Da oggi al cinema e disponibile in DVD e Blu-Ray, distribuito dalla Universal Pictures, “Ronaldo” film sull’attaccante del Real Madrid diretto da Anthony Wonke e a quel che dice il regista, per la prima volta sarà svelata la vera personalità del calciatore portoghese dietro le quinte.

C’è voluto un anno e mezzo per convincere Cristiano Ronaldo a raccontarsi senza filtri, ma alla fine Wonke è riuscito nella sua impresa e ha potuto girare un vero e proprio film sulla sua vita. Per fare un esempio del contenuto di ciò che si vedrà in questa pellicola, in una delle scene Cristiano Ronaldo è con la sua famiglia, e a pochi centimetri da lui  Lionel Messi si alza a salutare il figlio del giocatore portoghese. Non c’è neppure bisogno che i due campioni si rivolgano la parola per intuire il rispetto tra i due. La sequenza non è simulata, ma è stata ripresa dal regista prima della cerimonia di premiazione per il terzo Pallone d’oro di CR7 nel 2014, e in sottofondo si sente la voce della sua coscienza, che a proposito di Messi dice: “Lui non è un mio rivale, piuttosto è una persona che mi rende un giocatore migliore”.

“Sono stati i giornalisti a ricamarci sopra e creare la parola rivalità. In realtà questi due campioni più vanno avanti nelle loro carriere, più hanno rispetto l’uno per l’altro. Non c’è assolutamente traccia di odio. Quella è una scena importantissima del nostro film e mentre la giravo mi sono reso conto di quanto fossi riuscito a entrare nel loro mondo con la mia macchina da presa”, rivela Wonke ai microfoni di Film.it.

“Il film si rivolge ai fan di Ronaldo e del calcio in generale. Ma allo stesso tempo mi interessava mostrare la vita fuori dal campo: tutti sanno cosa succede in quei novanta minuti, ma la cosa finisce lì. Ho visto tutti i documentari che sono stati fatti su Ronaldo e nessuno di loro ha accesso al ‘vero Ronaldo’. Noi ci siamo riusciti con il suo aiuto. È lui che parla e con la sua voce si apre anche su temi molto intimi”, continua a raccontare il regista. A proposito di come sia riuscito ad avere confessioni inedite sulla sua persona e sulla sua famiglia, Wonke dice: “Di certo non avrei potuto fargli quelle domande nella prima settimana di lavoro! È stata una cosa più lenta, dopo aver finito di girare mi sono recato spesso a casa sua per fare quella che si definisce una “Wild Track Interview” e cioè un’intervista senza telecamere: eravamo lui e io con un microfono. Parlavamo per un’ora e poi me ne andavo. È successo diverse volte: mi recavo a Madrid, lo chiamavo per vedere se aveva tempo e lo incontravo in casa sua. Quello che veniva fuori era una serie di conversazioni intime e vere. A livello visivo seguiamo Ronaldo di spalle, mentre è in macchina, mentre cammina su una pista aerea davanti a un jet privato. Molte scene sono notturne. A un certo punto ho avuto la sensazione di seguire il personaggio di un film di Michael Mann…”

“Un po’ è vero, ma l’influenza maggiore viene proprio dal mondo in cui vive Ronaldo. È tutto vero, potremmo paragonare il suo mondo a una casa di vetro. Riflettiamo sul fatto che questi personaggi sono al top e dunque volevo che il film fosse molto ‘cinematografico’. Il loro mondo è molto fotogenico. Quello che mi interessava era vedere le reazioni delle persone quando se lo trovano davanti. C’è qualcosa di molto suggestivo nei loro volti: si emozionano e lo circondano totalmente. Volevo che l’audience vedesse quello che lui vede nel momento in cui le persone si meravigliano.”

Sul fatto che Ronaldo nel film appaia quasi come un saggio che ha sempre pronta una frase ad effetto per affrontare qualsiasi situazione, il regista risponde così: “È una cosa che ha sviluppato con gli anni. Del resto è sempre stato al centro dell’attenzione ed è sempre stato uno dei migliori. Quando giochi a quel livello sei sempre sotto al microscopio, è una cosa molto intensa. Alcuni giocatori vengono schiacciati dal peso delle grandi responsabilità, altri invece ne escono a testa alta”.

“C’è un po’ di vanità, ma Ronaldo è molto vero. Gioca con cuore e anima e fa vedere le sue emozioni chiaramente quando è sul campo. Anche per questo è bello vederlo giocare”.

In un passaggio del film, Ronaldo parla del rapporto con suo figlio. Il calciatore non ha molti ricordi di suo padre che era assente e alcolizzato ed è scomparso 10 anni fa. Lui ha scelto di essere un padre completamente diverso per Cristiano Jr di 5 anni, del quale ha sempre voluto tenere nascosta l’identità della madre. “Il nostro è un legame fortissimo. La gente specula sul fatto che all’epoca frequentassi questa o quella ragazza o che sia ricorso a una madre surrogata, ma non ho detto a nessuno la verità e mai lo farò. Quando Cristiano sarà cresciuto, gli racconterò quello che ho fatto e tutto quello che mi è passato per la testa in quel momento. Una madre a mio figlio non serve, gli basto io… Il suo arrivo ha cambiato tutto, dico sempre che ne voglio tanti altri. È ciò che di più bello si possa avere dalla vita”.

Mirella Fanunza