Personalità, esperienza, carisma questo è l’apporto che i “vecchietti illustri” possono dare a una squadra. Lo scorso campionato abbiamo celebrato il “sempre verde Toni” che ha chiuso il campionato da capocannoniere: 22 gol a 38 anni. Stessi gol ma molti anni in più di Icardi (anche lui capocannoniere), quasi un segnale: largo ai giovani! Eh già! Sembra che nell’Italia del calcio, vuoi per acciacchi, vuoi per l’età, vuoi per scelte tecniche, gli attaccanti di lungo corso inizino a fare un po’ fatica. Anni e anni a sudare sui campi di calcio con un unico obiettivo: fare gol. Ognuno con la propria carriera ma in comune, non solo il reparto di gioco, ma soprattutto l’età che avanza. Nati negli anni ’80 (o alle soglie del decennio) molti di loro non ne vogliono sapere di appendere gli scarpini al chiodo. Ma gli anni passano e c’è chi inizia a tentennare. Storie, caratteri, destini diversi per gli attaccanti del nostro campionato che all’anagrafe hanno più di 30 anni.

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  • classe ’76 FRANCESCO TOTTI: La Roma sta facendo a meno del suo “nonnetto” ma pare non risentirne. Il Capitano, simbolo del club, mai come quest’anno sembra essere in disparte. Forse l’infortunio che lo costringe a stare lontano dai campi facilita le scelte di Garcia ma Totti avverte: “Vado avanti finchè mi regge il fisico“. Giusto il tempo, quindi,  di recuperare dall’infortunio rimediato contro il Carpi lo scorso 26 settembre. Il 39enne giallorosso non ha voglia di appendere gli scarpini al chiodo e non gli basta l’unica rete messa a segno in questo campionato: Garcia è avvertito.
  • classe ’77 LUCA TONI: Se lo scorso anno il “bomberone” aveva contribuito con la sua leadership e i suoi gol alla salvezza del Verona quest’anno, al momento, sembra andare tutto nel senso opposto. Il Verona è ultimo in classifica: nessuna vittoria e il peggior attacco della serie A. Già perchè il numero 9, nemmeno il tempo di andare in gol (13 settembre 2015 Verona-Torino 2-2) che nella partita successiva ha rimediato un infortunio. Una lesione al legamento collaterale del ginocchio sinistro che lo sta tenendo lontano dai campi. Mandorlini spera di recuperarlo al più presto (potrebbe farcela per fine novembre): la sua presenza potrà cambiare le sorti del club?

ANTONIO Di NATALE: Appena un anno fa con i suoi 10 gol all’attivo (tra campionato e Coppa Italia) ci dava l’dea che fosse un highlander. Eppure anche Totò al momento registra solo una rete messa a segno. Gli anni passano anche per il capitano dell’Udinese e il club ne risente (è diciassettesimo, ha vinto solo 3 partite e messo a segno appena 10 gol). I 38 anni si fanno sentire: la classe non manca ma è di certo meno brillante e ha meno corsa di qualche campionato fa.

  • classe ’78 MIROSLAV KLOSE: Cosa dire del tedesco in forza alla Lazio? 37 anni e un passato in doppia cifra ma per adesso di lui e dei suoi gol nessuna traccia. klose-lazioA causa di uno stiramento alla coscia sinistra ha saltato le prime 7 partite di Serie A e sembra destinato a “svernare” in Mls. Giunto in Italia già adulto (33 anni) ha subito dimostrato di non essere “bollito”: 12 reti il primo anno, 15 il secondo, 7 il terzo, 13 lo scorso campionato. Ora il tedesco è ancora a digiuno, segno del tempo che passa.
  • classe ’79 MASSIMO MACCARONEUna carriera per lo più sui campi di periferia, più di 100 gol realizzati. Tornato in A con l’Empoli non lo ha più lasciato, anzi con il club toscano ha chiuso lo scorso campionato con 10 reti e la permanenza nella massima serie. Anche quest’anno sembra non abbia perso il vizio del gol: 36 anni e non sentirli, Big Mac fino a ora ha siglato 3 reti e da leader dell’Empoli vuole ripetere la stagione passata.

