Adriano Galliani è andato a suonare il campanello di casa Destro per convincerlo a indossare la maglia del Milan. Missione compiuta, Mattia Destro è sbarcato a Milano nel mercato di gennaio dalla Roma in prestito con diritto di riscatto fissato a 16 milioni di euro. Il romanista aveva iniziato anche bene la sua avventura in rossonero con il gol all’ Empoli alla sua seconda partita ufficiale, poi man mano le sue prestazioni sono calate, fino ad essere messo in panchina contro il Verona quando gli fu preferito Pazzini. Al suo ritentro in campo una piccola soddisfazione con un altro gol alla Fiorentina, ma inutile ai fini del risultato. Solo in questa occasione ha giocato tutti i 90 minuti, mentre in altri match ha chiuso la sua partita dopo poco più di un’ora. L’impatto di Mattia Destro nella squadra rossonera non è stato quello che tutti speravano.

Nei suoi primi mesi di militanza, il numero 9 milanista non ha convinto. Il centravanti non si è inserito al meglio nei meccanismi di squadra e fatica a muoversi in modo efficace in campo. Inoltre, non è decollata la sua intesa con Menez e secondo quanto riferisce Sportmediaset.it, difficilmente verrà acquistato a titolo definitivo a giugno dal club rossonero, che ritiene troppo alta la cifra per il riscatto. La decisione spetterà a Pippo Inzaghi, se verrà riconfermato, oppure a chi prenderà il suo posto. Certo è che per l’ex romanista ci sono ora 10 partite per convincere la società meneghina a riscattarlo altrimenti per lui ci sarà un clamoroso ritorno a Roma dove è sempre stato amato dai tifosi e considerato da tutti l’erede di Totti. Il paradosso è che, dopo tanti accordi e tanti piani, quest’estate i giallorossi  rischiano di ritrovarsi  sia con Doumbia (che era stato preso proprio al posto del milanista) che con Mattia Destro in rosa.

A quel punto non ci sarà altra scelta che confermare un giocatore che non fa più parte dei progetti di Garcia, o cercare di venderlo definitivamente a cifre molto al di sotto del suo valore.

Barbara Roviello Ghiringhelli