Oggi è il suo compleanno, sono 38, ma non li dimostra. Almeno sul campo da gioco, Francesco Totti sembrerebbe avere molto meno della sua età. Lo dice anche il tecnico giallorosso, alla vigilia del match con il Verona.

È un giocatore fondamentale, una forza della natura. Non puoi giocare così a 38 anni senza essere potente e avere una struttura migliore degli altri”, ribadisce Garcia.

Dal canto suo, il Capitano della Roma sostiene che dei suoi 38 anni, vorrebbe togliersene almeno 5. Proprio ieri, in un’intervista a Roma Tv, ha ripercorso le tappe della sua vita, tra successi calcistici e vita privata.

Che gioia lo scudetto: voglio vincerne un altro, e giocare nel nuovo stadio”, dichiara. “Il primo è stata una gioia irripetibile e incredibile. Spero di poterla ripetere prima di smettere”.

Descrive i tifosi della Roma come “incredibili, un orgoglio a 360 gradi”. E ringrazia tutti coloro che hanno contribuito a farlo diventare un bravo calciatore.

Se sono arrivato fin qui, è grazie alla mia famiglia, che mi è stata accanto e mi è tuttora vicina. Poi c’è stato Mazzone, un secondo padre che ho avuto la fortuna di incontrare in un momento fondamentale della mia carriera. Un altro importante è stato Giannini, mi ha insegnato tante cose e sono riuscito a prendere la maglia numero 10 e a diventare capitano come lui”.

Parla anche della sua vita privata, di Ilary Blasi, che ha sposato quasi 10 anni fa. “É stato uno dei giorni più belli della mia vita. Lei mi fa stare bene e in più mi ha dato due gioielli. Cristian e Chanel sono la mia vita, farei di tutto per loro”.

 Parlando dei colleghi, non è importante che siano avversari o compagni di squadra, per essergli amico. Dice di loro: “Daniele (De Rossi, ndr) è un mio amico, abbiamo condiviso tanti momenti insieme. Sono fiero che possa essere lui il futuro capitano”. Un altro amico è Nesta: “È un grande. Già da piccoli si vedeva che potevamo diventare i capitani di Roma e Lazio. Abbiamo sempre avuto un grandissimo rapporto e lo sento spesso”. 

A proposito della Lazio, Totti ha parlato anche della morte di Gabriele Sandri: “Un tifoso ucciso per una partita di calcio, di qualsiasi squadra sia, è una cosa vergognosa, non dovrebbe mai succedere. Il calcio è divertimento. Ho avuto la fortuna di conoscere il fratello e la famiglia di Gabriele Sandri, sono belle persone, il tifo va messo da parte. Sinceramente ho avuto l’istinto di andare anche al funerale e questo mi ha gratificato, mi sono sentito di fare un gesto che va oltre il tifo”.

 Il Capitano della Roma, vanta anche una lunga militanza nella Nazionale. E sull’argomento, dice:”Ogni volta che vedo il rigore contro l’Olanda, mi chiedo se sono matto o meno. Quello con l’Australia, invece, era importantissimo. Se non avessi segnato, di sicuro non saremmo passati. Ho condiviso quella gioia con tanti amici, tra cui Buffon. Ho sempre voluto giocarci insieme, anche con la Roma”. Nessuna vittoria, invece, con Cassano:È un matto. è uno dei più forti al mondo, in campo parliamo la stessa lingua, ma la testa lo ha condizionato, ha fatto meno di quello che avrebbe potuto fare con i suoi mezzi. Il più forte della storia del calcio? Maradona. Sul pallone c’è la sua faccia”.

Totti parla con affetto di Franco Sensi: “Mi ha dato l’anima. È grazie a lui se sono rimasto a Roma. Ero a un passo dalla Samp, lui scelse me al posto di Carlos Bianchi. Se me ne fossi andato non sarei più tornato”. Dal passato al presente, Garcia: È un grande, mentalmente ha un altro passo. è riuscito ad entrare subito nell’ottica del calcio italiano. Ha ricreato un gruppo che si era sfaldato. Speriamo di fare cose importanti insieme”. Infine, Pallotta: È un personaggio grandioso, segue tutto. Farà grande la Roma. Il nuovo stadio sarà la nostra casa, spero di riuscire a giocarci”.

 Totti è anche un personaggio televisivo, e spesso si è parlato di lui come dell’erede dei siparietti alla Raimondo Vianello. Ma lui smentisce di aspirare ad un futuro nel mondo dello spettacolo, quando non sarà più un calciatore.

“Quando smetterò non so cosa farò, ma lo spettacolo non mi attira. Penso resterò nel mondo del calcio”. Gli viene chiesto se farà l’allenatore, ma lui risponde che sono un po’ matti. La sua frase non è riferita certo a Garcia: “È un grande comunicatore. Un bel ‘paraculo’, come si dice a Roma”. Un tecnico con cui avrebbe voluto lavorare è “Ancelotti, sicuramente. Ci è mancato poco…”.

Ammette di avere fatto degli errori, non tanto come uomo, ma come calciatore. “Non rifarei quello che ho fatto in Portogallo (lo sputo a Poulsen, ndr) e qualche calcio che ho dato, brutto da vedere”. Un giocatore con cui avrebbe voluto giocare? “Ronaldo, quello vero. Ai tempi del Barcellona era il numero uno”. Tra i giocatori non romanisti, dice di ammirare Hazard, “il dieci del Chelsea”, guarda caso esploso proprio con Garcia.

 Sincero fino in fondo (“anche se nelle interviste qualche cazzatella si dice sempre”, racconta col sorriso), sogna di giocare la finale di Champions a Berlino, dove è diventato nel 2006 campione del Mondo: “È difficile. Ma in fondo, il destino… Dio esiste, no?”.
 Buon Compleanno, Capitano, ti auguriamo di realizzare tutti i tuoi sogni!

Mirella Fanunza