Nonostante una resa imbarazzante in campionato, il Napoli vanta vittorie prestigiose su campi difficili e contro avversari ostici.

Che succederà il 25 febbraio?

 

Il 2020 della SSC Napoli non verrà certamente ricordato soltanto perché anno solare, ma perché ha fatto più scatafasci di quelli che un normale essere pensante bipede fosse in grado di immaginare.

Oddio, non è che il 2019 sia stato tutto questo esaltante carnevale di Rio con le ballerine di samba che insegnano ad Elettra Lamborghini come twercare…

Il secondo anno di Ancelotti si è interrotto bruscamente poco dopo quella orrenda parentesi dell’ammutinamento della squadra, i cui strascichi purtroppo si vedono per certi versi ancora oggi.

Il leader calmo, però, nonostante la resa non sia stata delle migliori e gli obiettivi in campionato non abbiano poi avuto una concreta realizzazione, può comunque vantare una qualificazione agli ottavi di finale di Champions League dopo essersi piazzata al secondo posto di un girone con la presenza nientepopodimenoché della squadra detentrice della stessa Champions.

Napoli Liverpool
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Quel Liverpool che, a detta di tutti, è la squadra migliore del mondo, al più forte e la meglio guidata.

I Reds – che il Napoli in due anni ha affrontato 4 volte in CL –  sono usciti sconfitti al San Paolo, dopo una partita da parte degli azzurri che definire quasi perfetta non è certamente un’esagerazione.

Ad Anfield, tempio sacro del calcio mondiale, gli azzurri hanno affrontato la compagine inglese con fermezza e tenacia, strappando un pareggio che in realtà ha avuto subito il buon sapore di una vittoria per l’importanza del luogo e della squadra avversaria.

Fatto sta che in CL il Napoli è risultato nei gironi squadra imbattuta, si è piazzato secondo dietro proprio il Liverpool e, nonostante un paio di prestazioni non ad altissimi livelli, ha centrato l’obiettivo.

A breve affronterà un’altra squadra che, al solo nominarla, farebbe alzare la temperatura basale al massimo: il Barcellona.

Questo in Champions, questo fino ad Ancelotti: senza dimenticare però, che i tifosi stanno ancora leccandosi le ferite per delle sconfitte assurde, tipo quella contro il Cagliari in casa e contro il Bologna, sempre al San Paolo. Cose che nessuno, con il dovuto rispetto per gli avversari, avrebbe immaginato.

Contro l’Inter altra storia, tre gol presi davvero da amatoriali del pallone. Per non parlare poi di alcuni pareggi incolore, inodore e insapore, tipo quello sempre casalingo contro il Genoa, indegno per una squadra dai grandi sogni.

Fine primo tempo.

Poco prima di Natale, inizio dell’avventura di Gennaro Gattuso sulla panchina azzurra. Inizio non esaltante: partite perse in casa con erroracci e orrori in difesa mai visti, un attacco e un centrocampo con un’incisività pari a zero, una squadra senza identità e priva di quella verve e di quella “cazzimma” che, sebbene non costantemente nella passata stagione, l’aveva in ogni caso contraddistinta.

Per farla breve: un Napoli che si fa battere dal Parma in casa, dalla Fiorentina, sempre in casa e dal Lecce, nuovamente in casa, è una squadra che dovrebbe porsi non una, ma almeno 101 domande sul perché siano accaduti certi disastri.

Qualche sprazzo di gioco qua e là, qualche timido segnale di ripresa anche umorale, pure nel match perso contro la Lazio, in cui si è visto un Napoli più temerario e combattivo, ma ancora con nulla di solido e durevole in mano.

In mezzo a tutto questo, tre exploit che invece hanno mandato tifosi, appassionati e addetti ai lavori, direttamente al manicomio.

Gli incontri contro Lazio ed Inter in Coppa Italia e contro la Juventus in campionato, vinti con prestazioni convincenti e decisamente positive rispetto a quanto visto non molto tempo prima, hanno stillato in molti dubbi del calibro di: “Ma lo fanno apposta”, “Ma sono bipolari?”, “Ma ci fanno o ci sono?”, “Vogliono farci ammattire?”.

Roba del genere, insomma.

Ah, bella pure la vittoria in trasferta contro una Sampdoria decisa e combattiva (posticipo della terza giornata di ritorno del campionato).

Chi è il Napoli? Ha un’identità propria? La sta creando pezzo dopo pezzo, col rischio di mettere comunque qualche tassello del puzzle nell’incavo sbagliato? E’ solo questione di tempo o manca ancora qualcosa?

Perché sembra di veder giocare due squadre completamente diverse, una che in campionato fa fin troppe brutte figure e invece in coppa si esalta, vince e convince.

A proposito di coppe, tra pochi giorni ci sarà il Barcellona di Messi al San Paolo. Certo è sempre il Barcellona, sebbene non stia vivendo uno dei suoi momenti migliori, tra cambio allenatore ed infortuni seri di alcune sue perle importanti.

Vuoi vedere che, zitto zitto, il Napoli farà un altro exploit in Champions?

Ormai ci ha abituato a tutto o quasi, e se succedesse l’imponderabile, meglio farsi trovare con le coronarie a posto.

Simona Cannaò