Crea non poco scalpore l’accostamento fatto da Maurizio Sarri tra il suo Napoli e l’Olanda di Cruyff: in realtà le parole del tecnico partenopeo ci sembrano evidentemente fraintese

Le frasi estrapolate da un contesto sono sempre pericolose e soggette a dubbie interpretazioni. Mi sembra questo il caso di Maurizio Sarri e del suo recentissimo accostamento tra il suo Napoli e la Nazionale olandese che ha incantato il mondo nel corso degli anni Settanta.       (immagine da lastampa.it)   

Sulle dichiarazioni del tecnico si sta dicendo, in queste ore, tutto e il contrario di tutto. Riascoltando attentamente le sue parole, però, si capisce che il mister della squadra capolista della Serie A non ha affatto intavolato un (azzardato) paragone tra la sua squadra e quella di Joan Cruyff: per quanto eccentrico, particolare e fuori da ogni schema, Maurizio Sarri mi sembra tutto fuorché stupido. Un conoscitore di calcio, quale egli sicuramente è, non si sarebbe mai buttato una tale zappa sui piedi.       (immagine da lanazione.it)

“Ci sono squadre che segnano un periodo. Se si domandasse a una persona degli anni ’70 chi ha vinto il Mondiale, pochi saprebbero la risposta esatta: in quell’epoca la squadra più ricordata è l’Olanda. Gli anni ’70 sono dell’Olanda, non di chi ha vinto. Noi speriamo di fare questo, magari vincendo anche qualcosa. Per questo sono convinto che tra vent’anni questo Napoli sarà ricordato”. Non c’è alcun tentativo di paragone in queste parole, né tantomeno si sottintende che il Napoli compierà la stessa rivoluzione calcistica operata dalla compagine di Cruyff. Quello che Sarri auspica, chiaramente, è che questo Napoli possa lasciare lo stesso, indelebile ricordo che ha lasciato ai posteri l’Olanda, a prescindere dalle vittorie e ovviamente per motivazioni differenti. Anzi, Sarri aggiunge che sarebbe meglio anche accompagnare il tutto con qualche vittoria: insomma, il concetto del bello e vincente, che non è impossibile, checché se ne dica.

Le parole sono senza dubbio l’arma più pericolosa che si possegga. Usarle bene è cosa rara, interpretarle altrettanto bene è ancora più difficile e la rivalità calcistica non aiuta, anzi. Tuutavia vi sono casi in cui cadere nella retorica e nel cliché è troppo semplice, come in questo caso, giocando sul quel “personaggio Sarri” che egli stesso si è sapientemente costruito.

Qualche volta occorre dare a Cesare quel che è di Cesare.

Daniela Russo

(immagine copertina da sportaface.it)