SERGIO PELLISSIER: Il suo nome è strettamente legato al Chievo: con la maglia clivense detiene il record di presenze in Serie A nonché in tutte le competizioni; dei gialloblù è inoltre il primatista per numero di gol in massima serie (con 94 reti in 372 presenze). Ritornato in A (2008-2009) l’attaccante 36enne nelle prime tre stagioni è sempre andato in doppia cifra; gli ultimi tre campionati hanno però manifestato l’avanzare dell’età. La scorsa estate il capitano gialloblù ha firmato un rinnovo di contratto fino al 2018, quando avrà 39 anni: avrà deciso di chiudere la carriera prima dei 40 o avrà intenzione di fare un’esperienza estera?

FRANCO BRIENZA: Un ragazzone “di provincia” che con la sua grande tecnica è sempre risultato prezioso. Non di certo un centravanti puro ma sicuramente un pericolo per le difese avversarie. Il Bologna, nel costruire una squadra che potesse centrare la salvezza ha puntato su di lui. Il club emiliano ha stentato fino al cambio di allenatore, Brienza dopo l’assist nella giornata d’esordio contro la Lazio aveva fatto poco o nulla. L’arrivo di Donadoni sembra averlo “ringiovanito” e nella partita contro l’Atalanta è andato a segno con un tiro dalla distanza. Di certo è l’elemento della rosa con le qualità tecniche migliori e non è da escludere che a 36 anni possa cambiare ruolo: Donadoni vorrebbe convertirlo in regista facendo partire dai suoi piedi la manovra.

  • classe ’80 AMAURI: una carriera che registra più delusioni che gioie per il 35enne attaccante granata. Amauri è arrivato in punta di piedi nel nostro campionato quando era uno sconosciuto 21enne brasiliano. Una breve esperienza a Napoli poi Piacenza, Empoli, Messina, e Chievo dove trova, nel complesso, troppo poco la porta per farsi notare. A Palermo la sua consacrazione tanto da essere poi acquistato dalla Juventus. Eccetto la prima stagione in doppia cifra, l’attaccante non viene certo ricordato per le marcature. Inizia così il suo girovagare alla ricerca di se stesso e delle reti. Ora è in forza al Torino, ma lo stesso club granata quest’estate ha provato a trovargli collocazione a Carpi. Una sola stagione da incorniciare, quella 2007-2008, quando Amauri aveva 27 anni, poi ha smarrito il fiuto del gol, non certo per l’età.

Torino's forward Amauri contrasted by Genoa'defender Nicolas Burdisso during the Italian Serie A soccer match between Torino and Genoa at Olimpico Stadium in Turin, 21 December 2014. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

  • classe ’81 SERGIO FLOCCARI: forse non è mai stato considerato un leader ma di certo sa come buttare la palla in rete. 32 anni, 54 marcature in serie A ma solo in una stagione ha raggiunto la doppia cifra (Atalanta 2008-2009). Oggi è parte del reparto d’attacco del Sassuolo: sarà pure la quinta scelta ma è già andato in gol. Di Francesco nelle prime sette giornate l’ha impiegato in due sole partite per un totale di 97 minuti. Numeri che per un calciatore di quasi 34 anni non sono il top. Lui vorrebbe una realtà in cui possa sentirsi protagonista perchè sa che gli anni passano ed è molto probabile che a gennaio provi a “rinascere” in un altro club.

GERMAN DENIS: Il 34enne Tanque argentino ha realizzato un solo gol con l’Atalanta. Uscito in barella nella prima giornata di campionato a causa di una lesione del legamento della caviglia destra non è tornato più il carro armato di una volta. Già la scorsa stagione non riuscì a raggiungere la doppia cifra, segno di una lucidità che sta venendo a mancare.

