Yelena Boskov, giornalista e consorte del mitico allenatore serbo, si è spenta nella sua casa di Novi Sad.

Due giorni fa se n’è andata la signora Yelena Milanovic, meglio conosciuta come Yelena Boskov.

La consorte del celebre allenatore si trovava nella natia Serbia ed aveva ottantasei anni.

Serba come il marito, giornalista, ha praticamente passato la vita insieme a Vujadin, prima centrocampista e poi allenatore di lungo corso (anche della nazionale jugoslava) che in Italia ha fatto storia allenando squadre come Sampdoria, Roma e Napoli ma anche perché è a tutt’oggi ancora nell’immaginario collettivo del mondo del calcio, il dispensatore di massime e citazioni surreali e originalissime.

E a proposito di Sampdoria, la signora Yelena negli anni d’oro della Samp, sotto la presidenza di Paolo Mantovani, è sempre stata accanto al marito, mister e trascinatore di quella squadra straordinaria che regalò alla sua tifoseria, lo storico primo e ad oggi unico scudetto della sua storia.

Era la stagione 1990-1991 e in quella Samp giocavano tra gli altri, giovanotti come Gianluca Vialli, Roberto Mancini (i gemelli del gol), Pietro Vierchowod, Toninho Cerezo, Attilio Lombardo, Moreno Mannini, Luca Pellegrini, Fausto Pari, Srečko Katanec, Giuseppe Dossena, Marco Lanna.

E lo stesso Lanna, attuale presidente della UC Sampdoria, ha espresso a nome di tutta la società e dei tifosi, l’accorato messaggio di cordoglio per la scomparsa della signora Boskov.

Gli anni d’oro doriani, in cui la squadra blucerchiata arrivò perfino in finale dell’allora Coppa dei Campioni contro il Barcellona, persa poi ai supplementari per una rete di Koeman su calcio di punizione.

Una presenza, quella di Yelena Boskov, che in Italia negli anni ’90, si è fatta sentire e apprezzare anche durante la messa in onda dell’iconica trasmissione Rai “Quelli che il calcio…”, ideata e condotta per lungo tempo da Fabio Fazio, grande tifoso doriano nonché noto estimatore di Boskov.

Incursioni garbate le sue, con piacevoli e divertenti siparietti inscenati insieme al pirotecnico marito, che sono rimaste negli annali della televisione e nei ricordi di un calcio che, ahinoi, non c’è più.

Il saluto e il ricordo del mondo del calcio ad una signora che ha vissuto i fasti di un tempo che ad oggi sembra lontanissimo e che si rimpiange troppo spesso per la sua “meravigliosa normalità”.

Simona Cannaò