Zico, il “Pelé bianco” passato per Udine

Zico, il talento brasiliano che con Pelè condivideva il soprannome e la passione per i calci di punizione, un pezzo di storia del calcio passata tra le strade di Udine

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Zico Udinese
Foto: Udinese Calcio (https://udinese.cdn.xpl.io/xsr-img/49546/ita/600x431/1/zico-udinese-1983-84.jpg)

Per noi italiani era “il Galletto”, in Brasile lo chiamavano “Pelé bianco” e lo stesso O Rei vedeva in Zico uno dei giocatori più forti della storia del calcio.

Il centrocampista è diventato famoso per le sue imprese nel Flamengo e con la Nazionale brasiliana a cavallo tra gli anni ‘70 e 80. In Italia ricordiamo con affetto la sua permanenza ad Udine.
Zico era un trequartista dalla notevole intelligenza tattica, era un abile regista e al tempo stesso un grande finalizzatore. Con Pelé condivideva anche altro oltre al soprannome: un talento smisurato nel segnare da calcio di punizione.

Con il Flamengo colleziona numerosi trofei in patria, conquistando per ben due volte il titolo di capocannoniere alla strenua dei puri centravanti.
Dal 1971 al 1983 Zico segna la cifra record di 362 reti, attirando l’attenzione delle squadre di mezza Europa ma soprattutto delle italiane.
Alla fine, tra Roma e Milan, gode la terza litigante cioè l’Udinese di Lamberto Mazza. L’arrivo di Zico in Italia diventa ben presto una questione di stato e sembra che l’affare non sia destinato a concludersi. I tifosi dell’Udinese, già su di giri per l’acquisto del brasiliano, scendono letteralmente in piazza per protestare contro la dirigenza. Arriva ad esprimersi a riguardo perfino il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini. Ma tutto è bene quel che finisce bene: Zico diventa a tutti gli effetti un calciatore dell’Udinese.

Zico Udinese
Foto: The Gentleman Ultra on X (https://pbs.twimg.com/media/FLHKHWNakAM4IKQ.jpg:large)

In verità, nelle sue due annate in Italia, Zico delude le aspettative, complici anche alcuni infortuni muscolari. Il primo anno, nonostante i 19 goal segnati (solo uno in meno a Platini), il campionato dell’Udinese è deludente e i friulani non centrano la qualificazione alle competizioni europee. L’anno dopo uno Zico molto sottotono saluta l’Udinese per fare ritorno in Brasile e chiudere dopo qualche anno la sua carriera sportiva in Giappone, senza ulteriori folgori.

Con la Nazionale brasiliana non riuscì mai a ripetere le imprese e i successi che avevano caratterizzato i suoi anni al Flamengo.
Il terzo posto raggiunto alla Coppa del Mondo del 1978 è il meglio che Zico riesce a conquistare con il Brasile, nonostante sia stato tra i protagonisti di diverse edizioni dei Mondiali.
Per Zico non manca una lunga ed altalenante parentesi come allenatore, sopratutto in territorio asiatico. Ad oggi è direttore sportivo del Kashima Antlers, squadra nipponica dove Zico aveva militato negli ultimi anni della sua carriera di giocatore.

Federica Vitali