  • classe ’82 ANTONIO CASSANO: Non più un ragazzino, Antonio Cassano è tornato alla Samp. cassano-1A 33 anni Fantantonio, dopo l’amara esperienza di Parma, cercava nella sua Doria il rilancio e, perchè no, l’occasione di seguire le orme di Toni-Totti-Di Natale: arrivare alla soglia dei 40 e fare la differenza. Avrebbe dovuto dare qualità alla squadra; doveva essere il trascinatore ma, stando alle dichiarazioni dell’ormai ex tecnico Zenga e secondo alcuni rumors, pare che l’attaccante abbia dato il suo contributo alla spaccatura tra società e allenatore.

ALBERTO GILARDINOPunta ai 200 gol in A anche per questo motivo dopo l’esperienza al Guangzhou è tornato in Italia. L’attaccante 33enne con la maglia rosa ha realizzato già 3 reti e per raggiungere il record ne mancano appena 19. “Non sento i 33 anni, ho tante motivazioni per tornare protagonista in Serie A, tra i miei obiettivi c’è anche di raggiungere i 200 gol” ha detto Gila nella conferenza di presentazione ai palermitani. Ma, tra gli obiettivi del “vecchietto che si sente giovane” c’è anche la maglia della Nazionale.

MARCO BORRIELLO: Si fa di certo fatica a considerarlo “vecchio decrepito”. Considerato bomber più per le conquiste che per le marcature quest’anno tenterà il rilancio, da attaccante, nel Carpi. Dopo quasi due anni di digiuno, il 13 settembre 2015, dopo appena due minuti dal suo ingresso in campo è tornato al gol.  Nonostante le numerose stragi di cuori l’età avanza anche per lui e aumenta la voglia di essere ricordato come giocatore più che per i flirt: “Voglio segnare almeno 12 gol. A 33 anni sono un giocatore maturo e la scelta di venire qui è stata dettata dall’amore che ho per questo sport“.

PALACIO: Sembrava ai margini ma le ultime voci da casa nerazzurra parlano della volontà di un prolungamento di contratto in scadenza nel 2016. Nelle ultime settimane è stato spesso accostato al Boca ma lui vorrebbe chiudere la carriera in Italia. Affidabile e comunque utile l’Inter non vorrebbe vederlo vestire la maglia di un altro club di A.

  • classe ’83 FABIO QUAGLIARELLA: Non è certo un ragazzino ma ha ancora tanta voglia di gol. 4 reti in altrettante gare di campionato poi il blocco. L’attaccante, dopo la rete al Frosinone, alla Fiorentina, la doppietta alla Samp da qualche giornata sta rifiatando. Si è fermato lui e il Toro ne ha pesantemente risentito. Un non più ragazzino che sa essere trainante ma che ha bisogno, per anagrafe, di prendersi qualche pausa.

Torino's forward Fabio Quagliarella gestures during the Italian Serie A soccer match between Torino FC and Empoli FC at Olimpico Stadium in Turin, 6 May 2015. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

ANTONIO FLORO FLORES: Da riserva a protagonista in un Sassuolo che è sempre più una realtà del nostro campionato. Il talento di Floro Flores è indiscutibile ma durante la sua carriera, iniziata quando era una giovane promessa partenopea, non è mai stato considerato una primissima scelta. Il suo record in Serie A è di 13 gol, segnati nel 2010-11, stagione in cui vestì le maglie di Udinese e Genoa. Soprattutto con la maglia del grifone visse sei mesi di grazia, 10 reti in 18 gare. Il primo anno in neroverde ha chiuso con 7 gol, il secondo lo ha visto troppo spesso in panchina. Antonio a 32 anni vuole stravolgere i piani di Di Francesco. Per forza di cose titolare nella gara di esordio contro il Napoli è andato in gol per poi ripetersi, subentrante dalla panchina, nella gara contro il Bologna. Due reti decisive in poco più di 50 minuti ai quali si aggiunge l’eurogol contro l’Atalanta.

