Ha soltanto 23 anni ma in 165 presenze collezionate in Serie A ha già realizzato 40 reti e 24 assist vincenti: Andrea Petagna è arrivato a Ferrara portando con sé un bagaglio importante non soltanto in termini di realizzazioni.

La Spal fa parte di una tradizione di famiglia, con il nonno del giovane attaccante che di questo club è stato prima giocatore in campo e poi allenatore.

(immagine gazzetta.it)

Il futuro di Andrea era forse già scritto nel suo destino, lo stesso che ieri ha voluto fargli realizzare la prima doppietta nella massima serie contro l’Atalanta, la società con cui si è affermato e con la quale ha saputo fino alla passata stagione mettere in mostra le proprie qualità.  Due annate in cui è sceso sul rettangolo verde, solo in campionato, 63 volte segnando nove gol oltre ad aver ricoperto un ruolo di spessore anche in Europa, disputando 489′ e finalizzando due reti.

La Serie A  però, ancor prima di vederlo in maglia nerazzura lo aveva conosciuto per aver rappresentato la Sampdoria ed il Milan: cinque presenze con entrambe, nessun gol e un assist all’attivo con i blucerchiati. Se con la prima squadra rossonera  il rendimento non è stato ottimale, la primavera di Milanello lo ha formato e visto fiorire con uno score totalizzato di 20 reti in 50 presenze.

(immagine zimbio)

Se il passato di Petagna è stato “multicolore”, con più maglie dallo stesso indossate, il presente è destinato ad avere due colori: bianco e azzurro: “Io l’ultimo della mia famiglia a rappresentare la Spal? È una storia bella, per questo voglio ringraziare l’allenatore e il direttore che mi hanno voluto fortemente. Adesso voglio continuare a fare bene qui e migliorare ancora. Il passato della mia famiglia in biancazzurro è un fattore che ha influito, mi sarebbe piaciuto se mio nonno e mia nonna mi avessero visto“.

Grazie al suo contributo ieri la Spal ha guadagnato una vittoria  che la porta ad essere attualmente la seconda forza del campionato con nove punti. Questa potrebbe essere a stagione in cui superare il suo record personale di reti, lanciando un segnale a tutti coloro che lo criticavano, definendolo un attaccante che, dall’alto del suo metro e novanta, non è sufficientemente incisivo.

Chiara Vernini