In una serata come questa dovresti prenderti i tre punti, gridare Forza Roma e pensare al prossimo turno dopo la sosta di campionato.

Ma no, non sarebbe in linea con il rendimento che ci si aspettava dalla nostra squadra.

Si, la realtà è che dopo le bellissime prestazioni con Frosinone, Lazio e Viktoria Plzen, anche contro l’Empoli sarebbe stato auspicabile confermare quanto di buono ha prodotto il gruppo in termini di gioco e tecnica.
Olsen è stato  – forse tra tutti i giocatori in campo – quello che ha mostrato in modo più preminente uno sviluppo esponenziale, ancora deve prendere padronanza della sua area fuori dai pali ma la strada la sta percorrendo nella giusta direzione.
Il modulo è quello collaudato 4-2-3-1, ritorna la coppia N’Zonzi/De Rossi, la mediana filtra abbastanza bene ed il neo acquisto, recuperata la fiducia in se stesso, confeziona un gol insperato di testa al 36′ verso l’angolino basso del portiere toscano sfruttando una punizione di Pellegrini.
I ritmi restano bassi per tutti i 90′, la vecchia conoscenza alla guida dell’Empoli ha dimestichezza con l’ambiente romano e con le sue dinamiche; così durante tutto il match cerca di creare densità a centrocampo proprio per smorzarene il contropiede.

Il 4-3-2-1 scelto da Andreazzoli va infatti ad alleggerire l’attacco, fuori La Gumina e dentro Bennacer, l’esperienza dell’ex tecnico giallorosso è palpabile: altre squadre, compreso il Milan, hanno non poco faticato contro la squadra toscana ed anche la Roma stasera sembra subire l’effetto anestetizzante del suo gioco.
La palla gira in mezzo al campo ma non sembra intraprendere la giusta direzione: cross imprecisi e manovre lente costringono i giallorossi in grave affanno, Under ed El Shaarawy provano a riportare in equilibrio la partita, il primo cercando di sorprendere Terracciano, ma trova pali opponenti. Si dimena – forse anche troppo – quando con il braccio lontano dal corpo in area piccola procura il rigore che fortunatamente Caputo spara alto sopra la traversa.

(immagine corriere dello sport)

Il secondo dispone del campo come di una pista di altletica, non riesce a concentrarsi sulla fase offensiva, ma al momento buono serve quell’assist perfetto per Dzeko che buca la rete all’85’, la spalla indispensabile a cui appoggiarsi nei momenti bui. Il cigno di Sarajevo: eccolo che torna al gol anche in campionato.

(immagine corriere dello sport)

Si comincia da uno, ci accontentiamo e partiamo dal basso, un gran rientro sulla scena per un giocatore che in settimana sembra aver chiesto alla società di chiudere la carriera nella Roma, un contratto fino al 2022, la richiesta di spalmare l’ingaggio e rimanere nell’assetto societario americano: possibilità neanche troppo remota, data la recente laurea in Management dello sport che da sola già fa un curriculum di tutto rispetto.

Contro l’Empoli si zoppica, si soffre troppo e si costruisce troppo poco, il palleggio diventa una costante e solo le iniziative di pochi vivacizzano la serata.
L’abulia generale sembra coinvolgere tutti i giocatori nessuno escluso, ma almeno il primo tempo sopravvive grazie a quei picchi che Di Francesco dalla panchina sollecita come un defibrillatore impazzito, prima Pellegrini sulla sinistra innesca un’azione che prima Dzeko e poi Under falliscono in modo vergognoso, poi è proprio dalla sua punizione che il francese regala lo 0-1 che manda i giallorossi a riposo.
L’atteggiamento dicevamo è apparso di molto al di sotto dei ritmi a cui ci avevano abituato nelle ultime partite: il rischio che la squadra non reggesse la tensione e la fatica fisica era una probabilità purtroppo reale ed il pericolo che crollasse in modo incomprensibile anche.
La Roma ha da sempre abituato i suoi tifosi a questi apici di rendimento, dal più alto al più basso… quelle montagne russe così pericolose da trattenere il fiato ad ogni curva.
Troppo tempo tra grandissimi risultati e ottimismo generale e poi situazioni estreme, dove anche i risultati, per i più accettabili, diventavano motivo di contestazione.
Per questo la battuta d’arresto, non nei risultati ma nella forma e nel rendimento in campo, deve far riflettere se non altro per studiare quelle strategie che ad oggi sembrano avere un effetto limitato.
La stanchezza, la difficoltà e la gestione delle risorse in queste quattro partite ravvicinate devono dare il senso della misura nelle decisioni future.

(immagine gazzetta)

Buona la prova del giovane Luca Pellegrini che regge in solidità e certezza e possiamo dire che anche Davide Santon sta cercando di fare quel lavoro di contenimento e manegevolezza che nelle retrovie serve a fluidificare il gioco di Manolas e Fazio. Una bella sorpresa prima, una bella conferma partita dopo partita, un gran bello smacco per tutti quei detrattori che anche oggi hanno storto il naso alla lettura delle formazioni.
La Roma torna a casa con un gran bel 0-2 brutto ma necessario, una vittoria che rianima la squadra e placa le polemiche, almeno per il momento perché si sa, Roma ci mette un minuto a prendere fuoco.

Laura Tarani

(immagine copertina Ansa)