“ Un Capitano”, un’autobiografia che rievoca tutta la vita e la storia calcistica dell’icona giallorossa più rappresentativa, un libro inedito, a tratti irriverente e forse anche troppo

Il Capitano, perché anche se la vita va avanti per la Roma e i suoi tifosi, l’unico vero Capitano resterà sempre e solo lui.
Un amore viscerale nato e cresciuto con passione,
dedizione e sentimenti contrastanti, il cuore contro la ragione, quello che ad un certo punto della sua carriera lo ha messo davanti ad un bivio: restare o arrendersi.
Perché per uno come Francesco Totti lasciare la Roma come giocatore significava arrendersi, non ai ritmi sempre più frenetici di un calcio che sta diventando sempre più business e sempre meno attaccamento: dove ogni giocatore è un numero, una matricola, un codice a barre che, letta la scadenza, viene ceduto al miglior offerente cercando di ottimizzare costi e benefici.

Lui per la Sua Roma avrebbe combattutto come Don Chisciotte contro i mulini a vento, contro un “Tempo” che passa inesorabile mietendo le sue vittime.
Lui che avrebbe sacrificato anche l’ultima goccia di sangue ma che ad un certo punto ha dovuto segnare la parola fine al suo percorso calcistico, tra lacrime e rabbia; tra la dirigenza costretta ad un passo delicatissimo ed una personalità troppo ingombrante.

Così si arriva a quel famoso 28 Maggio 2017, uno strappo che ha lacerato il cuore di tutta una città stretta in un abbraccio simbolico ma sincero, l’obbiettività venne scalzata dalle emozioni.

 

Tutto il Mondo avrebbe voluto riavvolgere il nastro, avrebbe barattato l’anima per continuare a vedere un novello Dorian Gray indossare quella maglia all’infinito per godere ancora delle meraviglie, delle evoluzioni e di quelle parabole calcistiche a cui ci aveva abituato.

Il passato però non torna, la fantasia letteraria viene presa di petto da una realtà dolorosa ma onesta e di quel sogno oggi restano tanti, troppi ricordi che in un momento storico come quello che sta attraversando ora la società, bruciano ancora di più.

 

Il 27 settembre 2018 diventa l’ennesima occasione per stupire ancora una volta il suo pubblico.
Le indiscrezioni parlavano chiaro: un documento che avrebbe lasciato il segno,
una testimonianza che avrebbe creato scompiglio all’interno della Roma e fuori, e così è stato…

L’evento di per sé spettacolare nella sua cornice cozza con i toni della presentazione, informale, ironica a tratti cruda.
Tanti gli ospiti: dirigenti, giornalisti, personalità della politica e dello spettacolo, ex compagni e calciatori, un mondo ai piedi di Totti, davanti all’immancabile famiglia sempre presente e attenta, quasi a schermare e proteggere la sua fragilità ad oggi non più così marcata, forse un segnale che il Totti sempre timido e riservato sia cresciuto, forgiato dalle tante prove della vita, arrivato ad una maturità ed una consapevolezza da uomo adulto. Una prova, forse l’ennesimo trampolino di lancio e un’occasione per togliersi quei sassolini che erano rimasti per troppo tempo incastrati in quegli scarpini appesi al chiodo.

Tra una gag e l’altra la serata scorre piacevole e divertente, Cassano, Marcello Lippi, Morgan De Sanctis, Ranieri, De Rossi, la sindaca Raggi il tecnico Di Francesco la famiglia Sensi, in molti a salire sul palco a volte trasformato come il carro dei vincitori, a volte in un patibolo: perché il Capitano non le risparmia a nessuno, tra le battute, le risa di un pubblico ammaliato e le parole di un Luca Ward, narratore d’eccezione, “Il Gladiatore” che accompagna la legione nello svolgimento della serata.

Non mancano alcune frecciate e i sorrisi per alcuni hanno il gusto amaro del fiele, un Baldissoni piuttosto impostato cerca di mostrare la sua diplomazia, a Trigoria si respira già aria di bufera ed una forte tensione aleggia un po’ su tutta la dirigenza.

Già dopo le prime indiscrezioni uscite prima della presentazione è Franco Baldini, ufficialmente consulente esterno della società giallorossa ma comunque presente nel Comitato Esecutivo, a rassegnare le dimissioni: un gesto inaspettato ma carico di significato, sinonimo che una personalità come quella di Francesco Totti resti comunque fortemente legata a questa squadra, tanto da viziarne equilibri e strategie.

