Botta e risposta non solo in campo ma anche in panchina per le due indiscusse protagoniste di questa stagione. I riflettori infatti si spostano dal campo alle panchine e sono Conte e Garcia a diventare gli indiscussi protagonisti delle polemiche degli ultimi giorni. Le esternazione del mister giallorosso in merito al poco impegno messo dalle avversarie della Juventus nell’affrontare la prima della classe con formazioni quanto meno discutibili e spirito di rassegnazione sembrano aver molto infastidito il collega bianconero che ha risposto con parole forti e decise.

Antonio Conte apostrofa le dichiarazioni di Garcia come “provinciali” e sottolinea che le avversarie giocano contro la sua Juve la partita della vita con impegno e determinazione, e in meritino agli “aiutini” che Garcia sostiene siano stati fatti alla squadra bianconera nei momenti di difficoltà, Conte risponde che il pianto non serve in un Campionato regolare dove è il campo a determinare i risultati, e i punti della Juventus lo testimoniano. Arriva a questo punto la replica di mister Rudy Garcia che definisce l’allenatore della Juve forse un po’ nervoso per una stagione – fuori ombra di dubbio – impegnativa. La polemica tra i due si spegne così, portando comunque un po’ di brio in un finale di Campionato che non ha ormai più nulla da dire dal punto di vista dei risultati. Ma chi di provincialismo colpisce, di provincialismo perisce.

Infatti a qualche giorno di distanza dalle sopra citate polemiche la Juve viene eliminata da un ottimo Benfica nella semifinale di ritorno di Europa League e le parole a fine partita sia dei giocatori bianconeri che del loro mister gridano allo scandalo per – secondo loro -un’ingiusta direzione arbitrale che avrebbe penalizzato la squadra allenata da Conte, sia nelle decisioni prese in campo che per il poco recupero concesso a fine partita dal direttore di gara durato appena 9 minuti.

 Tutto questo porta forse a riflettere su quanto il calcio italiano, più che guardare il ranking europeo, dovrebbe forse cominciare a riflettere sul fatto che per tornare grande a livello europeo e internazionale sarebbe meglio evolversi dal punto di vista delle regolamentazioni, del gioco e della sicurezza piuttosto che soffermarsi su queste labili polemiche che servono solo come diversivo per distogliere l’attenzione dal calcio giocato che sembra ormai essere arrivato ad un stato di stallo.

Laura Lunadei