Cinque anni, cinque stagioni, cinque campionati. La storia (d’amore?) tra Roberto Baggio e la Juventus inizia nel 1990, subito dopo i Mondiali di Italia ’90, quando l’attaccante arriva dall’eterna rivale Fiorentina. Quella a Torino rimane l’esperienza più lunga in Serie A per l’attaccante di Caldogno, ma forse la meno felice per i rapporti con la dirigenza e i tifosi. Eppure, sono proprio le cinque stagioni in bianconero che consacrano il “Divin Codino” e lo rendono uno dei più forti attaccanti che il calcio italiano abbia mai conosciuto. Baggio a Torino diventa “grande”, a Torino vince il Pallone d’Oro e il Fifa World Player. Ancora, con la maglia bianconera Baggio conquista uno scudetto, una Coppa Italia e una Coppa Uefa.

Nel primo anno con la Juventus allenata da Luigi Maifredi segna 27 gol, di cui 9 in Coppa delle Coppe che gli valgono anche il titolo di capocannoniere dell’edizione. Baggio chiuderà la sua prima stagione bianconera con 14 reti in campionato, che però non permettono comunque alla Juventus di qualificarsi nelle coppe europee.

L’anno successivo c’è un cambio in panchina: via Maifredi, sulla panchina bianconera torna Giovanni Trapattoni. Ma anche questa volta la squadra torinese non riesce a vincere lo scudetto, arrivando seconda dietro al Milan e venendo anche sconfitta in finale di Coppa Italia dal Parma.

Nel luglio del 1992 Baggio si taglia il codino e da lì la storia cambia. Nella stagione successiva, l’allora 25enne diventa capitano della Juventus e si rende protagonista di un’annata straordinaria che culminerà con la vittoria della Coppa Uefa di cui Baggio è assoluto protagonista. Sono tutte sue, infatti, le reti in semifinale (sia andata che ritorno) contro il Paris Saint Germain e la doppietta nella finale d’andata contro il Borussia Dortmund. La Coppa Uefa del 1993, che Baggio da Capitano bacia e alza al cielo, è il primo trofeo della carriera per l’attaccante che a fine anno vincerà anche il Pallone d’Oro.

Ma nella stagione ’93-’94 la Juventus non riesce ancora a vincere lo scudetto, arrivando seconda dietro al solito Milan. Nel dicembre 1994 Baggio si classifica secondo nella classifica del Pallone d’oro e terzo in quella del FIFA World Player. Chiude la stagione con 17 marcature, chiudendo la graduatoria dei capocannonieri al terzo posto.

Nella stagione seguente, l’ultima di Baggio a Torino, alla Juve arriva Marcello Lippi al posto di Trapattoni e per il Divin Codino questo vuol dire panchina. Il tecnico di Viareggio gli preferisce infatti Alex Del Piero e, complici anche alcuni infortuni, Baggio, in scadenza di contratto, sigla 8 reti in 17 presenze in campionato. A fine stagione la Juventus riesce finalmente a vincere lo scudetto e anche la Coppa Italia, ma l’avventura dell’attaccante a Torino sta per volgere al termine.

Nonostante tutti questi successi, nonostante le sue giocate abbiano fatto la storia, nonostante gli anni alla Juve siano stati i più prolifici per presenze e gol segnati in carriera, Baggio non riesce mai ad entrare nel cuore della dirigenza e dei tifosi bianconeri (che ben presto gli preferiranno Alex Del Piero). Così nel giugno del ’95, dieci giorni dopo la vittoria del primo scudetto con il club torinese, Baggio, già in contrasto con Gianni Agnelli, non trova accordi con la società per il rinnovo del contratto. Le ragioni sono sia di natura economica (la Juve offriva 2 miliardi di lire, lui ne chiedeva 4) sia dovute a forti dissapori con la dirigenza. Luciano Moggi, allora, annuncia che dal 30 giugno 1995 Roberto Baggio è un giocatore svincolato. Il “Divin Codino” termina la sua esperienza a Torino con 200 presenze e 11 gol.

Quello che farà e dove andrà dopo è un’altra sorpresa.. Ma è già l’inizio di un’altra storia.

Paola Moro