Un campionato di calcio può durare due anni? Sì, è possibile. È accaduto in Colombia, dove dal 2013, tra diverse difficoltà e una grande voglia di combattere, si è concluso da poco il Campeonato Nacional Más Allá del Balón, il primo torneo dedicato esclusivamente agli “indigeni” del Paese sudamericano. Durante le partite di questo esemplare campionato, messo in piedi dalla Organización Nacional Indígena de Colombia (Onic) e presentato a Bogotà da Carlos Valderrama, calciatore stella della Colombia, si sono scontrati ottanta degli oltre cento gruppi dei nativi colombiani… nel segno del pallone, lo sport più famoso al mondo, per denunciare i soprusi che ancora oggi subiscono gli indigeni. Il torneo, iniziato nel 2013, è terminato solo alla fine di aprile 2015. Nella sua fase finale, disputatasi nella capitale dello stato sudamericano, si sono presentate le dieci squadre vincenti dei rispettivi campionati regionali, e il Caldas ha trionfato battendo per 2-1 lo Zenù.

Il Campeonato Nacional Más Allá del Balón, oltre ad avvicinare allo sport i giovani delle tribù e a tenerli lontani dai gruppi paramilitari, serve anche a fare incontrare gruppi con abitudini e tradizioni assai diverse tra loro, per favorirne l’integrazione“, ha dichiarato Juan Pablo Gutiérrez, portavoce dell’Onic. Grazie a questo importantissimo campionato, lo sport colombiano è riuscito a dar voce ai nativi del Paese, a opporsi alla “caccia all’indigeno” tanto praticata dalle élite sudamericane e a trovare una soluzione al problema della possibile estinzione di queste precarie popolazioni.

Continua Gutiérrez: “Il pallone è ormai parte della struttura sociale culturale di questi villaggi, un netto cambio di paradigma rispetto a tutte le folkloristiche e stantie rappresentazioni dei nativi colombiani“. Un modo sano per unirsi, per condividere, per lottare… e, magari, per sognare in una Colombia migliore.

Eleonora Tesconi