Il Barcellona batte il Liverpool con una firma tutta sudamericana. Suarez segna il 500esimo gol del Barca in UCL, Messi la sua 600esima rete al Barca

Il Sudamerica regala un pezzo di finale al Barcellona che ha battuto 3-0 il Liverpool nella gara d’andata di UCL. Ci ha provato Klopp a mettere insieme tutte le idee e le doti di cui dispongono lui e i suoi ma il Camp Nou, ieri sera è stato troppo.
Non è bastato a questo Liverpool cambiare alcune pedine che in finale l’anno scorso contro il Real avevano disintegrato il sogno. Persino il grande e possente Alisson si è piegato davanti ad un Barcellona apparso a tratti implacabile e che gli ha imposto un’altra avvincente sfida tra passato e presente che si intrecciano incredibilmente.

Si sblocca Luis Suarez che non segnava in Champions dal gol segnato all’Olimpico lo scorso anno nella gara d’andata valida per i quarti. Ancora contro il portiere brasiliano ex Roma.

Suarez torna al gol dopo un anno e scrive un altro pezzo di storia blaugrana

Da Alisson ad Alisson: per Suarez quella dal gol nella massima competizione europea è un’assenza lunga quasi un anno e un mese.
L’ultima volta aveva sottoscritto il poker blaugrana che aveva fatto credere una qualificazione ormai intascata e che invece ha fatto i conti con una grandissima Roma protetta e guidata poi da Alisson.
Da lì in poi per l’uruguaiano non c’è stato verso di trovare la porta. Per lui finora 48 presenze stagionali con i catalani, 25 gol e 12 assist. Ventuno le reti in Liga, ma una soltanto in UCL, segnato proprio contro Alisson che spegne un po’ il Liverpool ma accende certamente gli amanti del calcio e degli attaccanti nel senso ampio e profondo del termine. Di quei giocatori che come rapaci attaccano l’area d’intelligenza, qualità, fisico, forza e – sarà sdoganato e diventato cliché – ma garra.

Vai a spiegare a chi non ne prova trasporto cosa possa voler dire, vai a spiegare a chi il gol non lo sente scorrere dentro quanto estasiante sia veder concretizzare sotto i tuoi occhi una rete così…
L’1-0 del Barca nasce da un insieme di qualità del 32enne italo-argentino che probabilmente le contingenze avevano eclissato o semplicemente riposto in un angolo.

La realizzazione del gol del 9 blaugrana sembra essere una concretizzazione perfetta per quello che rappresenta, traboccante di quello che è Luis Suarez. Trecento-ottantacinquesima rete in carriera con Clubs, il primo contro la sua ex squadra da quando è al Barcellona.

Il Barcellona avanza: cambio gioco per Coutinho (in avanti sulla fascia sinistra) che scambia indietro per Jordi Alba. Suarez dalla parte opposta a Coutinho, in linea nel 4-3-3 di base, senza mai perdere d’occhio l’azione si accentra tagliando. Aspetta l’attimo di intendersi con Jordi Alba che gli serve una pennellata e si improvvisa rapace e felino insieme. Assedia e trapassa prima l’area infilandosi tra Matip e Van Dijk, poi la rete in scivolata.

Segna il gol numero 500 del Barcellona in Champions, nel 2015, 100 gol fa, sempre lui firmò il 400esimo. Un gol che sblocca un risultato che scrive la storia da sé, a prescindere da quel che sarà la gara di ritorno e chi conquisterà la finale. Risultato memorabile per l’uruguaiano, per il Barca ma anche per quell’altro lì davanti. Un altro sudamericano, quella pulce qualunque.

Se Suarez  fa 500, Messi segna il 600esimo in maglia blaugrana

Quel diez lì davanti non vuole sentir storie e continua a segnare, impressionare e pietrificare a tratti. Leo Messi non ne segna uno soltanto ma addirittura due, quelli che bastano per mettere per iscritto la 600esima rete.

Qualche giorno fa contro l’Inter, CR7 ha siglato la sua 600esima rete segnata con i Clubs, per lui che sono quattro. Ci ha impiegato quattro giorni Leo per raggiungere il rivale e fa doppietta.
Per lui però sono 600 gol tutti con la stessa maglia, quella del Barca, in 683 partite.

Anche per lui ricorsi storici: era il 1 maggio 2005 quando Ronaldinho cede praticamente la penna della storia a quel diciottenne minuto che mette a segno la sua prima rete con la maglia del Barcellona su assist del brasiliano. Esattamente quattordici anni dopo pennella la sua seicentesima rete e chissà cosa se pensato al buon Dinho.

Chissà cosa avrà pensato lui che trova così semplice e naturale farlo. Esiste Ronaldo, esiste Maradona, esistono CR7 e Pelé. Non è l’unico. Eppure Leo Messi in verità lo è. Ognuno di loro ha qualcosa di diverso e speciale dell’altro ma Messi non è niente di loro insieme pur avendo qualcosa di tutti che lo fa apparire persino un gradino superiore a tutti. Maradona è follia e genio, Ronaldo genio, possanza e imponenza, Pelé è la perfezione umana, CR7 è una macchina…Messi è semplicemente la Pulce.

Paragonare lui a chiunque altro non è mai una buona trovata, mai preciso e mai soddisfacente il risultato.

Probabilmente Messi è semplicemente lode di se stesso e a se stesso riuscendo ad esserlo persino lode e giovamento a chi e per chi ne sa goderne senza volersi sforzare di trovarci logica e razionalità. L’argentino è pura arte, la cui comprensione si rivela quasi trascendentale. Incomprensibile di certo. Indicibile soprattutto, perché quel classe ’87 di Rosario con le parole non è raccontabile abbastanza. Un regalo storico quello che Barcellona tutto riceve al Camp Nou e sotto gli occhi del popolo catalano da quei sudamericani che del Barca ne hanno fatto una filosofia e un movimento.

 

 

 

Egle Patanè