A 27 anni ha collezionato 101 presenze in Serie A con all’attivo 21 reti e 5 assist

Simone Zaza, oggi in forza al Torino, vivrà il derby della Mole in un limbo tra il ricordo e il riscatto

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Dopo aver mosso i primi passi sul rettangolo verde della Primavera bergamasca, un giovane Zaza si trasferisce alla corte della Sampdoria dove fa il proprio esordio nella massima serie italiana.
Le presenze in Serie A con addosso i colori blucerchiati saranno, però, solo due perchè nella stagione 2011/2012 vivrà l’esperienza in Serie B prima con la Juve Stabia ( 4 presenze) per passare poi all’Esperia Viareggio prima ( 18 partite) e all’Ascoli poi, dove si fermerà un’intera stagione con un ammontare di 38 match e ben 18 reti a cui si aggiungono 4 assist.

L’annata della svolta sarà quella successiva: era il luglio 2013 quando la Sampdoria che ne aveva detenuto fino ad allora il cartellino, lo cede a titolo definitvo alla Juventus che decide di mandarlo a crescere al Sassuolo.

E’ proprio in neroverde che Simone diventa Zaza

Le stagioni al Mapei Stadium lo formano e completano tanto che alla soglia delle 70 presenze la società bianconera lo richiama alla propria corte e così oltre che alla musica della Serie A, l’attaccante sente anche quella prestigiosa e tanto amata dai calciatori della Champions League.

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In questa avventura Zaza colleziona 24 partite, la maggior parte delle quali iniziate dalla panchina ma  il suo contributo è sempre importante e a tratti determinante. Tra le 8 reti messe a segno quella da subentrato che i tifosi juventini e lui, forse, ricorderanno  sempre vi è quella decisiva per lo scudetto contro il Napoli allo scadere del match.

Era l’88’ in corso della 25 giornata: quei tre punti si sveleranno fondamentali ma forse quella rete,  che tanto aveva contato per lo scudetto e per lui, non aveva avuto lo stesso valore per il mercato della società.

Nell’agosto del 2016 passa in prestito al West Ham ma una volta rientrato a Vinovo nel gennaio 2017, riprende la valigia e si trasferisce in Spagna, al Valencia, prima a titolo provvisorio e poi definitivo.

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E’ con la formazione spagnola che rinasce ed è qui che incontra l’avversario che incute timore a tutti, pure agli attaccanti, Cr7.
Il 22 febbraio 2017 contro Ronaldo e all’epoca compagni blancos è andato in rete e forse è quello che più vorrebbe nella partita che vale il titolo in città: un gol che riporterebbe alla mente il ricordo vissuto in bianconero ma, allo stesso modo, gli darebbe un riscatto, non quello economico che pagò il Valencia per prenderlo con sè, ma quello morale per non essere stato un elemento su cui contare stabilmente e non in “prestito”.

 

Chiara Vernini