Bruno Pizzul, l’inconfondibile voce degli Azzurri in esclusiva sulle nostre pagine 

 

Pronti, partenza, via. Gli Europei di calcio, dopo un anno di attesa, sono finalmente alle porte e l’Italia di Mancini è pronta. Chi vincerà? Chi sono le avversarie da temere? Ne abbiamo parlato con Bruno Pizzul: ex calciatore, giornalista, telecronista delle partite della Nazionale di calcio dal 1986 al 2002, ma soprattutto voce inconfondibile e storica della tv italiana, che di Europei ne ha raccontati ben quattro!

A tu per tu con Pizzul, tra propostici, ricordi azzurri e aneddoti. “Tutto molto bello”.

Fonte immagine: Twitter
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L’Europeo è alle porte, come vede l’Italia di Mancini?

Si è creato intorno alla squadra un clima di fiducia, di condivisione per il lavoro svolto dal CT. Intorno a questa Nazionale è fiorito un nuovo interesse da parte di tutti. Credo però che si siano create delle aspettative un po’ eccessive, anche se Mancini e un po’ tutti gli altri hanno detto che il risultato accettabile sarebbe l’approdo alle semifinali. Indubbiamente la squadra può far bene, anche se naturalmente i risultati lusinghieri ottenuti fino a questo momento, la lunga serie di successi sono stati frutto di partite quasi tutte giocate con squadre inferiori, tecnicamente, tatticamente e anche per storia calcistica. Adesso bisognerà vedere come questi ragazzi sapranno disimpegnarsi in partite nelle quali anche l’agonismo, la determinazione, la grinta, oltre alla bravura tecnica e tattica costituiscono banchi di prova molto più credibili. Io spero facciano bene, vanno seguiti, ma senza caricarli di eccessive aspettative. 

Pronostico sugli Azzurri? Chi è la grande favorita del torneo?

Direi che sulla carta ci sono almeno tre o quattro squadre più forti dell’Italia: la Francia, la Spagna, la Germania e il Belgio soprattutto, è una squadra che può fare molto bene. Ovviamente però sono formazioni con le quali anche noi possiamo vincere ma con le quali possiamo anche perdere.

Bisognerà vedere come ci si comporterà fin dall’inizio. Sintomatico è il modo in cui ci stiamo preparando ad affrontare questa Turchia. Al momento del sorteggio siamo stati tutti molto contenti e adesso invece comincia a serpeggiare un pizzico di giusta preoccupazione perchè ormai in campo internazionale non esistono più squadre materasso come una volta. Sono tutte nazionali molto forti, nelle quali militano giocatori che sono impegnati nei campionati europei più qualitativi. Anche la Turchia ha 5/6 elementi di gran valore e quindi bisognerà stare attenti. 

Cosa ne pensa del girone? L’avversaria più temibile?

Per frase fatta che possa sembrare, sposerò quella che dicono tanti allenatori: la partita più importante e difficile è la prossima. Quando ci toccherà la Svizzera diremo pure così, per adesso diciamo la Turchia. 

Le esclusioni di Kean e di Politano sono state tra le più chiacchierate. Cosa pensa di queste scelte del c.t.? 

L’ha sottolineato in modo molto efficace lo stesso Mancini, dicendo che si è trattato di scelte dolorose e determinate il più delle volte anche da una situazione generale di forma dei calciatori che evidentemente solo lui e il suo staff hanno potuto valutare. Personalmente Politano è un giocatore che mi piace molto e io l’avrei tenuto ma naturalmente credo che le scelte che sono state fatte siano state estremamente ponderate e giustificate anche dagli equilibri che devono esistere anche nella scelta dei 26 giocatori. 

Tra i convocati invece su chi punterebbe? 

Naturalmente ci sono tanti ragazzi che stanno facendo bene e a lungo. Insigne per esempio ha ormai il ruolo, riconosciuto anche dagli altri, di trascinatore. C’è Jorginho che è un grande equilibratore, così come è lecito attendersi un rendimento migliore, rispetto alle ultime uscite, da Immobile e degli altri attaccanti. Sono curioso invece di vedere all’opera i difensori contro avversari molto pericolosi, soprattutto perchè alcune nazionali hanno degli attaccanti velocissimi, che potrebbero mettere in difficoltà i nostri uomini dietro. 

Cosa ne pensa del caso Donnarumma-calciomercato, potrebbe influenzare il suo Europeo?

Speriamo di no, però francamente è un altro episodio di questo calcio ormai caratterizzato da gestioni non più soltanto di tecnica sportiva, di passione sportiva. Costituiscono degli affari di carattere economico che hanno fatto perdere al calcio quel suo sentimento di carattere romantico che una volta era rappresentato dall’attaccamento alla maglia, dal fatto che molti giocatori consumavano gran parte della loro carriera sempre nella stessa squadra. Donnarumma per il Milan sembrava destinato a essere un punto di riferimento costante, laddove invece abbiamo visto che tutto è saltato proprio perchè il dio denaro ormai comanda più di tutto il resto.

