Trentanove punti, dodici vittorie, tre pareggi, quattro sconfitte.

Questo il season review dell’Inter di Spalletti che a -5 punti dal Napoli ‘secondino’ e a +7 dalla Lazio al quarto posto, malgrado gli alti e bassi e i punti disseminati poco graditi alla piazza, è in perfetta linea con se stessa e con gli obiettivi da perseguire. 

Certo l’uscita dalla Champions, per come è arrivata, non è stata la panacea agli sbalzi d’umore nerazzurri in cui i tifosi speravano di rifugiarsi, specie perché, dopo un ritorno sui campi importanti d’Europa come quello imbastito dalla Beneamata, i Nerazzurri ci avevano preso gusto. 

Ma il ‘guai a chi cede’ non è una filosofia molto cara, tanto meno interiorizzata a dovere in quel di Appiano e, la prestazione sufficiente ma tutt’altro che impeccabile contro gli olandesi in quell’ultimo appuntamento con Madama Europa, è stata punita da quella beffarda differenza reti che ha legittimato il passaggio del turno degli inglesi e restituito un feedback non del tutto appagante al signore di Certaldo. 

Perisic-Incardi-Inter-PSV-UCL

L’Inter è una gran bella squadra e questo lo ha dimostrato in diversi frangenti ma quel pizzico di cattiveria e maturità mancanti fanno di lei una ragazza non ancora donna che piuttosto che guidare un Audi R8 tra le grandi autostrade continentali dovrà accontentarsi di una Porsche 718 Cayman da guidare le vie della little Europa, lì dove la prima nuova tappa sarà Vienna.

Intanto torniamo in Italia e al principio: l’avvio stagionale nerazzurro non era stato dei migliori ma dopo la sconfitta casalinga contro il Parma, inflitta dall’ex vivaio Dimarco, l’Inter si rigenera e tra Europa e campionato, guidata da un super Icardi, non perde neppure un colpo viaggiando alla velocità di chi non vuole lasciare niente di intentato.

Icardi-Inter-Udinese-esultanza-LAPRESSE

Sette vittorie consecutive in Serie A, prima del bluff bergamasco, l’11 novembre quando, all’Atleti Azzurri d’Italia i ragazzi di Spalletti cadono sotto i quattro attacchi micidiali inflitti dai nerazzurri di casa. Da quella sconfitta contro i cugini alla lontana, l’Inter sembra aver perso qualcosa, specie perché, nel frattempo, arriva la nefasta trasferta di Wembley.

Icardi-PSV-Inter

Ad incupire il tutto un calendario fattosi avverso, o semplicemente, tortuoso: le due trasferte di campionato contro Roma e Juventus, strappano punti che l’Inter avrebbe potuto e voluto agguantare e se a Torino una bella Inter s’inchina a un immenso Mario Mandzukic e una sontuosa Juventus che fa sempre ciò che è necessario fare con il cinismo di cui l’Inter non gode ancora, diversa è stata la situazione romana.

All’Olimpico l’Inter avrebbe potuto fare e ottenere di più, specie contro una Roma disorientata e afflitta dagli infortuni. Ma anche in quel caso i rammarichi non possono e non devono essere così ampi da aprire voragini di depressione, i due punti persi dolgono meno di quanto si potesse pensare, perché le dirette avversarie perdono punti lasciando quel pizzico di serenità che forse non farebbe poi così bene all’Inter solita ‘rilassarsi’ quando meno dovrebbe.

Ma contro ogni pronostico, l’Inter si rinvigorisce, gonfia spalle e petto e in una gara difficile quanto bella e combattuta si prende i tre punti più importante contro la rivale più importante – almeno ai fini di classifica attuale e piazzamento finale : il Napoli. 

Lautaro Martinez-Inter-Napoli

Lautaro Martinez che qualche volta ha rumoreggiato e fatto rumoreggiare, entra e accorcia le distanze proprio sui partenopei. Gli ruba il punto di cui sembravano ormai padroni e fa esplodere un San Siro già concitato che dopo quanto accaduto in quell’occasione, all’indomani di Natale, resterà vuoto e triste per un pò, almeno fino a Inter-Sampdoria.

Dopo le tristi vicende di Inter-Napoli, tanto tristi da aver eclissato quanto di bello è stato fatto e ottenuto, la trasferta di Empoli legittima le vacanze alle Maldive a Keita Baldé autore dello 0-1 che regala un lieto fine ad un girone scompensato e tortuoso ma nel complesso soddisfacente e un ticket per una titolarità per il sopracitato che prende quota e, chi lo sa, per un riscatto che non sembra più così illusorio.

 

Egle Patanè