Matteo Bordiga, scrittore e giornalista assai vicino al Cagliari Calcio, è il nostro interlocutore con il quale affrontiamo l’andamento del club sardo e alcune possibili vicissitudini in vista del calciomercato invernale.

Ha pubblicato nel 2014 L’Isola dei Giganti (Cuec), libro-inchiesta sul Cagliari scudettato con interviste corali a tutti i protagonisti della grande impresa isolana.

Nel 2016 ha dato alle stampe Le Sette Note del Contrappasso (Leone Editore), raccolta di ballate narrative liberamente ispirate alla poetica di Fabrizio De André (con CD musicale allegato).

Nel 2018 ha pubblicato Italia ’90. Il sogno mancato (Leone Editore), racconto dettagliato del Mondiale italiano con interviste esclusive agli azzurri all’epoca allenati da Azeglio Vicini.

Con la stessa formula, e sempre con i contributi dei calciatori protagonisti, è uscito nel 2020 Azzurro 2006: un riscatto mondiale (Bookroad), incentrato sul Mondiale tedesco che ha consegnato all’Italia la sospirata quarta stella.

Nel 2020 ha pubblicato Cagliari. 100 anni in Rossoblù. La storia, i giocatori, le vicende della squadra di calcio simbolo della Sardegna (Arkadia Editore), la più completa e affascinante storia del Cagliari con immagini inedite e un’esclusiva intervista “a tutto campo” del presidente Giulini.

 

Libro Matteo Bordiga

Nella passata stagione, i rossoblù dopo tredici giornate di campionato avevano 11 punti in più rispetto ad oggi (l’ultimo successo è datato 7 novembre). A cosa si deve questo andamento altalenante?

L’andamento altalenante c’è stato anche l’anno scorso visto che il Cagliari ha fatto un girone di andata strepitoso – tra le prime quattro squadre –  ma poi ha fatto un girone di ritorno terribile, un crollo verticale in cui ha fatto pochissimi punti ed è arrivato alla fine quattordicesimo.

Quest’anno si sperava in una squadra un po’ più competitiva, in realtà il Cagliari sta mettendo in mostra una discontinuità di rendimento preoccupante.

Aveva iniziato abbastanza bene giocando anche in maniera interessante, aggressivo alla 4-3-3 di Di Francesco che poi è diventato un 4-2-3-1.

Nell’ultimo mese e mezzo la squadra ha avuto una piccola involuzione dal punto di vista del gioco e non soltanto dei risultati, ultimamente sta rendendo abbastanza poco.

E’ una squadra talentuosa perché ha un buon centrocampo anche se un pochino debole perché nel nuovo modulo i centrocampisti non vengono supportati adeguatamente e nella fase di non possesso la squadra subisce perché va in inferiorità a centrocampo.

Oltre all’aspetto tattico, c’è anche un problema di atteggiamento: ultimamente il Cagliari sta giocando partite troppo dimesse, attaccando e aggredendo i primi minuti e poi per il resto della partita aspetta l’avversario incassando puntualmente gol.

Questo purtroppo va un po’ contro quella che è la mentalità di Di Francesco.

Veniamo da anni di mediocrità in cui la squadra si è sempre classificata nella parte destra della classifica ed è difficile dare una mentalità vincente a calciatori che sono abituati a considerare la salvezza come un buon risultato mentre per noi tifosi la salvezza è solo un punto di partenza e anche per il presidente.

La società si è posta come obiettivo quello di passare costantemente nella parte sinistra della classifica scalando posizioni anno dopo anno fino ad arrivare anche a giocarsi un posto in Europa League quando avrà anche uno stadio cioè tra due anni al posto del vecchio Sant’Elia.

Credi che l’organico a disposizione del tecnico Di Francesco abbia qualche falla in particolare?

Un tempo si parlava dei terzini che non c’erano, ora invece abbiamo Zappa che è un buon terzino destro molto bravo in fase offensiva, un po’ meno in fase difensiva. A sinistra abbiamo Lykogiannis che ha un buon piede e sta migliorando.

Qualche centrale in più servirebbe per alternarsi potrebbe essere utile.
In attacco vedo un’abbondanza.

E’ una squadra che ha le carte per poter ambire sicuramente a posizioni più alte rispetto al solito.

Si potrebbe pensare di acquistare Nainggolan che dovrebbe essere l’obiettivo del prossimo inverno che è un giocatore polivalente.

Secondo me l’unico acquisto veramente importante  è un centrocampista centrale in più che possa rinforzare il reparto e possa dare respiro ogni tanto a Rog e Marin e dare allo stesso tempo qualità e quantità.

Mi hai fornito un assist: i primi di gennaio si aprirà la finestra invernale di calciomercato 2021. Sembra che il Ninja dal cuore rossoblu stia per tornare a casa come da sua esplicita richiesta all’Inter. Cosa può dare alla squadra?

