L’ultimo numero di Gente
ha attirato l’attenzione e l’indignazione del web.

 

In copertina una foto di Francesco Totti e la figlia Chanel, di 13 anni, al mare.

La rivista definisce la figlia dell’ex capitano giallorosso “la gemella della mamma”, ma la giovane è  fotografata di spalle e in costume con il volto pixelato: dov’è la somiglianza con mamma?

Facile quindi interpretare male.

L’intenzione della rivista era quella di paragonare il corpo di una tredicenne a quello della madre, una donna adulta?

 

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La copertina in breve ha fatto il giro dei social suscitando la giusta dose di indignazione:specialmente su Twitter, diversi utenti hanno suggerito ai coniugi Totti di procedere per vie legali.

 

Sia Francesco che la moglie, Ilary Blasi hanno condiviso dei post nelle stories di Instagram per dire la loro e rivolgersi direttamente alla direttrice Monica Mosca, per la discutibile scelta della foto.

Ringrazio il direttore Monica Mosca per la sensibilità dimostrata mettendo in copertina il lato B di mia figlia minorenne, senza curarsi del problema sempre più evidente della sessualizzazione e mercificazione del corpo delle adolescenti.

Totti stories 23.08
Totti instagram stories 23.08

Anche il Telefono Azzurro ha deciso di sostenere la famiglia del capitano.

In una nota ha denunciato la spettacolarizzazione del corpo di minori sui giornali:

Nell’ultima settimana abbiamo tristemente assistito, in due occasioni diverse, alla spettacolarizzazione del corpo di minori sui giornali. Gli organi di informazione devono essere sensibilizzati a tutelare sempre bambini e adolescenti, rispettandone l’immagine e la privacy. I mezzi di comunicazione  hanno, infatti, una grande responsabilità nella costruzione di una società che promuova un ambiente di crescita positivo per i più giovani”.

In tanti sui social hanno richiamato la Carta di Treviso, il codice deontologico che disciplina i rapporti tra bambini e stampa, ripreso anche dal Telefono Azzurro.

Siamo di fronte ad un ennesimo caso di deontologia giornalistica calpestata perchè, se è vero che l’immagine e l’aspetto estetico sono fin troppo abusati (basta fare un giro sui social per vedere sempre più foto di corpi esposti), i media e i giornalisti dovrebbero comunque ritrovare il loro ruolo di mezzi di informazione (a costo di perdere qualche numero).

La sessualizzazione dei minori è argomento assai scottante negli ultimi tempi: vedasi cosa ha suscitato Netflix con il film “Cuties. Sul web sono fioccate accuse pesantissime che hanno dichiaratamente bollato l’emittente come promotrice di pedofilia.

Netflix ha dovuto dopo ciò rivedere tutta la promozione della pellicola, ritirandone il poster pubblicitario.

Michela Asti