Thiago Motta, centrocampista del Paris Saint Germain, ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato; allenerà l’under 19 del club francese, con l’obiettivo di arrivare ad essere il tecnico della prima squadra; sabato giocherà la sua ultima partita al Parco dei Principi e lo attende un tributo speciale

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I suoi ricordi più intensi nel grande calcio riguardano senza dubbio il 2010 e quel Triplete con la maglia nerazzurra ma ancora prima la sua esperienza con i blaugrana, iniziata quando aveva appena sedici anni.

Il suo rimpianto più grande quello di non essere mai stato in campo durante una Champions League pur avendone vinte due con il Barcellona e con l’Inter.

Il suo obiettivo da ormai quasi ex calciatore arrivare un giorno ad allenare la prima squadra del Paris Saint Germain, dove ancora milita sino a fine stagione, allenando tra gli altri anche Neymar. 

Tempo di bilanci per Thiago Motta che ha annunciato in questi giorni il suo ritiro dal calcio giocato e la sua riconversione ad allenatore dei giovani dell’Under 19 del PSG. 

Una carriera di altissimo livello, la sua, nonostante i diversi infortuni subiti, da ultimo quello al menisco lo scorso settembre, il più invalidante quello all’Atletico che gli costò tre operazioni al ginocchio.

Il centrocampista brasiliano naturalizzato italiano, ottimo regista di centrocampo, abile sia in difesa che in attacco, in un’intervista rilasciata al quotidiano francese l’Equipe ha dichiarato che la scelta di appendere gli scarpini al chiodo è nata soprattutto guardando i giovani della sua squadra: “Sento la differenza con loro. Posso portare avanti altre cose, ma non più da protagonista”.

Sabato contro il Rennes, Thiago giocherà la sua ultima partita al Parco dei Principi; il club francese gli renderà omaggio con un tributo speciale.

“Sono felice di tutto ciò che ho fatto. Se analizzo la mia carriera nel complesso, ho fatto tutto. Ho molte esperienze positive e altre meno. Nella sua testa, un giocatore vuole sempre continuare, ma bisogna sapere quando fermarsi al momento giusto. E, per me, è così”. 

Silvia Sanmory