GORAN PANDEVSto abbastanza bene, spero di rientrare il prima possibile” Pandev si era infortunato tre settimane fa in allenamento, riportando una lesione tra il primo e secondo grado al bicipite femorale sinistro. Il tutto dopo una squalifica di 3 turni. Ha all’attivo 5 presenze con la maglia del Genoa ma ancora nessun gol realizzato. Non sarà di certo colpa sua se il Grifone ha appena 13 punti in classifica ma il suo contributo in esperienza e maturità per il momento sembra assente.

CYRIL THEREAU: Da 6 anni in Italia (arrivato a 27 anni) l’attaccante francese il massimo dei gol li ha realizzati con la maglia del Chievo: era la stagione 2012-13, 37 presenze 11 reti. La scorsa stagione con la maglia dell’Udinese, nonostante lo stesso numero di presenze non è riuscito a ripetersi (una marcatura in meno). Quest’anno ha esordito subito con gol, contro i campioni d’Italia in carica, tanto che lo stesso attaccante lo ha definito «il più importante da quando gioco in Italia».

  • classe ’84 MAURICIO PINILLA: Il suo nome è spesso legato a gol spettacolari. Il cileno è lo specialista delle reti impossibili: il suo marchio di fabbrica è la rovesciata, già sfoderata in questo campionato contro il Sassuolo. Quasi a far intendere che avrà pure 31 anni ma il fisico per fare certe cose non gli manca.

MAXI LOPEZ: Nel recente passato è stato protagonista più di gossip che di reti. Anche l’argentino è giunto nel Bel Paese non proprio da ragazzino. Aveva 27 anni quando a gennaio 2010 è approdato a Catania e si è messo in luce con 11 gol in 17 presenze. Maxi però non si è confermato: l’attaccante non è più riuscito a raggiungere la doppia cifra. Sarà stata la storia tormentata terminata con Wanda Nara ma dopo quell’esordio brillante nel nostro campionato sembra essere invecchiato di tanto: pochi gol e una forma fisica discutibile.

GIAMPAOLO PAZZINI: Avrebbe potuto approfittare dell’infortunio occorso all’anziano compagno di reparto Toni ma anche il Pazzo ha accusato gli acciacchi dell’età. Per adesso è ai box e registra solo una rete messa a segno con la maglia degli scaligeri. Doveva essere la stagione della rinascita, l’occasione per dimostrare di essere ancora un bomber “arzillo” che può fare la differenza: per adesso è in infermeria nella speranza di un recupero che possa servire al Verona ma soprattutto alla sua carriera.

ALESSANDRO MATRI: Più che vecchio, veterano. Mitra Matri, da sempre rossonero ma spesso prestato: è nella sua terza stagione a Cagliari (2009-10) che l’allora 25enne  attaccante raggiunge la doppia cifra per poi ripetersi la stagione successiva, sempre in Sardegna. Lazio's Alessandro Matri (L) jubilates with Danilo Cataldi after scoring the 2-0 goal during the Italian Serie A soccer match s.s.Lazio - Udinese Calcio at Olympic stadium in Rome, 13 September 2015. ANSA/CLAUDIO PERIFa il grande salto indossando la maglia della Juventus dove in tre stagioni realizza 27 reti. Poi un girovagare per l’Italia segnando, ma poco, mentre gli anni passavano. A 31 anni, in forza alla Lazio prova a ritornare il centravanti prolifico di Cagliari. Esordisce con la nuova maglia e va subito in gol, una doppietta per la precisione nella partita casalinga vinta, proprio per 2-0, contro l’Udinese. Più che anni in più sembra semplicemente avere maggiore esperienza.

MATTEO MANCOSU: L’attaccante bolognese è arrivato già grande in serie A: ha esordito il 22 agosto 2015, nell’anticipo della prima di campionato contro la Lazio, all’età di 30 anni e 9 mesi,  segnando subito il suo primo gol nella massima serie. Compirà 31 anni a dicembre e alle spalle ha una carriera in periferia. E’ partito dal basso, ha impiegato un po’ di tempo ma è arrivato in alto. Dopo tanta gavetta e tanti sacrifici arriva al grande salto in età matura: che questo non gli valga ulteriore fortuna?

Caterina Autiero

(*immagine da mondialiinbrasile.com)