Fin dai primi inizi del mondo del cinema, i remake, termine di origine anglosassone che identifica la rielaborazione di un’opera cinematografica, appassionano e intrattengono il pubblico.

Ma cosa accomuna questa pratica, sempre più utilizzata, e la situazione della Società Sportiva Calcio Napoli?

A questa domanda si può facilmente rispondere tenendo in considerazione il percorso travagliato degli allenatori che si sono seduti sulla panchina del Napoli durante i 17 lunghi anni di proprietà di Aurelio De Laurentiis.

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fonte immagine: profilo twitter uff SSC Napoli

Come in un remake di un film, il copione segue la stessa identica sceneggiatura: l’arrivo di un nuovo allenatore con sorrisi e abbracci tra lui e il presidente che promettono al fedele popolo partenopeo una nuova stagione gloriosa.

L’inizio della stagione sembra corrispondere alla sceneggiatura, soprattutto dal punto di vista dei risultati. Dopo poco tempo, che sia un anno o pochi mesi qualcosa si spezza: da quel momento vi susseguono frecciatine, parole colme di verità nascoste e frasi che portano quel rapporto a rompersi, influenzando così i risultati e le prestazioni in campo.

L’ultimo rapporto, in ordine cronologico che ha visto questo finale è stato l’addio di Gennaro
Gattuso.

L’allenatore calabrese era arrivato un anno e mezzo prima, nel dicembre del 2018 risollevando il Napoli dopo l’esonero dell’allenatore pluripremiato Carlo Ancelotti.

Un lavoro duro essere l’allenatore del Napoli, in quanto ogni scelta deve essere calcolata e ponderata per non ricorrere in futili incomprensioni e rapporti sregolati.

La scelta di Aurelio de Laurentiis quest’anno è ricaduta su Luciano Spalletti, allenatore di origini toscane che ritorna dopo un biennio di pausa su una delle panchine più importanti della Serie A.

Un ritorno al passato insomma, come “erede” di Walter Mazzarri e Maurizio Sarri, che come lui hanno origini toscane e che hanno portato il Napoli a dei grandi livelli nella sua storia.

Il primo lo ha riportato nel 2010 alle qualificazioni di Europa League e nel 2012 in Champions League dopo rispettivamente diciotto e vent’anni anni di assenza; il secondo è ricordato per il record di punti nel 2018.

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fonte immagine: profilo twitter uff SSC Napoli

Cosa quindi ci si aspetta da Luciano Spalletti?

La risposta più semplice è quella di centrare la qualificazione in Champions League, traguardo mancato per due stagioni consecutive.

Il tecnico toscano ha riportato ben tre squadre alle qualificazioni di Champions League: l’Udinese, la Roma e l’Inter, sua ultima esperienza lavorativa.

Si aggiungono al suo personale palmares la vittoria di un campionato russo, 1 coppa di Russia e 1 supercoppa di Russia vinti con lo Zenit San Pietroburgo.

Spalletti può essere l’uomo giusto per compiere quest’impresa?

Per quanto riguarda i risultati calcistici è ancora maturo parlarne, avendo potuto ammirare soltanto i test precampionato, ottimi ma pur sempre delle amichevoli.

Ciò che ha colpito la tifoseria è stata la sua reale ammirazione verso il legame sincero tra la squadra e Napoli, la città del “chi ama non dimentica” o del più moderno “Sarò con te”.

L’espressa volontà del nuovo allenatore, di far apporre sulle casacche questo slogan, che rappresenta una vera dichiarazione di fedeltà, ha unito ancor di più Spalletti e i tifosi napoletani.

Tutto ciò si va ad aggiungere alle dichiarazioni rilasciate da Spalletti sull’importanza del ritorno dei tifosi allo Stadio, definendoli il 12° uomo in campo.

Questo legame, Spalletti l’ha già assimilato bene così come ha compreso quanto la tifoseria porti rispetto e consacri nel momento di vittorie e risultati positivi, ma che spesso diventa spietata e sottilmente crudele non momento del tradimento, delle sconfitte e delusioni.

Rapporto che sembra simile allo scontro presidente – allenatore.

Amante delle pressioni e degli stimoli delle tifoserie, Spalletti è visto come l’uomo giusto per portare il Napoli verso nuove vittorie.

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fonte immagine: profilo twitter uff SSC Napoli

Personalità forte e schietta la sua, senza fronzoli e giri di parole che ha già impressionato i tifosi, colpiti dalla sua conoscenza della passione chedeve unire giocatori, allenatori, città e tifosi.

Gli elementi per la nuova stagione 2021/2022 ci sono tutti.

Vi è il ritorno dei tifosi allo Stadio Diego Armando Maradona, una nuova visione del gioco, una mentalità più napoletana e un nuovo allenatore che ha già convinto.

Il nuovo film è pronto per essere girato; le aspettative promettono bene ma sarà solo il campo, unico e solo giudice a dare i risultati.

 

Rosaria Picale