Rafforzerebbe moltissimo il centrocampo e darebbe allo stesso tempo qualità e quantità. In più darebbe personalità perché a questo Cagliari manca proprio quella. Manca un leader capace di trascinare la squadra quando è difficoltà, un leader con la mentalità vincente capace di reagire quando si prende un gol e di dare la spinta alla squadra anche quando si è in vantaggio rimanendo alti e continuare ad attaccare.

Nainggolan è un calciatore capace anche di dettare i ritmi a centrocampo, succedeva anche lo scorso anno al Cagliari dove lui era il leader indiscusso e speriamo possa ritornare a farlo.

Radja Nainggolan
Fonte immagine: Profilo ufficiale Facebook Cagliari Calcio

Considerando che i nerazzurri chiedono contropartite, credi che il gioco valga la candela?

Dipende da quali sono le contropartite.
Se sono Cragno o Nandez no, perché Nainggolan ha quasi 33 anni ed è un calciatore che ti può dare tanto per altri 2-3 anni ma non di più.

I due del Caglairi sono calciatori più giovani e che anno un valore di mercato decisamente superiore e che in prospettiva possono essere rivenduti a prezzi molto più alti.

Al massimo si potrebbe fare un accordo su qualche giovane forte del vivaio più un conguaglio economico e non i milioni che chiede l’Inter.

L’Inter d’altra parte fa bene a liberarsi di Nainggolan considerato elemento di disturbo nello spogliatoio, Conte non lo vede e non fa mai bene avere un giocatore così di spessore fuori dalla rosa che potrebbe creare dei dissapori.

Oltre all’assenza di vittorie, nelle ultime giornate si registra anche il digiuno degli attaccanti: cosa sta accadendo nel reparto offensivo? e perché Joao Pedro e Giovanni Simeone, fino a poco tempo fa considerati letali, non riescono più a essere brillanti?

Joao Pedro è stanco, ultimamente sta giocando abbastanza dimesso.
Ha giocato sempre, non si è mai fermato, si fa trovare pronto sotto porta, è un cecchino quando deve tirare però a volte non da grande appoggio in fase di manovra.
Fisicamente non è molto prestante, ma l’accompagnamento in fase offensiva lascia molto a desiderare.

Simeone si trova molto bene con lui però ora lui ha avuto il Covid ultimamente e chiaramente non è in forma e quindi dovranno ritrovarsi.

La coppia Joao Pedro-Simeone è stata quella più redditizia nel passato recente del Cagliari quindi speriamo possano ritornare a dare soddisfazioni.

Anche Pavoletti è un buon giocatore, molto utile sui crossi alti  e anche lui può essere una buona alternativa a Simeone, da schierare sempre con Joao Pedro dietro con cui ha una buona intesa.

Joao Pedro
Fonte immagine: Profilo ufficiale Facebook Cagliari Calcio

A differenza loro, lo hai citato prima, Lykogiannis sembra finalmente esploso. Il greco è finalmente maturo o ha bisogno, come quest’anno, di sentire la totale fiducia del tecnico?

Non facciamoci ingannare dal bellissimo gol su punizione che ha fatto contro l’Udinese. Lui ha un bellissimo sinistro, sta migliorando in fase difensiva ma credo ancora abbia dei limiti al quale deve ovviare.

A volte è troppo irruente negli interventi, in difesa lascia ancora a desiderare, copre poco gli spazi mentre davanti si porta sempre con una buona continuità e può essere utile con i suoi cross e tiri dalla distanza ma difensivamente ha molto da imparare.

L’allenatore ha cominciato con un modulo, poi ha cambiato adattandosi alle caratteristiche dei calciatori. Credi che Di Francesco si sia ambientato bene in terra sarda e possa costruire un ciclo come accaduto con il Sassuolo?

E’ quello che noi ci auguriamo ed è il motivo per cui è stato preso, per costruire un progetto e per inaugurare un ciclo a lungo termine.

Lui è stato intelligente perché inizialmente aveva messo Joao Pedro esterno non rendeva perché lui non è un calciatore dinamico, lo ha rimesso al centro dell’azione offensiva e ha ripreso a giocare bene.

Ora sta giocando con il 4-2-3-1 e sta rendendo a fasi alterne.

E’ l’allenatore giusto per costruire un progetto perché è un allenatore che ha un’idea di calcio molto chiara: palla a terra, calcio veloce e d’attacco, pressing alto ma non è sempre è riuscito a farlo esprimere con il Cagliari ma in futuro lavorando sulla rosa potrà riuscire a tirar fuori un Cagliari finalmente forgiato in attacco.

I giocatori ci sarebbero e si sta adattando a quelli che ha a disposizione anche se avrebbe bisogno anche di altri interpreti per esprimere al meglio la sua idea di gioco.

Raffaella De Macina