La prima di campionato è un po’ come il primo giorno di scuola, c’è l’eccitazione per il nuovo anno che arriva, nuovi compagni di “banco”, vecchi amici da riabbracciare la voglia di mettersi in mostra e forse anche la noia di dover seguire la lezione. Nel turbinio di emozioni c’è chi si pavoneggia e chi resta un po’ indietro, pronto a sfoggiare solo in un secondo momento tutte le sue armi migliori.

La Roma arriva a Torino presentando una formazione vicinissima al suo solito assetto, un 4-3-3 poco lontano da quello a cui il buon Di Francesco ci ha abituato, nell’undici iniziale 10/11 della vecchia guardia, con a sorpresa tra i pali un Olsen perennemente in forse fino a pochi giorni fa, data la scarsa preparazione necessaria per affrontare la Serie A. Certo, l’ombra di Alisson è pesante ed ingombrante, il giovane svedese sente la pressione, qualche errore in uscita ed il tanto discusso Var a dargli una seconda chance, purtroppo, almeno durante le prime partite sarà inevitabile l’accostamento con il “gigante” che sapeva padroneggiare la porta, rinviare come un centrocampista e gettarsi sul pallone in uscita come un pesce tra le onde…si ,sarà dura caro Olsen.

Da rivedere il quartetto di difesa, Manolas, Fazio, Florenzi e Kolarov.
Il giovane romano deve ormai arrendersi al nuovo ruolo cucitogli addosso dal Mister, niente, non sembrano esserci deroghe, nel mercato appena concluso si è solo accennato alla possibilità di trovare un terzino che potesse finalmente scrollargli di dosso questa etichetta, ma a ben vedere, pare stargli davvero stretto e fugge lungo il campo servendo prima un bell’assist a Pastore per poi arrivare a fine primo tempo a tentare lui stesso la risoluzione in porta.

Torino FC v AS Roma - Serie A
Foto: Valerio Pennicino/Getty Images)

Il Toro regge, da sempre è la squadra che insieme al Cagliari mette più spesso in difficoltà la Roma ed il 3-5-1-1 impostato da Mazzarri, riesce a mettere in risalto tutte le qualità di un gruppo che darà filo da torcere a diverse avversarie e l’intesa Falque/Belotti conferma la buona forma dei granata sin dall’avvio di gara, De Silvestri in difesa corre continuamente ai ripari ed anche la sostituzione, viziata dall’infortunio dello stesso De Silvestri, con Ola Ania (responsabilità sul gol a parte), restituisce un’ottima alternativa nel reparto arretrato.

La regia di De Rossi a centrocampo appare macchinosa ed anche Strootman trova difficoltà nell’impostazione. Il primo tempo vola via con qualche perplessità, molti muscoli ma poca sostanza, Dzeko riesce ad arrivare sempre lì davanti, ma per ben due volte il palo gli nega la gioia del gol, c’è da ritrovare l’assetto, forse un po’ vanificato dall’ingresso dei nuovi innesti che si, portano nuova linfa, ma tolgono certezze ed affiatamento ed a mettersi in mostra nei primi minuti è un fastidiosissimo Iago Falque, un ex che a Roma ha lasciato un pezzetto di cuore e che impiegato come trequartista alle spalle di Belotti riesce a sgusciare con agilità tra le linee giallorosse. Berenguer a sinistra mette chilomentri nelle gambe di Florenzi, i due si piccano in continuazione ed in un certo senso riescono ad annullarsi a vicenda senza interrompere troppo l’andamento del gioco, Belotti scalda i motori, ma con Manolas nel primo tempo sembra tutto sotto controllo, salvo poi arrancare nella ripresa.

Ci vorrà un po’ di tempo prima di ritrovare la forma perfetta e vista la Juve di ieri, cercherei di accelerare i tempi, anche Fazio mostra giocate troppo distanti dai suoi soliti standard, rimane sempre troppo basso e fatica nel contropiede. La squadra vista ieri a Torino deve rimettere in moto gli ingranaggi, diverse giocate della squadra granata sono state costruite su errori sciocchi, ma al limite della decenza a dirla tutta, della squadra avversaria, la formazione in campo, orfana solo di Nainggolan ma sostituito da Pastore, avrebbe dovuto riconoscersi e destreggiarsi al meglio delle sue possibilità, la cattiveria e l’agonismo hanno latitato, qualche sprazzo dalle narici di Kolarov che sulla fascia ha tentato di creare il corridoio per le incursioni giallorosse, ma le risposte davanti erano spesso fioche e senza convinzione e al 15′ è lui a colpire il palo alla destra di Sirigu.

Le scelte di Di Francesco nello schierare il Faraone a sinistra tarpa le ali del serbo, le grandi manovre gestite con Perotti non vengono supportate a dovere dall’ex Milan e la Roma è costretta a ripiegare sulla fascia destra, dove però anche Under sembra richiedere ossigeno, spaesato e disattento tanto da fallire un retropassaggio in modo così ingenuo da mettere in crisi la difesa.

kluivert-Torino-Roma
Foto: Goal.com

L’innesto di Kluivert al posto di Under, cambia tutto, la Roma acquista velocità e sfrutta la fantasia del picolo olandese che riporta sprint e grinta in un gruppo un po’ spento e rassegnato, all’89’ è sua l’azione che porta al gol di Dzeko, possesso palla, numero sulla linea di fondo a liberarsi dell’avversario cross a rientrare e assist perfetto per il sinistro di Dzeko che colpisce al volo e scaraventa in porta 0-1.

La vittoria risparmia commenti acidi e considerazioni inopportune, l’espulsione di Mazzarri per un fallo di Fazio su Iago Falque brucia un po’ nell’economia di una partita che si sarebbe potuta giocare con meno attriti.

Torino FC v AS Roma - Serie A
Foto: Valerio Pennicino, Getty Images

La prima di campionato è un test di resistenza, chi vince la tensione respira di più, una settimana per cucire meglio ruoli e assetti, lo stesso Shick ha mostrato pesantezza e scarso appeal, nel complesso i tre punti servono al morale ed alla classifica.
Avanti il prossimo.

 

Laura Tarani