Due anni e un giorno fa, quando alzava la Supercoppa italiana sotto il cielo di Doha con la maglia del Napoli, nessuno -neanche il più fervido dei visionari – avrebbe mai immaginato che un giorno Gonzalo Higuain sarebbe tornato nello stesso stadio a competere per la vittoria della stessa coppa con la maglia della Juventus. Ma ci sarà un motivo se il calcio ci fa battere il cuore e ci lascia sempre a bocca aperta. Perché rende possibile e concreto quello che dall’esterno può sembrare impensabile.

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Venerdì Allegri si gioca la Supercoppa italiana contro il Milan e Gonzalo Higuain ha un solo un obiettivo: ridare alla squadra bianconera quella coppa che due anni le ha strappato dalle mani (l’unico trofeo italiano non conquistato dalla Juve dell’era Allegri). E il Pipita si ricorda bene quel giorno di fine dicembre 2014: “Mi ricordo bene come andò e pensare al passato fa piacere. Ma adesso sto alla Juve e penso solamente che ci attende una partita secca contro un grande avversario: spero di vincerla”, ha detto l’argentino alla Gazzetta dello Sport. E non si può fare a meno di pensare che per la Juve potrebbe essere anche l’occasione per vendicare la sconfitta subita contro i rossoneri in campionato: “Il Milan è un avversario duro, ma a San Siro abbiamo perso per il gol regolare annullato a Pjanic”, continua Higuain.

217d2e53fd1dc5ef49053b88f1a0636c-klpf-u1100379208952rie-1024x576lastampa-itL’attaccante 29enne – candeline spente il 10 dicembre – ha mandato all’aria tutte le critiche e gli sfottò per il digiuno da gol e gli addominali non scolpitissimi nel modo migliore che un attaccate conosce: segnando. E i gol di Higuain non sono mai scontati. Quattro dei suoi dieci in Serie A, infatti, sono stati decisivi: alla Fiorentina, all’ex Napoli, al Torino (doppietta) e alla Roma. Insomma, il Pipita ha fatto esattamente quello per cui a luglio è stato pagato 90 milioni: aiutare la Juve a vincere. E finora nessuno può lamentarsi: se a centrocampo i più nostalgici sentono la mancanza della magia e della classe di Pogba, basta spostarsi qualche metro più avanti per assistere ad uno spettacolo egualmente da standing ovation. Corre, salta l’uomo, attacca, difende e poi si inventa magie che riescono solo a lui. La cosa più spettacolare – cosa in comune con Pogba – è che lo fa sembrare facile come bere un bicchiere d’acqua.

Venerdì Higuain torna in quello stadio dopo due anni e tante cose sono cambiate, a partire dalla squadra dove gioca e dalla città in cui vive. Ma una cosa è rimasta sempre la stessa: che sia con la maglia del Napoli o con quella della Juventus, il Pipita ha una fame esagerata. E non ha niente a che vedere con pizzette o dolcetti. Si chiama fame di vittoria.

Paola Moro