Filippo Inzaghi ricomincia dalla Reggina

Quando il destino ha in serbo per te distese di erba verde e un pallone, devi essere consapevole che quella bellezza ha un tempo; e aimè come tutte le cose belle, quel tempo risulta essere piuttosto breve. Il calciatore sa che deve correre il più possibile per stare dietro alle lancette e che arriverà un momento in cui la testa galopperà ancora veloce ma le gambe non più. E allora si aprono nuovi scenari, nuovi inizi, nuove rincorse. Perché la vita del calciatore è fatta di più vite.

Molti hanno scelto di ricominciare passando dall’altro lato della barricata, la panchina. Fra questi c’è Filippo “Pippo” Inzaghi. Nominarlo significa ripercorrere e sfogliare pagine di manuale del calcio e di storia del Milan. Lui che per molti tifosi è stato e tutt’ora è un super eroe “Super Pippo”, numero 9 sulle spalle e sì è pronti a volare.

L’area di rigore è il suo habitat naturale; quelli come lui si nutrono di sguardi, frazioni di secondo per capire dove andrà a finire il pallone e tanti tanti gol. Al posto giusto nel momento giusto; sempre sul filo del fuorigioco ma sempre decisivo. Il calcio spesso va a braccetto con due valide alleate: furbizia ed astuzia. Classiche donne vestite di tutto punto che  sanno come farti cadere ai loro piedi. Inzaghi possiede entrambe le caratteristiche che fanno del numero 9 IL numero 9.

La bandiera di SuperPippo sventola ancora fiera, nonostante si sia ammainata e piegata di fronte a quel tempo che puntuale come un orologio svizzero, ti ricorda che stai diventando troppo grande per giocare a calcio. Il Milan, la sua scelta di vita, gli propone di continuare insieme una storia d’amore che ha fatto e fa ancora sognare anche chi di Inzaghi ha solo sentito parlare. La panchina rossonera lo aspetta, le aspettative sono alte. Dopo tre anni di gavetta tra Allievi Nazionali e Campionato Primavera (sua la vittoria del torneo di Viareggio nel 2014) SuperPippo è pronto per fare il salto tra i grandi. Lui che grande lo è sempre stato.

Il suo Milan inizia col botto nelle prime due giornate di quel campionato. Salvo poi incappare in una serie di risultati negativi che portano ad una sola parola: esonero. Le storie d’amore insegnano che spesso, se non si creano i presupposti, è giusto che ognuno prenda la propria strada. Perché amare vuol dire lasciare liberi.

E allora per Filippo, un po’come per Dante, inizia un cammino di conoscenza di ste stesso come allenatore fatto di tappe difficili ma anche di qualche soddisfazione. Inzaghi ha imparato ad essere il “Virgilio” di se stesso. Partendo dalla selva oscura della serie C sperando un giorno di poter riabbracciare il paradiso della massima divisione.

La stagione in C con il Venezia, rappresenta una valida palestra per uno come lui che da allenatore deve ancora dimostrare tanto. Quel campionato rasenta la perfezione e i lagunari riescono anche a vincere la Coppa Italia di Lega Pro. Si sale così verso il Purgatorio della serie B. Il cammino di Inzaghi da allenatore è costellato di alti e bassi. Ritrova il paradiso della serie A due volte rispettivamente con Bologna e Benevento( riportato nella massima divisione dopo un girone di B totalmente perfetto). Un paradiso mascherato però da inferno, in quanto i risultati non sono dei migliori e gli costano entrambe le volte esoneri e retrocessioni.

Difficile non scoraggiarsi e pensare che forse il calcio non ha più nulla da darti. Ma un bomber come Inzaghi non conosce la parola resa e così dopo una parentesi burrascosa al Brescia per via del rapporto contrastato con il presidente Cellino, Filippo è pronto per una nuova avventura.

La Reggina è il suo nuovo paradiso. Una piazza ed una società che lo hanno accolto nel migliore dei modi. Un club dove Inzaghi è pronto a rimettersi in gioco. È caduto e si è rialzato tante volte e questa resilienza sicuramente lo accompagnerà durante tutto il percorso. Perché prima di allenare qualcuno, bisogna essere allenatori di se stessi. A riveder le stelle Pippo!