Fonte immagine: Twitter
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Nella sua carriera ha raccontato la Nazionale in 4 Europei, qual è stata la partita più bella o emozionante da narrare? E quale invece la più complessa?

Quella più complessa è stata la finale agli Europei in Belgio-Olanda (nel 2000), sia per il risultato finale caratterizzato da quella rimonta dei francesi, sia per quanto era capitato prima della partita. Alcuni giornalisti italiani, anche della Rai, erano stati caricati dalla polizia perchè volevano riprendere il comportamento degli olandesi che non consentivano ai nostri tifosi portatori di handicap di accedere allo stadio, nonostante avessero il permesso e i biglietti. I nostri operatori e giornalisti volevano riprendere la scena, ma sono stati portati via, anche in prigione. Il tutto è stato molto duro da digerire durante lo svolgimento della partita e soprattutto dopo.

Molto bella, invece, la semifinale sempre in Olanda, con Toldo che parava tutto, con gli olandesi che hanno sbagliato tantissimi rigori. È stata una serata molto piacevole, molto bella, anche se io francamente devo dire che mi sono divertito molto a commentare le partite dell’Europeo vinto dalla Danimarca (1992).

L’Italia non c’era. I danesi hanno vinto dopo essere stati ripescati, erano ormai in vacanza, sono tornati lì senza preparazione e hanno vinto stracciando tutti. Noi, che non avevamo l’Italia, avevamo scelto proprio i danesi come nostri beniamini. È stato un episodio davvero straordinario, che ci racconta come nel calcio possano esistere momenti che sono strettamente imparentati con la leggenda.

Negli anni ha narrato le gesta di tanti grandi da Baggio a Signori, da Del Piero a Vieri, fino a Totti, Maldini e Cannavaro. Chi l’ha colpita particolarmente? 

Tantissimi personaggi. Con i grandi calciatori ma anche con i meno grandi c’era un rapporto di amicizia, anche tra giornalisti e calciatori, che oggigiorno non esiste. Era frequentissimo per noi giocare a carte, a biliardo, trovarsi con le famiglie. Oggi purtroppo i rapporti avvengono solamente attraverso i social che sono un modo di comunicare quantomeno insidioso. 

C’è un giocatore con cui ha ancora un particolare legame?

Purtroppo quando faccio un riferimento di questo tipo, non posso non notare che negli ultimi tempi c’è stata una serie durissima di lutti che ci hanno colpiti. E molti hanno proprio toccato ragazzi, io li chiamo così, con i quali io avevo rapporti di amicizia vera e propria. Come per esempio Facchetti, Prati, Bellugi. Fare l’elenco purtroppo diventa un momento di commozione. Perchè quando vengono a mancare degli uomini del genere, come il mio fraterno amico Burgnich e via dicendo, sono momenti veramente difficili da sopportare. 

Un aneddoto sulla Nazionale che ricorda con piacere? 

Durante i Mondiali di Italia ’90 si era venuta a creare una situazione piacevolissima di frequentazione comune. Gli italiani erano in ritiro collegiale sulle colline romane e noi andavamo praticamente ogni giorno a trovarli, anche quando non avevamo incarichi di lavoro. Si giocava a biliardo, ci si prendeva in giro. Quella era una  Nazionale in cui Vicini era riuscito a creare uno spirito di piacevole convivenza, quasi goliardica. E direi che, in quest’ottica, è abbastanza vicino lo spirito che Mancini è riuscito a trasmettere ai suoi ragazzi. Sembra di vedere quella che era la Sampdoria con Vialli, Mancini. I ragazzi si divertivano e divertivano chi andava a vederli e c’era questo clima di cameratismo e goliardia davvero piacevole. Spero che questo li aiuti a giocare divertendosi, evitando quegli stress che purtroppo frequentemente colpiscono i giocatori quando sono sottoposti a impegni particolarmente assillanti.

La partita che non ha raccontato ma che avrebbe voluto raccontare?

L’ho vissuta stando accovacciato vicino a Martellini, però l’avrei raccontata molto molto volentieri, ovviamente l’epopea di Spagna. La finale è stata una partita non difficile, l’Italia l’ha vinta facilmente, però in un clima di entusiasmo, di quasi incredulità da parte degli stessi calciatori che hanno sciorinato una prestazione davvero notevole. Quella è l’impresa che è veramente rimasta scolpita nella fantasia, nel cuore di tutti.

Alessandra Cangialosi