I giallorossi iniziano bene la partita, poi però un blackout collettivo fa scatenare i Reds e l’ex Salah che non perdona tra gol e assist. Nel finale la Roma cambia modulo e si sveglia rendendo meno amaro il risultato e si appresta a dover fare l’ennesima impresa nella partita di ritorno

Liverpool e Roma quasi sicuramente non avrebbero dovuto nemmeno essere lì viste le rispettive squadre con cui hanno giocato i quarti (Manchester City e Barcellona) eppure c’erano…semifinali di andata di Champions.
Il destino o solamente la coincidenza, hanno fatto in modo che le due squadre si rincontrassero proprio in questo momento della coppa, uno di fronte l’altro, come 34 anni fa (con la differenza che quella era una finale).
Il giocatore più temuto? Paradossalmente proprio l’ex di turno, Mohamed Salah. Acquistato la scorsa estate dai Reds e rivelatosi subito devastante con la sua eccezionale velocità e tecnica.

La Roma ci ha provato a giocarsela, lo ha fatto a viso aperto e senza timori per una ventina di minuti colpendo anche una traversa con Kolarov. Però il modulo 3-4-2-1 (lo stesso adottato nella grande impresa contro il Barcellona) ha iniziato a vacillare, sia per qualità di gioco differenti tra Liverpool e Barcellona sia per la velocità e forza dei singoli tra tutti soprattutto Salah che ha fatto venir fuori tutti i limiti difensivi dei giallorossi.

Fonte fotografica “Il Secolo XIX”

Un blackout collettivo per la squadra di Di Francesco, che ha iniziato a subire un vero e proprio tiro al bersaglio dove non ci si riusciva a rialzare.
Gol su gol, azioni su azioni, la squadra non sembra trovare sbocchi e a uscire dalla propria metà campo e il Liverpool con una doppietta di Salah, un gol di Manè e una doppietta di Firmino si trova già sul 5 a 0.
Finalmente l’intuizione…molto in ritardo…cambio modulo e nuovi innesti, la Roma sembra rinvigorirsi, inizia a prendere campo e finalmente Dzeko trova il gol.
Dopo pochi minuti viene assegnato un rigore per i giallorossi che con Perotti riescono a trovare il secondo gol, una boccata d’ossigeno per tutta la squadra.

Fonte fotografica “Dagospia”

La partita termina 5-2. Da recriminare in primis quel blackout che ha portato i tre gol del Liverpool quasi tutti di seguito nel secondo tempo e sicuramente anche la scelta tattica della Roma che non è stata assolutamente adeguata ad arginare la velocità e la forza degli avversari.
I giallorossi sono chiamati per l’ennesima volta a cercare l’impresa come fu contro il Barcellona. Ci vorrà almeno lo stesso risultato per poter andare alla fatidica finale di Champions: un netto 3-0.

Sarà dura…durissima stavolta…ma la Roma ha già dimostrato che nulla è impossibile…e che questo sogno spero ci porti realmente a Kiev…

Raffaella De Macina
Immagine di copertina di “Wonder Channel”