C’è un detto molto caro ai tifosi della Juventus, quello del presidentissimo Giampiero Boniperti: “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Assunto che, negli anni, è stato un traino verso grandi vittorie e che, a poche ore dalla notte di Cardiff, esprime tutta la sua attualità agli occhi dei tifosi. Questo Real Madrid si può battere e per i bianconeri di Massimiliano Allegri è tempo di tornare a vincere una finale di Champions League. Di motivi per i quali i bianconeri possono farcela ce ne sono parecchi, molto più importanti sono però i motivi per i quali la Juventus ‘deve’ tornare a Torino con la coppa.

  1. L’ULTIMA VITTORIA RISALE A VENTUNO ANNI FA – Sesto scudetto consecutivo, terza Coppa Italia consecutiva, uno sciame di trofei che fa sempre la sua figura agli occhi del mondo sportivo… ma è passato davvero troppo tempo da quando al sorrisetto beffardo di Vladimir Jugovic è seguita la vittoria della Champions League. Il 1996 ormai è un ricordo lontano e le nuove generazioni di Millenials devono imparare ad esultare per la propria squadra del cuore anche in ambito europeo.
  2. SOLO DUE VITTORIE IN SETTE FINALI DISPUTATE – La media è scarsissima, diciamocelo: vincere 2 finali su 7 non è ammissibile per una squadra dal blasone ben più meritevole. E non è soltanto una questione di numeri e statistiche, si sa, per quello che la Juventus dovrà sfatare il tabù dell’impegno importante grazie anche e soprattutto ai campionissimi che a vincere a ripetizione ci sono praticamente abituati (Dani Alves, Sami Khedira, Mario Mandzukic).
  3. AFFERMARSI COME POTENZA CALCISTICA EUROPEA – Se è vero che il fatturato non è fondamentale per vincere dobbiamo anche ammettere che la competitività di una squadra si misura, in buona parte, dai suoi ricavi. E non parliamo di potenza ‘acquisto sul mercato, parliamo anche e soprattutto di sponsor, ricavi e diritti TV. Rispetto alla chiusura di bilancio dello scorso anno la Juventus risulta al nono posto (prima di lei ci sono Manchester United, Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco, Manchester City, Arsenal, Chelsea e Liverpool) e le previsioni per il prossimo anno, secondo quanto riportato dagli esperti di ‘Calcio&Finanza’, vedono una crescita di quasi 100 milioni fino a sfiorare un fatturato record di 550 milioni di euro.
  4. GIANLUIGI BUFFON – Se il calcio lo si ama così per com’è della venialità non ce ne facciamo nulla, perché l’aspetto romantico è quello che domina, quello che deve dominare. Dopo una carriera di immensi successi e il mondiale alzato nel 2006 sotto il cielo di Berlino è tempo per la Leggenda delle Leggende, di portare a casa il trofeo per club più ambito seguito, possibilmente e ragionevolmente, da un riconoscimento personale che sarebbe un crimine non concedergli, e questo indipendentemente dal risultato della partita: il Pallone d’Oro.
  5. V PER VENDETTA – E’ vero che due anni fa, sempre sotto il cielo di Berlino, in finale contro la Juventus c’era il Barcellona, ma è pur sempre vero che questa volta l’avversaria rappresenta un altro colosso del calcio spagnolo. Il dolore è ancora lancinante per questo, a Cardiff, la Juventus dovrà smettere di leccarsi le vecchie ferite ed iniziare a prendersi quello che vuole, mettendo tutta la propria rabbia sul campo da gioco perché in Galles si può davvero svoltare e legittimare tutto il duro lavoro di questi anni, dalla serie B al tetto d’Europa.

CONSUELO MOTTA