Non si può parlare di Milan senza parlare di Massimo Ambrosini, lui uno dei giocatori simbolo della storia del Club con ben 17 anni di carriera rossonera alle spalle. Poche parole e tanti fatti che lo hanno fatto da subito entrare nel cuore dei tifosi che oggi, nel giorno del suo 38.mo compleanno, non hanno perso occasione per dimostrargli ancora una volta tutto il loro grande affetto.

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Ambro, arrivato in rossonero nell’estate del 1995, con la maglia del Diavolo ha vinto tutto quello che era possibile conquistare.  Numeri che fanno “paura” i suoi, 489 presenze e 32 gol senza dimenticare i 12 trofei conquistati di cui tre alzati al cielo con la fascia da capitano: la Super Coppa Uefa vinta contro il Siviglia nel 2007, lo Scudetto e la Super Coppa Italia a Pechino contro i cugini interisti nel 2011.

Zaccheroni è il tecnico che per primo ha creduto nelle potenzialità di Massimo facendo di lui uno dei perni del centrocampo rossonero assieme ad Albertini, ma è con Carletto Ancelotti che Ambrosini ha scritto pagine indimenticabili della storia milanista.

Due Champions League, due Super Coppa Uefa e un’Intercontinentale più uno Scudetto, una Coppa Italia e una Super Coppa italiana negli anni di Ambro e Carlo al Milan. Come dimenticare poi la finale Champions all’Old Trafford del 28 Maggio 2003 contro la Juventus o Atene 2007. Il Milan vinceva la sua settima Coppa dei Campioni e l’Inter il suo quindicesimo scudetto e tra la folla del pubblico rossonero festante in Pizza Duomo proprio Ambro, in versione tifoso doc,  sventolava il celebre striscione con scritto: “Lo scudetto mettilo nel culo”, salvo poi presentare doverose scuse il giorno seguente.

Massimo Ambrosini oggi e per sempre nel cuore di tutti i milanisti veri che mai dimenticheranno la storia del loro numero ventitré.

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Cecilia Stuani