A Karkirv un quasi proibitivo 1-1 cristallizza le velleità agonistiche della compagine giallorossa, costretta a giocarsi il passaggio del turno in un clima più favorevole come quello casalingo.

A decidere le sorti del match, ironia della sorte, due giocatori abituati più al caldo torrido del sud America ma molto più temprati e “freddi” degli avversari che dimostrano di poter controllare l’avversario ma non di poterlo domare fino alla fine.

Una Roma all’apparenza “maschia” e motivata arriva in Ucraina carica e pronta al confronto, il Mister sceglie una formazione pulita, senza fronzoli, un 4-2-3-1 già collaudato in campionato con Dzeko davanti, pronto a raccogliere tutti gli spunti provenienti da un centrocampo altissimo e prepotente, la presenza della catena di sinistra Kolarov/Perotti si pone già come una garanzia di velocità e precisione, mentre a destra il corridoio rimane più acerbo ma carico di fantasia con la brillantezza del giovane talento Under supportato da un affidabile Nainggolan pronto a muoversi in modo più agevole.

Il match si mette subito bene per gli ospiti, gli uomini di Di Francesco arrivano spesso dalle parti di Pyatov, si spinge, si costruisce e Dzeko si trova spesso nella condizione di sbloccare il risultato, già al 6′ è Kolarov a servire dalla bandierina una palla golosa per il bosniaco, il portiere ucraino però non si fa illudere ribatte la palla che anche Fazio in buona posizione tenta di ribadire in porta senza successo, al 12′ anche Under prova a servire l’attaccante giallorosso sbucando dalla destra, il portiere ucraino è però più svelto e anticipa sul pallone.

Gli ucraini offrono a loro volta una prestazione in sordina, studiano l’avversario puntando sulle ripartenze, anche per loro il corridoio di sinistra diventa la corsia preferenziale sulla quale puntare qualche speranza ma è la difesa in questo primo tempo a fare la differenza, Fazio e compagni seguono le azioni e smorzano i tentativi, ma peccano sui raddoppi lasciando un grosso carico di responsabilità sull’estremo difensore capitolino che anche in questa occasione mostra tutta la sua classe ed il suo talento, il primo a sporcargli i guanti è Marlos che superato un disattento Kolarov, non trova altra ostruzione al cross mirato nella porta avversaria. Fonseca gioca a specchio con la formazione in campo, nel suo 4-2-3-1 può contare su diverse individualità di rilievo, nel primo tempo Marlos ed Ismaily su tutti, poi al 20′ è ancora da un calcio piazzato che la Roma cerca il vantaggio, Kolarov dalla bandierina, crossa in mezzo ed è Manolas a non centrare la porta.

Di Francesco insiste con i suoi per avere una squadra corta e alta, cerca di mantenere il ritmo e il lavoro di Perotti diventa preziosissimo, al 41′ è proprio l’argentino a creare le condizioni per il vantaggio giallorosso, allungo per Dzeko che serve un assist perfetto per il turco, sinistro preciso ed a poco serve l’intervento di Pyatov.

Il primo tempo si chiude con una buona prestazione degli uomini di Di Francesco, uno 0-1 ben confezionato e rincorso con tenacia, bella la grinta e l’impegno, ottimo il giropalla e le chiusure a centrocampo, piccole sbavature da rivedere ma nel complesso, a parte una revisione all’equilibratura dei piedi del bosniaco, la Roma può ritenersi soddisfatta di un parziale meritato e conquistato con rigore.

Nel secondo tempo la Roma cambia faccia, Allison viene chiamato in causa già da subito -avesse patito troppo freddo durante il primo tempo…- l’uno/due Marlos Ferreyra non impensierisce ma fa suonare il campanello d’allarme, perchè lo Shakhtar, pur mantenendosi attivo sulle fasce, decide di sfondare anche verticalmente, puntando su un Taison- di nome e di fatto- rinvigorito dalla pausa negli spogliatoi, la squadra si accorcia ancora di più e chiude la Roma nella sua metà campo, concedendo davvero poco.

La squadra di Fonseca gioca molto bene in velocità, è attenta e confonde gli avversari con tocchi di prima che allungano e disorientano, le maglie della difesa giallorossa si aprono, a rimorchio arrivano spesso Kolarov e Perotti che sul finale pagheranno gli straordinari di un lavoro sovrumano, Allison compie miracoli, apparizioni e moltiplicazioni di guanti e piedi, ma alla fine nemmeno lui può nulla sui due gol dello Shakhtar, il primo al 52′, rilancio di Rakitskiy per Ferreira ed errore clamoroso di Florenzi, non al meglio della condizione, che lo lascia andare via, altro macroscopico errore della difesa con Manolas che si lascia superare in maniera imbarazzante e su cui Allison proprio non può nulla.

1-1. Lo scollamento della difesa e del centrocampo diventa una voragine, impresentabili i giocatori nel secondo tempo e onore al merito a un avversario capace di carpire il momento di difficoltà, per affondare senza pietà. Troppi i pensieri nella testa di Di Francesco al ritorno in Italia, troppi giocatori che hanno spento il cervello nel momento più delicato del match, l’assedio “dell’esercito del nord” si fa ancora più evidente, in uno stadio dove le maglie bianche sembrano addirittura in inferiorità numerica.

Il numero nove giallorosso si perde nuovamente nelle lande desolate dell’area piccola avversaria, dimenticando la missione per cui era stato chiamato e lo Shakhtar acquista ancora più smalto, i giocatori si innervosiscono e cominciano a diventare molto più suscettibili, tanto da commettere sciocchezze che poi si riveleranno fatali.

Al 71′ contrasto al limite dell’area, Strootman entra in maniera scomposta e l’arbitro concede la punizione, Fred esegue e la parabola si insinua nell’angolo alto della rete…Allison nulla può, intuisce con rammarico, troppo tardi, la traiettoria del pallone calciata dal suo vecchio compagno di squadra, il 2-1 è ormai siglato.

Di Francesco tenta di correre ai ripari, cercando nel supporto di Gerson e Bruno Peres prima e Defrel poi, una fiammata per non rendere nulla la trasferta europea, ogni altro commento da qui al 90′ diventa improponibile, aldilà di un salvataggio assistito Allison/Peres, il campionato del numero 25 giallorosso dovrebbe terminare qui per totale mancanza di doti tecniche, fisiche, chimiche e morali.

Il ritorno è ancora apertissimo, fuori casa la squadra ucraina perde il 60% del suo valore assoluto, la Roma può ancora giocarsela, forse, ancora…Bruno Peres permettendo.

Laura Tarani

 

(immagine di copertina presa da Eurosport.com)