Le dichiarazioni rilasciate e pubblicate sul libro sono apparse al dirigente come un attacco personale

Nel libro viene riportato il colloquio avuto con l’ex numero 10 riguardo la risoluzione del suo contratto con la Roma, un passaggio di consegne dovuto ma che il Capitano avrebbe voluto gestire diversamente e che invece pare fosse stato deciso da tempo dall’ex Dg in accordo con l’allora allenatore della Roma Luciano Spalletti.

I fatti sembrano essere chiari, all’epoca la scelta del tecnico fu viziata dalla disponibilità di quest’ultimo a traghettare, come un novello Caronte, il Totti giocatore verso la fine della sua carriera, senza troppi clamori.

Gazzetta Giallorossa

Occorreva una personalità forte e disponibile, decisa e forse spietata ed il colloquio avuto a latere dopo il suo addio ha di per sé confermato una sorta di complotto che lo ha “obbligato” a togliersi maglietta e calzoncini per indossare, nel modo più subdolo a suo parere, giacca e cravatta, quella cravatta ritenuta ancora troppo stretta dal Totti giocatore.

Le polemiche sembrano già avviate anche tramite i racconti sull’ex Tecnico di Certaldo e i prossimi giorni si aspettano repliche e dichiarazioni anche da Milano.

Certo, purtroppo tutto ha un corso nella vita ed in quella di un giocatore l’età anagrafica, aldilà del talento e della tecnica ha un potere devastante, un orologio biologico che scandisce inevitabilmente la fine ma che il numero 10 ha interpretato come un attacco personale che ancora porta strascichi non indifferenti.

Ad oggi, la figura di Francesco ha il suo peso specifico, ufficilamente interno alla dirigenza ma senza un vero ruolo, tanto che nell’organigramma societario il suo nome è inspiegabilmente assente tra le figure di spicco ma troppo carico di significato da creare spaccature consistenti e importanti.

Dopo due anni anche l’Amministratore Delegato Umberto Gandini lascia la Roma, un altro pezzo che va via, un altra figura che lascia appena dopo l’uscita di questa pubblicazione e sul palco il Totti “autore” non si risparmia di sottolineare tra le righe che avrebbe ancora molta voglia di parlare.

Il calciatore

E’ negli anni ’80 che la figura del giocatore di calcio viene esaltata, prima le radio e poi le televisioni cominciano a dare molto più spazio ai singoli, analisi, caratteristiche, fino al approdare negli anni ‘2000 al gossip.
Il calciatore diventa una sorta di divinità, tra soldi, bella vita e donne, a livello mediatico si viene catapultati in un Olimpo riservato solo ai Vip e per coerenza anche chi fa parte del mondo del calcio a livello professionistico ne viene inenevitabilmente inglobato.

Totti diventa un’icona della Roma e negli ultimi anni non solo nell’ambiente calcistico, una personalità forte, un’immagine ed un nome che creano risonanza di cui lui ha preso coscienza e che influenzano tutto quello che gli gira intorno, sia in positivo che in negativo.
Fondamentale è un passaggio nel libro, in cui in una discussione con Spalletti, Totti fa notare quanto la sua figura sia totalmente acclamata dalla piazza e come in un certo senso fosse lui, indipendentemente dalla sua volontà, a fare il bello ed il cattivo tempo nella Roma.
I segnali di questa potenza mediatica sembrano evidenti e le teste cadute a Trigoria confermano quanto ci sia di vero in quelle dichiarazioni.
Totti da sempre è la Roma, e la Roma da quando esiste lui è Totti, tutti ne sono consapevoli, e tutti avrebbero sperato che diventasse quasi una divinità greca custode dell’elisir di eterna giovinezza, ma a volte è la consapevolezza dei propri limiti a deficitare sulla ragione.

 

Totti in realtà a tutt’oggi porterebbe sulle spalle la sua squadra con tenacia, grinta e spirito di sacrificio, ma si deve pensare che i cicli sono necessari in tutti gli ambiti, il Francesco di oggi non sarà mai comunque il Francesco di ieri per quanto doloroso possa sembrare, forse in maniera troppo brusca lui è venuto a conoscenza di questa realtà; forse gli è stata sbattuta in faccia una verità scomoda ma necessaria non solo per la Roma, ma anche per la sua carriera, per il suo orgoglio, per la sua dignità di uomo e di giocatore; forse sono stati sbagliati gli interpreti, i tempi e i modi ma la sostanza è che si è cercato di preservare tutto quello che la sua figura ha dato e darà ancora per la Roma, senza strascichi di polemiche che avrebbero distrutto un carattere come quello di Totti.

Tanti Auguri Capitano, per noi resterai sempre il Solo e l’Unico.

 

Laura Tarani