Il Principe spodesta Sua Maestà. Non c’è simbolo più efficace per veicolare l’immagine di un giovanissimo – e fortissimo – Mbappé che trascina i Transalpini ai quarti di finale rendendo ancora una volta un incubo il Campionato del Mondo per Lionel Messi.

La Francia conferma tutto il suo talento e il suo potenziale in una partita avvincente, appassionante in cui i Bleus sentenziano la loro superiorità tecnica ma soprattutto fisica, dovuta senza dubbio anche alla giovane età che caratterizza questa ottima rosa. Eppure l’ Argentina – aiutata anche da un pizzico di fortuna – aveva retto fino all’ inizio della ripresa.

La Francia, padrona del campo sin dai primi minuti, trova il vantaggio su calcio dagli undici metri di Griezmann, dopo che il ‘dieci’ in maglia blu aveva tagliato tutto il campo in velocità, costringendo al fallo l’ultimo argentino in area di rigore: il “piccolo Diavolo” dal dischetto non sbaglia. In generale i Blu hanno sempre in mano il pallino del gioco: freschi e reattivi, aggrediscono tutti i portatori di palla in albiceleste non appena si avvicinano alla linea di difesa. Pogba in giornata serve precisissimo i suoi compagni dimostrando che quando lui c’è non ce n’è per nessun altro; poi, al 41′  il fenomeno Di Maria tira fuori dal cilindro una rete meravigliosa e porta i suoi in parità.

Nella ripresa è l’Albiceleste a passare in vantaggio con Mercado ma dopo una manciata di minuti i Bleus riagguantano la porta con Pavard che –  dalle retrovie – insacca come un bomber di razza, una spizzata al volo degna dei suoi compagni attaccanti di fatto e dei migliori in circolazione: giovane difensore – classe 1996 –  dello Stoccarda poco avvezzo ai grandi palcoscenici, la sua rete è già passata alla storia.

A questo punto sale in cattedra lui, Kylian Mbappé: nel giro di poco più di dieci minuti, approfittando del contraccolpo psicologico subito dall’Argentina, il ventenne furore parigino con una doppietta micidiale – tra le praterie aperte del centrocampo avversario, inerme e inerte davanti a tanta velocità di manovra – affonda il coltello nel cuore del Sovrano argentino che per un attimo aveva davvero sperato che la sorte fosse dalla sua parte. Neanche il tempo di riprendere a respirare, e i Transalpini sono di nuovo in vantaggio, con due reti di scarto.

L’ Albiceleste ci prova, con la forza della disperazione: il pubblico – circa in 30.000 – la incita, l’acclama, la sollecita. Ma la Storia è al termine, l’Imperatore – mai salito al trono – sta per abdicare: in nome di questo ragazzino francese che, sostituito, saluta i compagni con un mezzo sorriso, quasi a dire che non ha fatto nulla di speciale. Da Dieci a Dieci, di generazione in generazione: forse l’ultima occasione per Lionel Messi, forse la prima di tante per Kylian Mbappé.

A nulla vale nel finale la rete di Aguero, i giochi sono fatti: la Francia prosegue, più consapevole delle sue incredibili possibilità; l’Argentina dovrà rinascere dalle macerie e dal dolore di questo ennesimo fallimento, un fallimento che ancora una volta peserà sulle spalle del suo Re silenzioso e affranto, che si guarda intorno spaesato a fine partita, come a voler capire perché quella Coppa lo respinge così malamente. Da domani, anche per lui, sarà tempo di somme e bilanci: oggi il mondo gli si stringe e lo abbraccia, come ha fatto teneramente Pogba a fine gara.

Daniela Russo