitivamente. Non credo che il prossimo anno vestirà ancora questa maglia.

Sabato, dopo lo stop  Nazionale, arriva il Torino. A seguito della sconfitta contro il Napoli, del pareggio con la Lazio e della vittoria in extremis con il Benevento di cui abbiamo parlato, può questo match rappresentare uno step decisivo e di conferma per i rossoblù?

La speranza è quella. Il Torino è in crisi ma il Cagliari ha la capacità di resuscitare le squadre in difficoltà. Lo ha fatto contro il Chievo Verona  che non vinceva da novembre, con il Sassuolo, squadra in crisi dopo il primo periodo di guida di Iachini, i rossoblù hanno rischiato di regalargli tre punti. Si deve giocare per i  tre punti che sarebbero una conferma e grazie ai quali si potrebbe dare una spallata alla classifica, distanziandosi ulteriormente dalle ultime tre. È un turno favorevole sulla carta per il Cagliari, però,  le squadre di Mazzarri possono sfoderare prestazione da un momento all’altro. Il Cagliari deve pensare a offendere e mettere da parte l’atteggiamento rinunciatario.

Chiara Vernini