Era solo una bambina ma aveva già le telecronache nel sangue; a colloquio in esclusiva con Maria Teresa Ruta, spumeggiante tifosa Granata

Quando si dice il destino…

C’era una volta una bambina che viveva a Torino, di fronte a quello che un tempo era il campo da calcio Lancia.

La domenica, in attesa che tutta la famiglia fosse pronta per uscire, lei si intratteneva ad osservare dalla finestra o dal balcone, a seconda delle stagioni, incuriosita ed affascinata dalle partite che si disputavano.

Non solo; anche grazie agli insegnamenti del papà, la piccola conosceva alla perfezione il linguaggio tecnico, lanciandosi in vere e proprie telecronache.

La bambina in questione è Maria Teresa Ruta, che del calcio ha fatto una professione, tra l’altro come antesignana delle moderne giornaliste sportive.

“Quando ho iniziato io – ci spiega durante la nostra intervista – il calcio era esclusiva maschile, così come lo sport in genere.
Ho sempre avuto una grande atleticità, sono stata istruttrice di nuoto, correvo, ho fatto agonismo, diciamo che lo sport era una delle mie dimensioni ideali, insieme al lavoro di modella e soubrette”.

In tv come conduttrice sportiva Maria Teresa approda nel 1984, grazie ad un provino per la trasmissione “Caccia al 13” su Rete 4 (acquisita proprio quell’anno dal gruppo Finivest): “Ero preparatissima – precisa – conoscevo a menadito tecnicismi, nomi, storie di calciatori ecc. Al produttore e al suo staff pareva quasi impossibile che una donna fosse così preparata sul calcio…”.


Talmente preparata, spigliata e sorridente che si aggiudica il suo primo Telegatto nel 1983, mettendo a tacere quanti pensavano che sarebbe durata, parole sue, “come un gatto in tangenziale”: “Nella mia esperienza posso dire di non essere in realtà mai stata discriminata perchè sono riuscita ad essere sorprendente ma soprattutto credibile”.

 

Maria Teresa non solo è preparata ma ha l’idea che di calcio si debba parlare ad un livello più alto del chiacchiericcio da bar; per questo decide di diventare una giornalista professionista: “Sono partita scrivendo una rubrica domenicale per ‘Tutto Sport’ e ricordo bene la mia prima intervista fatta a Paolo Rossi, intercettando prima la moglie Simonetta per avere un aiuto e trovando fortunatamente immediata solidarietà femminile. Ero alle prime armi, non sapevo bene come muovermi, ma l’esperienza mi ha insegnato che bisogna sempre ammettere con umiltà i propri limiti per superarli brillantemente”.

Altri Telegatto arrivano con la conduzione, a fianco di Sandro Ciotti, de “La Domenica Sportiva”, dal 1986 al 1991. Maria Teresa diventa poi inviata de “Il Processo del lunedì”.

L’ex Miss Mondo (titolo vinto nel 1977) è da sempre una tifosa Granata. Le chiediamo come è nato l’amore per il Torino.

“Il primo ricordo che ho del Torino è quando è venuto a giocare una partita proprio al Lancia. Mio papà, da sempre Juventino, ha sempre visto comunque bene il Toro, mi raccontava le vicende della squadra e mi ha portato a visitare la Basilica di Superga.

Negli anni ho seguito anche la Juventus ma ho sempre sentito un particolare affetto per i colori Granata.
Ero orgogliosa del mio album di figurine e di aver trovato ben tre esemplari di Gigi Riva! Erano anni di grande pace tra le squadre e i loro tifosi; il Toro era primo, la Juve seconda, l’anno dopo il contrario. C’era sicuramente un modo di vivere il calcio diverso da oggi.
Con il lavoro che mi occupava moltissimo tempo per un certo periodo ho seguito con meno assiduità; ho  ripreso a seguire il Toro quando in panchina sedeva Emiliano Mondonico e nei tempi in cui Urbano Cairo ha investito per risollevare la squadra”.

A proposito di allenatori, cosa pensa la signora Ruta di Mazzarri?
“Mi piace moltissimo, è indubbiamente un grande compattatore e si vede che ha intorno a se l’entusiasmo dei giocatori, cosa che fa la differenza in termini di risultato in campo. Questo mi fa ben sperare anche in vista del derby di domenica…”.

Chediamo a Maria Teresa se ha un campione del cuore: “In realtà non ho un giocatore preferito, in questo ho imparato da Sandro Ciotti che mi ha insegnato a valorizzare i talenti di ognuno anche in campo sportivo. 

Però sono legata in particolare alla figura di Platini e al campione che è stato Maradona; in particolare quest’ultimo è stato, seppur involontariamente, l’artefice del mio passaggio sulla prima pagina della “Gazzetta dello Sport” grazie ad un palleggio fatto in occasione di un’inaugurazione di una scuola calcio…”.

Sorride e ride molto, Maria Teresa, sempre gentile e disponibile durante la nostra intervista, è rimasta indubbiamente la spumeggiante conduttrice che tutti ricordano.

Chiudiamo chiedendole un raffronto tra le giornaliste sportive dei suoi tempi e quelle di oggi: “Indubbiamente sono molto preparate e appassionate, ma bisogna dire che il calcio oggi è più facile da trattare, ci sono più eventi rispetto al passato, c’è il calcio mercato che dura tutto l’anno, il gossip ecc. E’ più variegato, mi piace definirlo un calcio spezzatino… Inoltre se un tempo bisogna riempire pagine e pagine oggi c’è la flash news, più immediata anche da condividere”.


Silvia Sanmory