Io Inzaghi lo ricordo con la maglia della Lazio, in campo.
Giocava con la Lazio dei sogni, quella dei campioni, dello scudetto e delle coppe europee. Era quello stesso giocatore a rifilare 4 gol, agli avversari, durante una partita di Champions.
Me lo ricordo, come il coro che per lui, partiva dalla curva. Lo stesso di oggi.

Passati vent’anni, stessi spalti per me, nonostante l’Olimpico si sia rifatto il look, ed ecco ancora lui, Inzaghi, ma questa nelle vesti da allenatore.
Arrivato (ma non che se ne fosse mai andato), alla Lazio, in sordina (o confermato?), dopo il famigerato “caso Bielsa”.

Correva l’anno 2017.

Simone Inzaghi: una storia d’amore a tinte biancocelesti

Nonostante, puntualmente, lo dessero pronto ad andarsene è ancora in panca, Simone… così è l’allenatore tra i più longevi della storia della società biancoceleste.

E’ lui l’uomo della stagione appena terminata.

E’ lui, tifoso ancor prima che allenatore, che ha dato la impronta alla squadra creando un gruppo forte e coeso, dalle vittorie, dai record, dai numeri importanti.

È una Lazio da record quella di Simone Inzaghi

E’ lui che ha saputo incoraggiare al meglio i propri uomini spingendoli al di là di ogni proprio limite: così per Luis Alberto – assist – man del campionato; così per Ciro Immobile capocannoniere vincitore della Scarpa d’oro.

Ma nulla da togliere anche agli altri uomini del gruppo che, nel mister, hanno visto e continuano a vedere un condottiero.

Simone Inzaghi è l’anima della Lazio.

E’ quel collante dello spogliatoio in grado di mettere in campo una squadra che diverte. Ma soprattutto una squadra unita. Ed infatti, sui social, spesso i giocatori descrivono tale realtà come una famiglia. Per questo i paragoni con Maestrelli sono molteplici, del resto, Inzaghi ha chiamato il proprio secondogenito Tommaso.

Nella speranza che i sogni della passata stagione possano realizzarsi unita all’altra speranza ovvero che la società, metta a disposizione una rosa più ampia e robusta, celebriamo l’eleganza della semplicità di Mister Inzaghi, alla perenne difesa dei suoi ragazzi, dall’intrepido cuore biancoceleste.

La storia, la sua, di un giovane divenuto protagonista indiscusso e fautore della storia del primo Club della Capitale.

 

Annalisa Bernardini